ATTILA, CHE FLAGELLO! - SFREGIATI OLTRE 70 CAPOLAVORI NEI MUSEI DI BERLINO. E' IL PIU' GRAVE ATTACCO ALL'ARTE ANTICA MAI SFERRATO IN GERMANIA: L'INDIZIATO PRINCIPALE È ATTILA HILDMANN, UN EX CHEF VEGANO COMPLOTTISTA E ANTISEMITA, CHE DA TEMPO ACCUSA I MUSEI DI ESSERE IL "CENTRO DEI SATANISTI GLOBALI E DEI CRIMINALI DEL CORONAVIRUS" – LE TIRATE CONTRO LA NATURA “DEMONIACA” DI ANGELA MERKEL

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TONIA MASTROBUONI per repubblica.it

 

ATTILA HILDMANN

Non è un periodo fortunato per i musei berlinesi. Tre anni fa la notizia del furto di una moneta d’oro da cento chili con l’effigie della regina Elisabetta dal Bode Museum fece il giro del mondo. La “Big Maple Leaf” non fu mai ritrovata - e secondo gli inquirenti non lo sarà mai. Forse è stata fusa dai clan turco-libanesi che avevano orchestrato il clamoroso colpo.

 

Ma adesso una nuova, incredibile notizia scuote la capitale. Ignoti hanno imbrattato almeno settanta oggetti nella ‘Museumsinsel’, l’oasi al centro di Berlino che comprende alcuni dei musei più importanti della capitale. È probabilmente il più grave attacco all’arte antica mai sferrato in Germania.

 

musei berlino

Il 3 ottobre scorso, secondo la polizia criminale di Berlino, qualcuno ha spruzzato una sostanza oleosa su decine di capolavori custoditi nel Pergamon, nel Neues Museum e nella Alte Nationalgalerie. Macchiando indelebilmente sculture, quadri dell’Ottocento, sarcofaghi egizi e altre opere. Il principale indiziato è ormai una vecchia conoscenza dei raduni dei negazionisti del coronavirus: Attila Hildmann, chef vegano noto anche per il suo feroce antisemitismo e per le teorie complottiste.

 

A giugno Hildmann era stato cacciato dalla scalinata dell’Altes Museum dove aveva regolarmente tenuto i suoi deliranti mini comizi. La Fondazione Preussischer Kulturbesitz, che gestisce il museo, aveva successivamente esposto all’ingresso un enorme striscione contro razzismo, nazionalismo e antisemismo.

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Il bando dalla scalinata e la presa di distanza della fondazione avevano scatenato l’ira di Hildmann. Per tutta l’estate aveva aizzato i suoi sostenitori su Telegram - dove lo seguono oltre 100mila persone - contro l’oasi dei musei, sostenendo che l’altare di Baal custodito nel Pergamon sarebbe in realtà “il trono di Satana”. E che i musei sarebbero il “centro dei satanisti globali e dei criminali del coronavirus”. Di notte attirerebbero gli adepti del diavolo che celebrerebbero riti atroci, abusando di bambini e sacrificando esseri umani. Follie non inusuali negli ambienti esoterici, rilanciate con rabbia dallo chef al grido di “satanisti schifosi”.

 

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Hildmann ha anche compreso Angela Merkel nelle sue tirate, ricordando che la cancelliera abita vicino ai musei antichi, il che confermerebbe la sua presunta natura “demoniaca”. Le procure di Berlino e Brandeburgo stavano indagando già dalla scorsa estate per incitazione all’odio. Ma adesso l’ombra di un sospetto ben più atroce si allunga sull’ex star della cucina vegana.

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