LA BOCCASSINI FA ARRESTARE LA SUA SICUREZZA! - IN MANETTE DIRIGENTI DELLA LIDL, E VIGILANTES DELLA SOCIETÀ CHE LAVORA AL TRIBUNALE DI MILANO: LAVORAVANO PER CONTO DEL CLAN MAFIOSO CATANESE DEI LAUDANI. CHE AVEVANO MESSO LE MANI SUGLI APPALTI DEL GIGANTE TEDESCO DEI DISCOUNT (NON INDAGATO)

Condividi questo articolo


 

 

Da www.ilfattoquotidiano.it

 

donne nomadi rinchiuse al lidl follonica 2 donne nomadi rinchiuse al lidl follonica 2

Quattro direzioni generali che gestiscono più duecento supermercati della Lidl, cinque società con seicento dipendenti che si occupano della vigilanza al palazzo di giustizia, un filo rosso che lega le due Milano: quella vera, in Lombardia, e l’altra, quella in Sicilia, cioè Catania. L’ultima inchiesta della direzione antimafia meneghina conduce direttamente nella città che negli anni ’80 si era conquistata i gradi di “Milano del Sud” per l’alta concentrazione di aziende e fabbriche.

 

Solo che l’inchiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del sostituto Paolo Storari non si occupa soltanto d’imprese: c’è anche la mafia. A finire proiettata sulla città del Duomo è infatti l’ombra della famiglia Laudani, lo storico clan di Cosa nostra catanese, soprannominati i “mussi i ficurinia”, musi da fico d’india.

 

 

I quindici arrestati – Sono quindici le persone che stamattina sono state arrestate dalla squadra mobile di Milano e dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese: sono accusate di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi del clan catanese. Ed è proprio per i contatti con i Laudani che la sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano ha ordinato sei mesi di amministrazione giudiziaria per quattro direzioni generali su dieci della Lidl Italia:  gestiscono più di duecento punti vendita in tutto il Paese.

 

I dirigenti Lidl e la mafia – La presunta associazione per delinquere – si legge infatti nelle carte dell’inchiesta – avrebbe ottenuto “commesse e appalti di servizi in Sicilia” da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso “dazioni di denaro a esponenti della famiglia Laudani”, clan mafioso “in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la cogestione dei lavori in Sicilia”. Gli arrestati, inoltre, avrebbero ottenuto lavori da Lidl Italia “in Piemonte” attraverso “dazioni corruttive“. 

 

Boccassini Bionda Boccassini Bionda

Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Giulio Fanales parla di “stabile asservimento di dirigenti della Lidl Italia, preposti all’assegnazione degli appalti, onde ottenere l’assegnazione delle commesse, a favore delle imprese controllate dagli associati, in spregio alle regole della concorrenza e con grave nocumento per il patrimonio della società appaltante”. Gli arrestati avrebbero messo le mani su appalti Lidl riguardanti “l’organizzazione della logistica presso i magazzini ove è custodita la merce di natura non alimentare, l’allestimento di nuovi supermercati, il rifacimento di negozi preesistenti, le manutenzioni periodiche, o le riparazioni occorrenti in caso di guasti improvvisi”.

 

 

“Corrompere come pescare in un lago” – “È stata una indagine molto complessa, condotta in perfetta sinergia tra la Polizia e la Guardia di Finanza. Sono stati seguiti i passaggi di denaro, il denaro raccolto a Milano veniva consegnato alla famiglia Laudani”, ha spiegato il procuratore aggiunto Boccassini. “Per coloro che volevano corrompere – ha aggiunto il pm – era come pescare trote in un laghetto sicuro: sapevano esattamente chi, come e dove trovare le persone da corrompere”.

 

I vigilantes del tribunale commissariati – Ma non solo. Perché sempre la sezione misure di prevenzione del tribunale meneghino ha disposto un anno l’amministrazione giudiziaria della società che si occupava della sorveglianza privata del palazzo di giustizia del capoluogo lombardo.  Ma non solo. Perché sempre gli stessi magistrati  “In merito alla vicenda giudiziaria che vede coinvolte alcune società del Gruppo Securpolice, esprimiamo piena fiducia nell’operato della polizia giudiziaria e della magistratura. Confermiamo la propria disponibilità verso gli inquirenti per fornire ogni elemento utile a chiarire circostanze e fatti che vedono, a vario titolo, coinvolte alcune sue società”, fa sapere Mario Ortello, presidente del cda di Securpolice Group scarl, la società coinvolta nell’inchiesta.

GUARDIA DI FINANZA GUARDIA DI FINANZA

 

Le fatture di Cosa nostra – Dalle rivoli dell’indagine emerge poi come ai familiari dei detenuti che ricevevano aiuti economici dal clan mafioso Laudani, veniva richiesto dal “cassiere” della cosca di sottoscrivere “una ricevuta”.  Parte dei versamenti fatti alla cosca mafiosa, infatti, andava alle famiglie dei detenuti del clan. Il denaro, si legge negli atti del gip Fanales, “viene da un indagato portato in Sicilia e da costui consegnato nelle mani del cassiere del clan, Borzì Enrico“.

 

Il cassiere “tiene un apposito registro, in cui vengono indicati i riferimenti dei versamenti in ingresso (nominativi, date e importi relativi alle somme introitate) ed i riferimenti dei pagamenti in uscita (nominativi, date e importi relativi alle somme corrisposte)”. Al familiare del detenuto, “beneficiario del versamento, il cassiere richiede la sottoscrizione di una ricevuta”.

 

Perquisizioni Milano – Catania – Gli investigatori hanno ordinato più di 60 perquisizioni locali tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia, sequestri preventivi di beni immobili, quote sociali, disponibilità finanziarie e ordinanze di amministrazione giudiziaria nei confronti di società operanti nel settore della grande distribuzione, della vigilanza e sicurezza privata. La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno anche eseguito un decreto di fermo in provincia di Catania nei confronti di 2 indagati accusati di far parte dell’associazione di tipo mafioso riconducibile sempre alla famiglia dei Laudani.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."