IL CALIFFO E’ BEN GUIDATO E FORAGGIATO - L’ISIS E’ IL GRUPPO TERRORISTA PIU’ RICCO DEL MONDO: HA UN TESORO DA DUE MILIARDI DI EURO E DIETRO QUESTI DOLLARONI C’E’ IL QATAR, SUO PRINCIPALE FINANZIATORE - GLI EMIRI FINANZIANO I TERRORISTI PER COMBATTERE IL NEMICO SCIITA - - -

Uno studio del “Washington Institute per il Vicino Oriente” ha calcolato in “centinaia di milioni di dollari i versamenti compiuti da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra e Isis” - Ciò che accomuna questi “donatori” è la volontà di finanziare fondamentalisti sunniti impegnati a combattere il nemico sciita…

Condividi questo articolo


Maurizio Molinari per “la Stampa”

 

Abu Bakr al Baghdadi Abu Bakr al Baghdadi

Con un tesoro di oltre 2 miliardi di dollari lo Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi è il gruppo terrorista più ricco del Pianeta e la pista dei soldi porta allo Stato sospettato di esserne il maggiore finanziatore: il Qatar.

Il ministro dello Sviluppo tedesco Gerd Mueller punta l’indice sull’Emirato di Doha in un’intervista alla tv Zdf, spiegando che «i soldati del Califfo terrorista vengono pagati dal Qatar». È un passo che segue quello del vicecancelliere Sigmar Gabriel, ministro dell’Economia, che pochi giorni fa aveva suggerito ai colleghi dell’Ue di «iniziare a discutere chi finanzia Isis».

 

Abu Bakr al Baghdadi (2) Abu Bakr al Baghdadi (2)

Se la valutazione di 2 miliardi di dollari delle finanze del Califfo jihadista viene dal governo di Baghdad, la pista qatarina è stata descritta da David Cohen, vice-segretario Usa al Tesoro con la responsabilità dell’Intelligence e la lotta al terrorismo, che da Washington ha spiegato, già in marzo, come «donatori del Qatar raccolgono fondi per gruppi estremisti in Siria, a cominciare da Isis e al-Nusra» con il risultato di «aggravare la situazione esistente».

 

Abu Bakr al Baghdadi 3 Abu Bakr al Baghdadi 3

Un successivo studio del «Washington Institute per il Vicino Oriente» ha calcolato in «centinaia di milioni di dollari i versamenti compiuti da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra e Isis», che in precedenza era nota come «Al Qaeda in Iraq». Ciò che accomuna questi «donatori» è la volontà di finanziare gruppi fondamentalisti sunniti impegnati a combattere con ogni mezzo il nemico sciita ovvero qualsiasi alleato, reale o potenziale, di Teheran in Medio Oriente: dal regime di Bashar Assad in Siria agli Hezbollah in Libano fino agli sciiti in Iraq.

 

IRAQ - JIHADISTI DELL' ISIS IRAQ - JIHADISTI DELL' ISIS

Citando analisi americane, David Cohen ha aggiunto che «il Kuwait è l’epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria» mentre il Qatar ne costituisce il retroterra grazie ad «un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi». Sono tali elementi che hanno portato l’ultimo «Country Reports on Terrorism» del Dipartimento di Stato - relativo al 2013 - a definire il Qatar «ad alto rischio di terrorismo finanziario» ed il Kuwait teatro di «finanziamenti a gruppi estremisti in Siria».

 

Colpisce il fatto che entrambi i Paesi sono stretti alleati degli Stati Uniti ed in particolare il Qatar, che nella base di Al Udeid ospita l’avveniristico comando delle truppe Usa in Medio Oriente, ha ricevuto a metà luglio una commessa militare Usa da 11 miliardi di dollari che include elicotteri Apache, batterie di Patriot e sistemi di difesa Javelin. Proprio in occasione di questo accordo, il Qatar si impegnò con Washington ad accogliere cinque leader taleban scarcerati da Guantanamo per ottenere la liberazione del soldato Bowe Bergdahl prigioniero in Afghanistan.

IRAQ - JIHADISTI DELL' ISIS IRAQ - JIHADISTI DELL' ISIS

 

«Il Qatar ha una doppia identità - spiega Ehud Yaari, il più apprezzato arabista d’Israele - da un lato ospita soldati Usa e accoglie uomini d’affari israeliani ma dall’altra finanzia i più feroci gruppi terroristi sunniti».

 

In effetti l’Emirato guidato da Tamim bin Hamad Al Thani è stato messo all’indice da Arabia Saudita ed Egitto per il sostegno che diede ai Fratelli Musulmani di Mohammad Morsi e l’isolamento nella Lega Araba è cresciuto a seguito della scelta di Doha di schierarsi - unico Paese arabo - a favore di Hamas nel conflitto di Gaza con Israele.

 

maglietta pro isis maglietta pro isis

Fino al punto che fonti di Al Fatah hanno rivelato al giornale arabo Al-Hayat che «il Qatar sta sabotando il negoziato egiziano per una tregua permanente nella Striscia» e in particolare avrebbe «minacciato di espulsione il leader di Hamas Khaled Mashaal per impedirgli di accettare le più recenti proposte formulate dal Cairo».


A spiegare cosa c’è all’origine delle politiche del Qatar è Zvi Mazel, ex ambasciatore israeliano al Cairo, ricordando come «quando il presidente Gamal Abdel Nasser alla metà degli Anni Cinquanta espulse i leader dei Fratelli Musulmani questi si rifugiarono in Qatar» allora colonia britannica, forgiando un’intesa «con le tribù locali che ne ha fatto le interpreti di un fondamentalismo ostile a quello dell’Arabia Saudita».

iraq l'avanzata dei jihadisti 9 iraq l'avanzata dei jihadisti 9

 

Se infatti la tribù saudita degli Ibn Saud «predica il fondamentalismo sunnita in un unico Paese, ovvero l’Arabia - spiega Mazel - la tribù Al Thani del Qatar predica il fondamentalismo d’esportazione, quello dei Fratelli Musulmani che distingueva anche Osama bin Laden, e punta a rovesciare i regimi arabi esistenti».

 

Il contrasto fra Qatar e Arabia Saudita nasce dunque dall’interpretazione del Corano e si sviluppa in una rivalità per la leadership del mondo sunnita che si rispecchia in quanto sta avvenendo in Siria dove, secondo fonti d’intelligence europee, Doha e Riad «finanziano gruppi islamici rivali dentro l’opposizione ad Assad».

 

iraq l'avanzata dei jihadisti 8 iraq l'avanzata dei jihadisti 8

L’ex premier iracheno Nuri al-Maliki negli ultimi due mesi ha più volte accusato «Qatar e sauditi» di sostenere Isis, lasciando intendere che ognuno ha i propri interlocutori, e che Riad agirebbe assieme a Emirati Arabi e Bahrein, accomunati proprio dall’ostilità al Qatar. Al-Baghdadi dunque si gioverebbe di più fonti di finanziamento con il filone-Qatar tuttavia più corposo anche per la convergenza di interessi con la Turchia di Recep Tayyep Erdogan.

 

A metà mese l’agenzia russa Ria-Novosti ha rivelato che i fondi raccolti in Qatar avrebbero consentito a Isis di acquistare armamenti dell’ex Europa dell’Est grazie ad un network basato in Turchia. In particolare Isis avrebbe comprato blindati per trasporto truppe in Croazia, carri armati in Romania, mezzi per la fanteria in Ucraina e munizioni in Bulgaria riuscendo a sfruttare tali traffici anche per reclutare volontari in Kosovo e Bosnia.

 

 

iraq l'avanzata dei jihadisti 2 iraq l'avanzata dei jihadisti 2

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT – L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...