LA VERSIONE DI MUGHINI - A PROPOSITO DI ITALIANI ''IMPRODUTTIVI'' PERCHÉ OVER 70, NEL GIORNO IN CUI CI HA LASCIATI IL 72ENNE STEFANO D'ORAZIO, LASCIAMI ESPRIMERE LA DELIZIA INTELLETTUALE SUSCITATA IN ME DALL'INTERVISTA DI MARIO CALABRESI ALLA 91ENNE NATALIA ASPESI, UN PATRIMONIO DELL'UMANITÀ CHE CE NE VORREBBERO QUATTRO O CINQUE DI TRENTENNI VISPE VISPE DI ME-TOO PER STARLE AL PARO. NON CI POSSO CREDERE CHE QUALCHE DEMENTE…''

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Giampiero Mughini per Dagospia

mughini

 

Caro Dago, e a proposito di italiani “improduttivi” perché hanno ormai superato la soglia dei 70 anni, nel giorno in cui ci ha lasciati il settantaduenne batterista dei Pooh Stefano D’Orazio – per dire di un gruppo che se si fosse riunito su un palco saremmo accorsi a migliaia dopo aver pagato per ascoltarli suonare –, lasciami esprimere la delizia intellettuale suscitata in me dalla lettura dell’intervista di Mario Calabresi alla novantunenne Natalia Aspesi, un patrimonio dell’umanità che ce ne vorrebbero quattro o cinque di trentenni vispe vispe di me-too per starle al paro.

 

natalia aspesi

Premesso che non ho mai avuto professionalmente e umanamente avuto a che fare con la Aspesi (né credo, a giudicare da un suo sgradevole riferimento di alcuni anni fa, che lei abbia molta simpatia nei miei confronti), tango a sottolineare il termine “patrimonio dell’umanità” perché esattamente di questo si tratta nel suo caso. Di una che porta con tale eleganza, con tale ironia, con tale garbo intellettuale i suoi 91 anni da essere semplicemente insostituibile. Non ci posso credere che qualche demente tra gli utenti della sua rubrica di corrispondenza con i lettori sul “Venerdì” le scriva di mettersi da parte, di lasciare spazio ai giovani o alle giovani.

 

E come se invece non fosse un valore insostituibile quello di averne viste tante, di averni conosciuti tanti, di conoscere a puntino l’Italia di oggi ma anche quella di trent’anni fa ma anche quella della Seconda guerra mondiale, di avere assistito allo scorrere di un pressoché infinito corteo ora di cialtroni ora di eroi.

 

stefano d orazio

Non solo i musei sono un patrimonio dell’umanità ma anche le persone, la loro memoria, la loro esperienza, il fatto che di vite ne abbiano vissute non una ma due o tre. Ricordo come fosse ieri il momento in cui mi trovai di fronte – in una casa di Lugano – il Giuseppe Prezzolini che stava per compiere cent’anni, “l’italiano inutile” che io adoravo e adoro, quello che da editore aveva pubblicato il primo libro di Benito Mussolini ma anche il primo libro di Clemente Rebora, quello che a Parigi era stato al letto di ospedale dove l’esule Piero Gobetti stava agonizzando e dove morì il giorno dopo.

 

prezzolini

A trovarmelo di fronte, di quell’ “italiano inutile” mi deliziava anche un battito di ciglia. E del resto vale per me stesso, se pure sia possibile raffrontare uno così piccolo a gente così grande. Adesso che sto per compiere ottant’anni, sono infinitamente più bravo e più lucido non dico di quando avevo trent’anni, ed ero solo un frutto acerbo, ma di quando ne avevo cinquanta e pure ero già molto bravo.

 

GIAMPIERO MUGHINI