AHIA! IL NUMERO DEI MORTI PER IL CORONA VIRUS CINESE SALE A 25. OLTRE A WUHAN È STATA ISOLATA ANCHE UN’ALTRA MEGALOPOLI DA 7 MILIONI DI ABITANTI, HUANGGANG – LA CORSA AL VACCINO FA VOLARE LE AZIONI DELLE CASE FARMACEUTICHE, IL PANICO COSTA MOLTO: NEL 2010 PER L’H1N1 L’ITALIA BUTTÒ VIA 23MILIONI DI DOSI. MA PREVENIRE È SEMPRE MEGLIO CHE CURARE…

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Virus cinese, allarme di Pechino: ''Puo' mutare e propagarsi''

Coronavirus: l'Oms rinvia decisione su emergenza

 

infetto dal coronavirus infetto dal coronavirus

1  – CINA, ISOLATE DUE CITTÀ PER IL VIRUS: BLOCCATI 18 MILIONI DI ABITANTI. I MORTI SONO 25

Estratto dell’articolo di Guido Santevecchi per www.corriere.it

 

Due intere città con 18 milioni di abitanti in quarantena, isolate dal resto della Cina. Il virus può mutare ancora, si sta diffondendo, Wuhan resta la «zona chiave di controllo epidemico» e la battaglia va vinta lì. Così dice Pechino, che di fatto ha deciso di chiuderla, la città. Da questa mattina è stata fermata l’ intera rete dei trasporti - bus, metropolitana, ferry e pullman a lunga percorrenza - e tutti i voli e i treni in partenza da Wuhan sono stati cancellati (uno degli ultimi voli partiti dalla città è atterrato stamattina a Fiumicino).

virus cinese virus cinese

 

I residenti non potranno partire se non per «ragioni particolari». Previsti posti di blocco per controllare automobili e camion e impedire il movimento di animali (che sono stati la prima fonte del virus, nel mercato del pesce di Wuhan a fine dicembre). E lo stesso è stato deciso per Huanggang, pochi chilometri più a sud-est, 7 milioni di abitanti.

virus cinese virus cinese mercato del pesce di wuhan mercato del pesce di wuhan

 

Solo la Cina e i film del filone catastrofista si possono permettere soluzioni così drastiche. Ma questa battaglia di retroguardia è dura: in 24 province cinesi sarebbero stati individuati dei casi, il censimento dei contagi è raddoppiato in un solo giorno e i morti sono ormai 25. Oggi comincia la vacanza del Capodanno lunare: tre miliardi di viaggi di cinesi, annunciava ancora pochi giorni fa la propaganda di Pechino con orgoglio, ora è una paura. Gli epidemiologi di Londra che per primi hanno dato l’ allarme mondiale, con uno studio statistico sui numeri, dicono che i contagiati nel solo Hubei non possono essere meno di 4 mila.

 

(…)

 

diffusione del coronavirus cinese diffusione del coronavirus cinese

2 – PSICOSI VIRUS CINESE: LE CASE FARMACEUTICHE FESTEGGIANO IN BORSA

Estratto dell’articolo di Stefano Graziosi per “la Verità”

 

(…) La situazione è indubbiamente seria ma - almeno per il momento - non gravissima.

Una precisazione d' obbligo visto che spesso in passato, in occasione di simili malattie, si è scatenato un autentico panico mediatico, con conseguente psicosi globale. Basti ricordare cosa accadde quando si verificò il fenomeno della Sars: soprattutto in Europa si alimentò il timore della pandemia, sfociato nell' acquisto (sconsideratamente) massiccio di farmaci.

 

Ecco: proprio il caso della «Severe acute respiratory syndrome» può rivelarsi istruttivo da questo punto di vista. Il nuovo coronavirus - chiamato 2019-nCoV - appartiene infatti alla stessa famiglia della Sars, che ebbe origine anch' essa in Cina, nella città di Foshan (7 milioni di abitanti) nel 2002. Indubbiamente non si trattò di uno scherzo: secondo quanto riportato dall' Oms, tra il 2002 e il 2003 la patologia provocò circa 800 decessi, determinando anche la morte di Carlo Urbani, il medico italiano che l' aveva identificata.

virus cinese virus cinese

Ciò detto, la stessa organizzazione - nel luglio 2003 - dichiarò che i focolai erano stati contenuti e che il rischio di contagio risultasse di fatto eliminato. Una situazione seria quindi, però non apocalittica. Tanto più che in Europa - nonostante il clima di allarmismo mediatico - il virus fu tenuto strettamente sotto controllo, mentre la Cina ebbe 348 decessi, seguita da Hong Kong (298); Taiwan (84); Canada (38) e Singapore (32).

ospedale di wuhan ospedale di wuhan

 

Ma la Sars non è l' unico esempio. Nel 2005, in occasione della cosiddetta influenza aviaria, ci fu chi parlò addirittura di un rischio di 150.000 morti solo in Italia: i decessi alla fine furono alcune centinaia a livello mondiale (616, fra 2013 e 2019, secondo la Fao). Una situazione abbastanza simile si verificò con l' influenza suina nel 2009: l' Oms prefigurò una possibile pandemia, scatenando un' autentica corsa al vaccino. Il risultato furono milioni di fiale che finirono poi distrutte, perché inutilizzate.

il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus 1 il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus 1 un infetto dal coronavirus in un aeroporto cinese un infetto dal coronavirus in un aeroporto cinese

 

Nel 2010, La Repubblica riportò che l' Italia da sola aveva acquistato 24 milioni di dosi contro il virus H1N1, al costo complessivo di 184 milioni di euro. Ebbene, su 10 milioni di dosi distribuite alle Asl, ne vennero inoculate alla cittadinanza meno di 900.000. Uno scenario simile si registrò anche in Germania: dopo aver acquistato ingenti quantitativi di vaccini - rimasti poi inutilizzati - i länder tedeschi iniziarono a smaltirli nel 2011, inviandoli agli inceneritori. Su 34 milioni di dosi comprate, ben 29 non vennero usate.

mercato del pesce di wuhan 1 mercato del pesce di wuhan 1

 

il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus 2 il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus 2

A questo proposito, nel 2013, il Journal of Epidemiology & Community Health pubblicò una ricerca secondo cui gli scienziati che nel 2009 avevano maggiormente enfatizzato i rischi dell' influenza suina erano legati - guarda caso - alle grandi industrie farmaceutiche. Quelle stesse industrie che, grazie al timore della pandemia, avevano avuto giri d' affari ciclopici. In questo senso, già nello stesso 2009, l' allora ministro della Sanità polacco, Ewa Kopacz, aveva parlato di «truffa» da parte delle grandi aziende del settore farmaceutico.

 

La situazione quindi è ingarbugliata: nessuno vuole mettere in discussione la serietà del nuovo virus cinese, però - visti i precedenti - sarebbe opportuno evitare allarmismi e psicosi da parte dei media. Perché il rischio che si generi un cortocircuito tra paure incontrollate e grandi interessi economici, come abbiamo visto, è oggettivo.

il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus CINESI IN VIAGGIO VIRUS CINESI IN VIAGGIO VIRUS

 

il virus cinese simile alla sars il virus cinese simile alla sars

Sotto questo aspetto, non va del resto trascurato un «dettaglio» interessante: come riportato dalla Cnn, le azioni delle case farmaceutiche cinesi sono salite alle stelle lunedì scorso, dopo che Pechino ha reso noti oltre 100 nuovi casi di contagio. Nella fattispecie, oltre una dozzina di aziende quotate a Shanghai e Shenzhen hanno visto rialzi del 10%. Il dato è significativo.

macellaia cinese macellaia cinese

 

Ecco perché, prima di tirare in ballo l' epidemia spagnola (come in passato è stato talvolta fatto), sarebbe forse necessario andare con i piedi di piombo. Allerta e allarmismo sono due concetti ben differenti. E l' allarmismo rischia solo di servire interessi che con la salute c' entrano poco.

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