APPENA CONCLUSO LO SPOGLIO, CONTE GIA' SPRIZZA EGOLATRIA DA TUTTI I CAPELLI TINTI: “DURERÒ FINO AL 2023” - IL VOLPINO DI PALAZZO CHIGI NON SI E’ SPESO IN CAMPAGNA ELETTORALE, NON HA SMOSSO UN VOTO, EPPURE SI CONGRATULAVA CON SE STESSO PER IL SUCCESSO DEL REFERENDUM (OTTENUTO DA DI MAIO) E PER IL RISULTATO DELLE REGIONALI (OTTENUTO DA ZINGARETTI) - E SE DA UN LATO I RISULTATI PUNTELLANO IL GOVERNO DALL’ALTRO IMPONGONO A “GIUSEPPI” DI ABBASSARE LA CRESTA PER ASCOLTARE I SUOI AZIONISTI, PD E M5S


Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

Conte Zingaretti

«Durerò fino al 2023». Le urne non erano ancora chiuse che già si metteva le medaglie al collo. Conte - unico caso di vincitore che non partecipa alla competizione - ieri si è congratulato con sé stesso mentre indossava il premio per il successo del referendum ottenuto da Di Maio e quello per il risultato delle Regionali ottenuto da Zingaretti. E non c'è dubbio che il voto stabilizzi il governo, ma se è vero che le medaglie hanno due facce, l'altro risvolto della sfida elettorale impone al premier di porre attenzione di qui in avanti alle iniziative dei partiti che lo sorreggono e alle reazioni delle Camere che gli danno la fiducia.

 

zingaretti conte

È chiaro intanto che gli alleati andranno a Palazzo Chigi per battere politicamente cassa. Per primo Zingaretti, che è sopravvissuto al tentativo di spallata del centro-destra, a cui avrebbe certamente fatto seguito la spallata nel partito: ce n'è traccia in alcune conversazioni delle scorse settimane, quando un ministro di seconda fascia del Pd arrivò persino a compulsare il sindaco di Bari Decaro per sapere cosa volesse fare in futuro.

 

Il segretario dem - che si è salvato ma non è ancora salvo - eviterà inizialmente di impantanarsi in una disputa sulle poltrone ministeriali. Piuttosto metterà il premier alla prova sul terreno più insidioso: sui provvedimenti. Già ieri ha iniziato a rivendicare il Mes e la modifica dei decreti Sicurezza, sui quali il Conte2 (versione giallo-rossa) ha difficoltà a sconfessare il Conte1 (versione giallo-verde).

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

E Zingaretti non può non sapere che la sua mossa provocherà la reazione di Di Maio, che presentandosi a commentare il successo referendario ha fatto capire chi è il capo di ciò che resta del Movimento. Ecco come si svilupperà la manovra a tenaglia su Palazzo Chigi da parte dei leader delle due maggiori forze della coalizione, stanchi di gareggiare per conto terzi.

 

È la disputa sul programma che potrebbe quindi aprire a nuovi scenari dopo le presidenziali americane: non si tratterebbe di un rimpasto, ma - per usare le parole di un autorevole esponente dem - di una «revisione politica degli assetti di governo». Formula troppo fumosa e dagli esiti affatto scontati per non rendere Conte ancor più sospettoso di quanto non lo sia per natura. E non deve far velo il suo eloquio adulatorio, perché all'occorrenza - è già accaduto - sa come avvisare gli alleati che si appellerebbe alla pubblica opinione in caso di sgambetti.

 

nicola zingaretti giuseppe conte

Ma il premier al momento non ha motivo di sentirsi minacciato, visto il responso delle urne. Ed è nelle cose che davvero possa durare «fino al 2023». C'è però un motivo se resta sempre all'erta, ed è per via dell'intesa tra Di Maio e Zingaretti sulla legge elettorale: perché il proporzionale non contemplerebbe un candidato premier, e dunque decreterebbe anzitempo il superamento della sua esperienza.

 

Il problema si affronterà più avanti, siccome per Conte sono altre le insidie nascoste nell'altra faccia delle medaglie di cui si è cinto. Il taglio dei parlamentari decretato dal referendum, combinato con il disastroso risultato del Movimento alle Regionali, rischia di destabilizzare ulteriormente i gruppi grillini, consapevoli che nella prossima legislatura saranno decimati. E allora la priorità di palazzo Chigi è verificare la fondatezza di certe voci, che vogliono il centro-destra all'opera per una campagna acquisti al Senato, lì dove la maggioranza è risicata e da ieri ha perso un altro seggio, visto l'esito delle suppletive in Sardegna.

 

Conte Zingaretti

Palazzo Madama è per i giallo-rossi una sorta di Fortezza Bastiani, il punto di osservazione di manovre politiche spesso annunciate e mai avvenute. Peraltro il voto di ieri - che pure segna per l'opposizione la conquista di un'altra regione e rimarca la sua superiorità numerica nel Paese - ha prodotto scorie tra i leader di centro-destra. Eppoi provare la strada delle elezioni anticipate, sapendo che non sono nel novero delle opzioni, sarebbe velleitario. Ma proprio perché il ritorno alle urne non è possibile, nella stabilità caotica della maggioranza c'è il rischio di incidenti che potrebbero rovinare la festa. E ieri Conte ha festeggiato: «Durerò fino al 2023».