IL CASATIELLO, UN PIATTO DA FAVOLA - COSA C'ENTRA IL RUSTICO NAPOLETANO CON CENERENTOLA? UNA DELLE TESTIMONIANZE PIÙ ANTICHE SULL'ORIGINE DELLA TORTA SALATA NEL REGNO DI NAPOLI SI TROVA NEL "CUNTO DE LI CUNTI" DI GIAMBATTISTA BASILE, UNA RACCOLTA DI FIABE SCRITTA TRA IL 1634 E IL 1636 COL TITOLO DI "LA GATTA CENERENTOLA" - NELLA PRIMA VERSIONE DEL RACCONTO, IL PRINCIPE CERCA DI CONQUISTARE LA RAGAZZA CON...

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Estratto dell'articolo di Giacomo A. Dente per “il Messaggero”

 

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Il principe fa festa e il mitico Casatiello compare tra le portate di gran parata. […] La posta in gioco è ritrovare la ragazza meravigliosa che ha perso la sua scarpetta mandando in subbuglio il cuore del monarca. […]

 

La narrazione è di Giambattista Basile e si trova nel suo Cunto de li Cunti, una raccolta di fiabe scritta tra il 1634 e il 1636, col titolo di La Gatta Cenerentola, dove le vicende, a lieto fine, di Zezolla rappresenteranno una base per le fiabe successive dei Fratelli Grimm e di Charles Perrault.

LO Cunto de li Cunti Giambattista Basile

 

Per gli storici della gastronomia, però, questo banchetto costituisce soprattutto uno dei documenti più antichi che attestano l'origine di questa torta salata nel Regno di Napoli come simbolo dei festeggiamenti legati alle Resurrezione di Cristo. Cristiano Piccirillo, giovane chef e pizzaiolo della storica famiglia della Masardona di Napoli, […] del Casatiello conosce davvero ogni segreto: "intanto dobbiamo partire dal nome, che molto probabilmente deriva da caseus', formaggio in latino, a causa dell'abbondanza del pecorino che, di norma, ne impregna l'impasto.

 

IL PEPE

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Poi il resto lo fanno il pepe, la sugna (da aggiungere dopo la prima lievitazione, perché i grassi altrimenti la rallenterebbero), i cicoli, i salumi e le uova che ne impreziosiscono la composizione. Impreziosiscono, nel senso del sapore: occhio! perché questo è un cibo povero. Pensate che il Giovedì Santo le donnine dei bassi raggranellavano qualche spicciolo vendendo i casatielli in eccesso", […]

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LE FORME

[…]La forma ad anello, che rimanda al ciclo della resurrezione, le uova, le strisce di pane disposte a croce sono inequivocabili richiami simbolici, ma i gourmet napoletani sono non meno affezionati all'eleganza del Tortano. " Guai a fare confusione fra Tortano e Casatiello", scandisce con una divertita solennità, smentita dal sorriso, Bruno Pisaturo, gentiluomo e gourmet, oltre che autore di libri colti e divertenti sulla gastronomia all'ombra del Vesuvio. "Anche nel Tortano c'è il richiamo alla Passione di Cristo, in questo caso con la corona di spine, affidata ai cordoni di pasta attorcigliata. Poi, ci sono molte altre differenze, ma basti dire che qui non ci vanno i salumi e che le uova sode sono messe solo a spicchi nell'impasto". […]

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