1. BANG! BANG! UN POLIGONO DI TIRO SUI TETTI DI NAPOLI! COSÌ SI ADDESTRA LA “PARANZA DEI BAMBINI” DELLA CAMORRA, E CIOÈ UN GRUPPO DI BATTERIE COMPOSTE DA MINORENNI IMPEGNATE A FARSI LA GUERRA PER IL CONTROLLO DEI TRAFFICI ILLECITI, SOPRATTUTTO DROGA E RACKET CHE NEGLI ULTIMI MESI SI SONO RESI PROTAGONISTI DI GRAVI FATTI DI SANGUE
2. BERSAGLI, ANTENNE PARABOLICHE E MURI DEI PALAZZI DANNEGGIATI DA FORI DI PROIETTILE
3. NELLA ZONA DELLA SCOPERTA, IL BORGO DI SANT’ANTONIO, E NELLA VICINA FORCELLA, È IN CORSO DA TEMPO UNO SCONTRO TRA OPPOSTE FAZIONI CAMORISTICHE CHE VEDE COINVOLTI GLI EREDI DEI VECCHI BOSS DELLA ZONA, A COMINCIARE DAI GIULIANO, PER ANNI PADRONI ASSOLUTI
4. IL TIRO A BERSAGLIO SU UN GIOVANE IMMIGRATO PER TESTARE L’EFFICACIA DI UNA PISTOLA

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Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

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Un poligono di tiro sulla terrazza di uno stabile nel centro storico di Napoli è stato scoperto ieri dai carabinieri durante una perquisizione a un pregiudicato della zona. Secondo i militari, che hanno rinvenuto una pistola calibro 9 e una ottantina di munizioni tra le quali anche alcune per fucile, su quel terrazzo si esercitavano le nuove leve della camorra, quei giovanissimi che negli ultimi mesi si sono resi protagonisti di gravi fatti di sangue.

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A conferma che da quel terrazzo si sparasse ripetutamente, i carabinieri hanno trovato sia le antenne paraboliche quanto i muri dei palazzi circostanti danneggiati da fori di proiettile. Gli inquirenti fanno anche notare che è stato soltanto un caso che le esercitazioni dei giovani camorristi non abbiano provocato vittime, perché sarebbe stato facilissimo che un proiettile esploso dal terrazzo raggiungesse la finestra di uno dei tanti palazzi vicini (si tratta di vicoli dove la distanza tra gli stabili è molto ridotta) e colpisse qualcuno.

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Nella zona dove è stata fatta la scoperta, il Borgo di Sant’Antonio, e nella vicina Forcella, è in corso da tempo uno scontro tra opposte fazioni del crimine organizzato. Secondo gli investigatori si tratta di una vera e propria faida che vede coinvolti gli eredi dei vecchi boss della zona, a cominciare da quei Giuliano che di Forcella sono stati per anni i padroni assoluti.

 

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Poco più di un mese fa sono stati compiuti numerosi arresti, e in quell’occasione i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno confermato l’esistenza di quella che nei quartieri coinvolti veniva chiamata la «paranza dei bambini», e cioè un gruppo di batterie composte da minorenni impegnate a farsi la guerra per il controllo dei traffici illeciti, soprattutto droga e racket.


Dalle indagini che portarono a quel blitz emersero anche episodi agghiaccianti, come il tiro a bersaglio su un giovane immigrato — rimasto miracolosamente ferito soltanto in modo lieve — per testare l’efficacia di una pistola.

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I numerosi arresti del giugno scorso non sono comunque bastati a fermare lo scontro in atto, che proprio negli ultimi giorni ha subito una nuova impennata. Giovedì scorso è stato ammazzato Emanuele Sibillo, vent’anni non ancora compiuti, sfuggito all’ultima retata e quindi latitante. Non si era mai allontanato da Forcella ma prima dei carabinieri lo hanno trovato i rivali e lo hanno ucciso con un colpo di pistola alla schiena mentre lui cercava di scappare a piedi.

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La notte precedente un’altra sparatoria con tre feriti, due sedicenni e un diciassettenne. Uno di loro è ancora ricoverato in ospedale in gravissime condizioni. Quello che se la cavò con i danni più lievi, invece, al pronto soccorso fornì un nome falso e subito dopo se ne scappò. È stato proprio indagando su quell’episodio che i carabinieri sono andati a perquisire la casa dello zio di uno dei tre minorenni e hanno scoperto il poligono sul terrazzo.
 

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