Alberto Gaino per \"La Stampa\"
Mercedes BressoGiuliano Soria si infila svelto nella stanza del pm Gabriella Viglione: cappotto blu, bavero alzato, sovrasta in altezza il «cordone» di protezione (dai giornalisti) degli agenti di custodia. Preamboli, domande su questo e quello e, poi, «scusi, professore, noi dobbiamo chiarire: lei ha mai pagato gettoni di presenza a relatori del Grinzane, in occasione di convegni o premi, a politici, parenti (dei politici) e funzionari pubblici?».
La risposta è un no secco. Domanda successiva: «Dobbiamo chiederle anche dei regali, abbiamo una testimonianza che riferisce di un libro antico donato da lei a Claude Raffestin». E\' il marito di Mercedes Bresso, presidente della giunta regionale.
I pm riferiscono la circostanza e il prezzo attribuito dalla testimonianza al dono: sotto i 10 mila euro. «Si è trattato di un libro di geografia contenente mappe storiche - è la risposta dell\'ex patron del Grinzane - ma il prezzo pagato dall\'associazione è molto lontano da quello che mi indicate. Non ricordo bene la cifra, ci attestiamo fra i 500 e i 700 euro. Fu un regalo per il compleanno di Raffestin». Bresso ne aveva già parlato in una sua intervista a La Stampa: stesso dono, medesimo costo.
GIULIANO SORIADal momento che si è entrati in argomento, si deve proseguire, così si capisce il perché di quel primo interrogativo sul «gettone» per relatori politici o parenti. Soria aggiunge, sulla partecipazione di Raffestin al Premio Grinzane Ermitage, San Pietroburgo, 11 luglio scorso, che «per la relazione del professore al dibattito su \"Regge europee e potere\" - coté del premio consegnato in quell\'occasione anche ad Antonio Paulucci, «esperto d\'arte italiana, già Ministro dei Beni Culturali» (sito del Grinzane) - ripeto, non pagammo alcun gettone a lui, come a nessun altro. Gli rimborsammo soltanto le spese di viaggio. La moglie venne a San Pietroburgo per conto proprio. Non a nostre spese».
Fine della digressione sul tema, affrontata dalla procura, emerge, per avere chiarimenti su testimonianze e non perché vi siano ipotesi investigative al riguardo.
Nelle tre ore e rotti in cui, per la terza volta, il professore si è ritrovato di fronte ai pm Viglione, Stefano Demontis e Valerio Longi, oltre che al procuratore aggiunto Piero Forno e a tre «fiamme gialle», si è passata in rassegna la ragnatela di società collegate al Grinzane e al suo patron: in prima fila «Le terre del fré», «Territori di cultura» e, in particolare, «Com\'media», con cui Carmelo Pezzino fatturava le sue «consulenze dialettiche» all\'associazione di Soria.
Antonio PaolucciDal «mare di carte» che il «Gruppo tutela mercati capitali» della Finanza sta esaminando spunta un giro di fatturazioni ormai di 600 mila euro. Quanto di quel nero è servito per l\'arricchimento personale di Soria e quanto per aggiustare i conti del Grinzane?
E\' più probabile, invece, che i 500 mila euro che Angelo Soria ha fatto avere al fratello attraverso una società «schermo» siano serviti a sostenere la «grandeur» bulimica del Premio. I pm non hanno affondato i colpi: domande sulla funzione dell\'Antenna Culturale, e poi sul «pozzo» del Castello di Costigliole, ma senza insistere e, soprattutto, senza rifissare un nuovo interrogatorio prima (almeno per ora) del tribunale del Riesame del 31 marzo.
Soria è tornato nella sua cella: «più lucido», «più collaborativo» dell\'ultima volta, ma puntualmente sulla difensiva, come riassume il suo avvocato, Roberto Piacentino: «Si è reso conto di aver fatto seri errori, e pure tanti, ma le speculazioni sono state poche».
Intanto il vuoto intorno a lui diventa voragine: la Regione ha deciso di incaricare un legale «per tutelare le ragioni e gli interessi dell\'ente rispetto all\'evolversi dell\'inchiesta penale». E l\'Ordine dei giornalisti del Piemonte, dopo aver sospeso il «pubblicista» Giuliano Soria, ha scelto di rivolgersi a magistratura e commissione di indagine regionale per «essere informato su ruoli che altri suoi iscritti possono aver avuto».