1. SOTTO IL PESO DEI DEBITI E DI UNA PESSIMA GESTIONE DA PARTE DEI SALOTTI MARCI IL CORRIERE RISCHIA DI AFFONDARE: OGGI SARANNO ANNUNCIATI I PRIMI TAGLI NEI QUOTIDIANI (UN CENTINAIO DI PREPENSIONAMENTI) E LA ROTTAMAZIONE DEL SETTORE PERIODICI - 2. SOPRAVVIVERANNO SOLTANTO i settimanali “OGGI” e “il mondo" E il mensile “AMICA” - 3. IL PIANO “LACRIME E SANGUE” (ALTRUI) DELL’RCS PREVEDE LA CACCIATA DEL 14% TRA GIORNALISTI E POLIGRAFICI (640 ESUBERI IN ITALIA E 160 IN SPAGNA) E DOMANI IL PIANO SARA’ AL VAGLIO DEGLI AZIONISTI ANCORA RILUTTANTI A METTERE MANO AL PORTAFOGLIO - 4. DOPO IL DIRETTORE DELL’AREA QUOTIDIANI, GIULIO LATTANZI, ANCHE FLEBUCCIO DE BORTOLI - ANCHE LUI IN FORTE CONTRASTO CON L’AD SCOTT JOVANE -, POTREBBE ABBANDONARE LA NAVE CHE AFFONDA (MARIO CALABRESI PRONTO ALLA DIREZIONE. L’ATTUALE DIRETTORE DE ‘’LA STAMPA’’ POTREBBE ESSERE SOSTITUITO DA LUIGI CONTU DELL’ANSA)

Condividi questo articolo


DAGOREPORT
Dal porto delle nebbie di via Solferino arriva un drammatico SOS: la corazzata "Corriere della Sera" rischia di affondare sotto il peso dei debiti nuovi e pregressi, oltre un miliardo di euro.

S.O.S. Corriere della SeraS.O.S. Corriere della Sera

E il suo "salvataggio" da parte dei Poteri marci (mascherati da editori) sembra ancora lontano. In attesa che i riluttanti "pattisti" dell'Rcs Media Group si decidano a mettere mano al portafoglio il conto (salatissimo) della loro disastrosa gestione editoriale-amministrativa ancora una volta viene presentato a chi nell'azienda, giornalisti e poligrafici, hanno avuto il solo torto di aver fatto finta troppo a lungo che la drammatica situazione alla fine si sarebbe aggiustata.
Così, però, non è.

SEDE CORRIERE DELLA SERASEDE CORRIERE DELLA SERA

Questa mattina a giornalisti e a poligrafici del gruppo sarà presentato il piano di ristrutturazione elaborato dal neo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane. Un piano solo "lacrime e sangue" che, stando alle ultime voci, prevede la fuoriuscita dall'azienda di oltre 700 lavoratori. "Il 14 per cento della forza lavoro totale del gruppo che oggi ha oltre 5000 dipendenti", ha fatto due conti Andrea Montanari su "MilanoFinanza".

Dunque, non ci saranno soltanto i prepensionamenti distribuiti tra le due uniche testate ancora in buona salute nonostante la costante perdita di copie in edicola e un pauroso calo di pubblicità: il "Corriere della Sera" (70 redattori) e la "Gazzetta dello Sport" (una trentina), ma si procederà pure attraverso stati di crisi e "licenziamenti" soprattutto nell'area periodici che sarà, in pratica, rottamata.

Il responsabile dell'area che edita i magazine, Matteo Novello, ha convocato sempre per oggi i direttori di alcune testate ("Novella 2000", , "A" e "Visto") per comunicargli che i loro prodotti settimanali, in piena crisi di copie, saranno chiusi.

SCOTT JOVANE SCOTT JOVANE

Da quel poco che trapela tra via Solferino e la sede di Crescenzago dall'annunciata carneficina si salverebbero solo "Oggi" e "Amica". Ma gira anche voce che dopo il direttore generale dell'area quotidiani, Giulio Lattanzi, anche Flebuccio De Bortoli - anche lui in forte contrasto con l'ad. Scott Jovane -, potrebbe abbandonare la nave che affonda.

Intanto i sindacati interni annunciano un pacchetto di 15 giorni di sciopero sollecitando la solidarietà dei colleghi del Corriere e della Gazzetta. Arriverà?

PIETRO SCOTT JOVANEPIETRO SCOTT JOVANE

Sul fronte padronale tutto sarà più chiaro (si fa per dire) quando martedì si riunirà il consiglio d'amministrazione del gruppo, presieduto dal bocconiano Angelo Provasoli, per approvare il business plan 2013-15 e decidere sulla ricapitalizzazione, fissata in 400 milioni di euro.

Un aumento di capitale (incerto) per tamponare la voragine formatasi negli anni degli sprechi: l'ampliamento faraonico della nuova sede per opera dell'architetto Vittorio Gregotti, ora messo in vendita ad eccezione della sede storica di via Solferino; delle megalomanie espansionistiche: l'acquisizione-pacco del gruppo spagnolo Recoletos-El Mundo, rifilato da Botin; dell'allegra Befana dei bonus ai vertici: assomma a quasi duecento milioni di euro le liquidazioni pagate ai manager in uscita negli ultimi dieci anni.
La metà esatta del costo della ricapitalizzazione annunciata.

Stavolta neppure il santo protettore di via Solferino, Abramo Bazoli, sembra in grado di fare miracoli di fronte a un ulteriore debito di oltre 800 milioni da rinnovare con le banche di oltre (la "sua", per inciso, Banca Intesa) e nuove perdite per 427 milioni.

Arriva in nostro soccorso un analista finanziario ben noto sulla piazza di Milano: "Non occorre essere maghi della finanza per capire che l'Rcs è sull'orlo del baratro economico e che non s'intravede ancora un vero piano editoriale e finanziario - mi viene in mente lo scorporo in Borsa della testata Corriere, idea cara anche a qualche editorialista - capace così di far uscire definitivamente il gruppo dallo stato comatoso in cui versa", spiega un uomo d'affari di lungo corso.

RUBY-COVER-NOVELLA-2000RUBY-COVER-NOVELLA-2000

"Del resto - aggiunge - al capezzale della proprietà del Corriere continuano ad alternarsi manager della finanza che non hanno alcuna esperienza di editoria. Dirigenti, parlerei pure di mezze figure, chiamate a eseguire gli ordini di Mediobanca che oltre ad essere in pieno conflitto d'interessi-advisor e azionista nel caso, ad esempio, della tragica acquisizione spagnola -, avrebbe fatto bene a tenersi fuori dai giornali come suggeriva saggiamente Enrico Cuccia".

Cover Il Mondo 4 febbraioCover Il Mondo 4 febbraio

Come andrà a finire?
"Male. Forse aveva ragione Diego Della Valle quando ha sbattuto in faccia la porta ai pattisti raccolti in Rcs: se vogliano avere voce in capitolo tirino fuori i soldi per risanare l'azienda e non aspettino qualche piccola speculazione borsistica per rientrare delle loro perdite dopo aver incassato pure sui rossi di bilancio dei dividendi. Di sicuro - conclude l'analista meneghino - penso sia poco probabile che l'attuale patto di sindacato possa resistere fino alla sua scadenza naturale del marzo 2014. Anche perché le Generali di Mario Greco, affrancatesi ormai da piazzetta Cuccia, e la nuova Fonsai-Unipol di Carlo Cimbri presto si tireranno fuori da quell'oscuro salotto di carta".

gruber cop vistogruber cop visto

2. http://www.milanofinanza.it/quotazioni/quotazioni.asp?step=1&action=ricerca&codiceStrumento=u2ae&titolo=RCS

RCS, ARRIVA LA SCURE DI JOVANE.
TUTTI TRASFERITI IN VIA RIZZOLI
Andrea Montanari per MF/ Milano Finanza

Doveva essere un piano strutturale quello per il salvataggio e la ristrutturazione di HYPERLINK "http://www.milanofinanza.it/quotazioni/quotazioni.asp?step=1&action=ricerca&codiceStrumento=u2ae&titolo=RCS"Rcs Mediagroup. E così sarà. Gli interventi sono imponenti e riguardano tutta l'azienda. Gli esuberi saranno in totale 800 su 5 mila dipendenti: di questi 640 in Italia e il resto in Spagna. Verranno chiuse 10 testate periodiche tra le quali A (il direttore Maria Latella dovrebbe andare a ‘'Io Donna'' con Diamante D'Alessio promossa ad ‘'Amica'').

BazoliBazoli

Ma la vera novità come più volte anticipato da MF-Milano Finanza riguarda le proprietà immobiliari. Tutti i dipendenti saranno accentrati in via Rizzoli, nella nuova torre. Quindi saranno liberati gli spazi di via San Marco e via Solferino, sedi delle redazioni della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera.

GIUSEPPE ROTELLIGIUSEPPE ROTELLI

Oggi alle 17 è prevista l'assemblea dei giornalisti dei due principali quotidiani italiani da sempre contrari all'abbandono di via Solferino. Posizione condivisa fin da subito dal direttore del Corsera Ferruccio de Bortoli che a questo punto vorrà far valere le sue ragioni. In caso contrario, mantenendo fede agli impegni presi con la redazione, potrebbe anche dimettersi. Nel caso, il candidato principale alla poltrona di direttore è Mario Calabresi, attuale direttore de La Stampa dove potrebbe essere sostituito da Luigi Contu (Ansa).

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...