Marco Giusti per Dagospia
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La battuta migliore di I villeggianti di Valeria Bruni Tedeschi è quella di un cameriere della villa di famiglia dove si agitano e chiacchierano i protagonisti del film alla visione di una macchia di sangue su una federa. "Sangue mestruale? Ma chi ce le ha più le mestruazioni qua?" Cattiva quanto basta per farci sorridere rispetto a un altro film di famiglia sulla sua famiglia, amori compresi, di Valeria Bruni Tedeschi, dove lei e la madre fanno ancora una volta se stesse e i ricordi e i piccoli orrori familiari sono ancora una volta esibiti come se stessimo a parlare degli Agnelli o dei De Benedetti.
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Se la stessa Valeria deve smaltire il divorzio dal bel Riccardo Scamarcio, la sorella, Valeria Golino, si presenta con un vecchio marito, Pierre Arditi, che ha licenziato 3000 persone, è stato coinvolto in una serie di scandali e viene ripetutamente baciato in bocca da un vecchio giardiniere.
Ma ci sono anche i camerieri, non meno buffi e chiacchieroni dei padroni, la sceneggiatrice che deve scrivere il film della vita della protagonista. Film divertente se ti diverte la Bruni Tedeschi più imbarazzante, si gode più delle tre ore di corna familiari del film di Carlos Reygadas, ma non è e non vuole essere né Le regole del gioco né Gorkji né Cechov. Grande sì la Golino che si esibisce in Chiamami Peroni e conclude toccando le palle a una statua.
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