VOGLIONO INFANGARE ANCHE PHILIP ROTH - NEGLI STATI UNITI STANNO PER USCIRE DUE BIOGRAFIE DELLO SCRITTORE CHE VIENE DEFINITO “MISOGINO”, “MANIACO SESSUALE ARRABBIATO” - UNO DEGLI AUTORI, BLAKE BAILEY, CHE ORA LO DESCRIVE COME “OSSESSIONATO DAL SESSO NELLA VITA COME LO ERA NEI LIBRI”, AVEVA DEFINITO ROTH “LA PERSONA PIÙ CORRETTA CHE HO CONOSCIUTO IN VITA MIA” - LO SCRITTORE FREQUENTAVA CASE DI TOLLERANZA A LODNRA

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Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”

 

philip roth e la famiglia nel 1942

«Questo è il fin di chi fa mal» cantano tutti i personaggi, riuniti, nel finale del secondo atto del «Don Giovanni» mozartiano per accompagnare la discesa agli inferi del Dissoluto punito per i suoi numerosi peccati. È buffo vedere adesso tanti Leporelli, Donne Elvire, Zerline e Masetti del mondo cultural-editoriale angloamericano unirsi in coro per consegnare l' anima di Roth alle fiamme eterne del #metoo: stanno per uscire in America due biografie (il 6 aprile «Philip Roth» di Blake Bailey, il 3 maggio «Philip Roth: A Counterlife» di Ira Nadel) e comincia il bombardamento.

 

roth scatenato

Sul Sunday Times londinese ecco il titolone «MeToo pronto a chiudere il caso sulla misoginia di Roth», e sullo stesso giornale - nelle recensioni - Claire Lowdon raddoppia con «Lo scrittore come maniaco sessuale arrabbiato».

 

In generale, c'è consenso sulla qualità - altissima - del lavoro di Bailey: ottimo biografo di John Cheever (il suo capolavoro), di Richard Yates e Charles Jackson, Bailey riuscì a convincere Roth che «un Gentile dell' Oklahoma» potesse raccontare la vita di uno degli ebrei americani (del New Jersey) più famosi di sempre.

 

Nadel definisce Roth «ossessionato dal sesso nella vita come lo era nei libri»; e poco importa che Bailey stesso abbia definito (post mortem) Roth come «la persona più corretta che ho conosciuto in vita mia», nel suo libro c'è materiale in abbondanza per chi ama grufolare tra le vite degli scrittori in cerca di materiale pruriginoso (Roth frequentava, quando viveva a Londra, case di tolleranza; disse «Dio, sono un fan dell' adulterio» prima di recarsi da una prostituta cinese; selezionava studentesse per i posti extra nei suoi seminari universitari - finivano regolarmente in overbooking - in base all' aspetto fisico).

 

phlip roth margaret martinson sua prima moglie

Roth, in vita, affrontò le accuse di misoginia con rassegnata esasperazione. È morto tre anni fa lasciando ai posteri l'ardua sentenza manzoniana sulla sua «vera gloria»; quanto alle accuse di presunto odio verso le donne, l' impressione è che tutto quello che aveva da dire sul tema ce l' abbia lasciato nella scena - esilarante - di «Inganno» (edito in Italia da Einaudi) in cui lo scrittore americano «Philip» viene orwellanamente processato per «discriminazione sessuale, misoginia, abuso delle donne, calunnia nei confronti delle donne, denigrazione delle donne, diffamazione delle donne e dongiovannismo sfrenato».

 

Il divorzio infernale dall' attrice Claire Bloom fu funestato ulteriormente dal memoir di lei nel quale Roth emerge come un mostro di manipolazione e crudeltà, ritratto contestato da molti amici e che lui stesso - ferito - confutò in un saggio-requisitoria (in attesa di pubblicazione) che Bailey ha potuto consultare.

 

philip roth

Roth sapeva che non importava quante colleghe scrittrici - da Fay Weldon a Lisa Halliday a Zadie Smith che di lui, sul New Yorker , ha pubblicato un ricordo straordinario per bravura, sensibilità, e scarsa disponibilità a fare sconti al suo amico Philip - considerassero infondate le accuse di «discriminazione sessuale, etc» così sapientemente elencate in «Inganno»: su questo punto ci sarebbero sempre state polemiche. Roth lo prese come un dato di fatto, come l' evidente decisione dell' Accademia di non ritenerlo degno del Nobel (poco prima della sua morte assegnato a Bob Dylan, dopo la sua morte a Louise Gluck).

 

philip roth william styron

Dagli anni 70 in poi - la prima cannonata la sparò Mary Allen che di Roth attaccò «l'enorme rabbia verso il genere femminile» - quella sul rapporto con le donne è stata una critica più o meno costante, sulla falsariga di Vivian Gornick che affondò così con un solo missile la duplice corazzata Bellow e quella Roth: «In Bellow la misoginia è gonfia di bile, in Roth è come lava che erutta da un vulcano», scrisse su Harpers. Alle polemiche Roth era abituato fin dall' inizio della carriera: nel 1959 il New Yorker pubblicò il suo racconto

 

«Difensore della fede», più tardi incluso in «Goodbye Columbus», il suo primo libro.

philip roth roberto saviano selfie

Esquire l' aveva rifiutato, William Shawn si prese il rischio e finì premiato da polemiche, insulti, rabbini furibondi, accuse di antisemitismo allo scrittore ragazzino e alla rivista che l' aveva lanciato. La prima di «Don Giovanni» a Vienna fu un insuccesso. L' imperatore, tramite l' autore del libretto Da Ponte, fece sapere a Mozart che «è opera divina ma non è pane per i denti dei viennesi». «Lasciamo loro il tempo di masticarlo», rispose Amadeus.

philip roth nicole kidman
philip roth new york
philip roth jackie kennedy
philip roth primo levi