I CLANDESTINI NON ARRIVANO SOLO COI BARCONI, MA ANCHE GRAZIE AGLI 007 - C'È PURE UN AGENTE DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI TRA GLI INDAGATI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E FALSITÀ IDEOLOGICA: SECONDO I PM UN GRUPPO DI PROFESSIONISTI TAROCCAVA I DOCUMENTI PER DARE LA CITTADINANZA ITALIANA A CHI NON NE AVEVA DIRITTO, IN CAMBIO DI SOLDI - UNA SPY STORY CHE COINVOLGE LA NOSTRA INTELLIGENCE CON LA PRESUNTA COMPLICITÀ DI UNA FUNZIONARIA DELLA PREFETTURA...

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Giuseppe Scarpa per "Il Messaggero"

 

LO STEMMA AISE LO STEMMA AISE

Dieci cittadinanze italiane conferite a chi non ne aveva alcun diritto. Falsificando tutto. Dichiarazione dei redditi e dati personali al fine di ottenere il definitivo via libera da parte del Ministero degli Interni. Ma oltre al grande imbroglio, architettato da un gruppo di professionisti di cui fanno parte un avvocato e un commercialista, nella vicenda c'è molto di più.

 

Una sorta di spy story che tira in ballo l'intelligence di casa nostra. Infatti il regista di questa storia - secondo la procura - è un agente dei servizi segreti italiani, Giancarlo Pirocca. Ormai un ex. Poiché l'Aise l'ha mandato via subito dopo la perquisizione che l'uomo ha ricevuto dai carabinieri di via In Selci.

 

CITTADINANZA ITALIANA CITTADINANZA ITALIANA

L'ACCUSA

Un'inchiesta delicata, andata in scena a Roma tra il 2014 e il 2019, che coinvolge anche altre persone. In tutto sono venti, tra cui una funzionaria della prefettura che, almeno in un caso, sarebbe stata complice del dipendente dell'Aise.

 

Si tratta di Anna Antonelli, accusata dagli inquirenti di falsità ideologica e che il prossimo 28 aprile sarà giudicata in un processo con il rito abbreviato. Gli altri indagati sono invece imputati per associazione a delinquere, tra cui appunto Pirocca.

 

Il protagonista dell'affaire è un uomo delle forze dell'ordine inserito nei ranghi dell'intelligence. E sfruttando questa sua posizione, per gli investigatori, avrebbe avviato un'attività redditizia per arrotondare lo stipendio.

 

ministero dell interno ministero dell interno

Non l'avrebbe fatto da solo. Ad aiutarlo anche un avocato e un commercialista che per suo conto falsificavano le pratiche. Mentre due immigrati gli procuravano i clienti da regolarizzare.

 

Ovviamente tutta la cricca si reggeva sui «compensi», come emerge nel capo d'imputazione, che i richiedenti pagavano per diventare italiani.

 

L'agente dei servizi segreti si sarebbe attivato in un secondo momento. Quando si trattava di ricevere «notizie riservate - questa la contestazione degli inquirenti - da parte dei funzionari dell'amministrazione pubblica».

 

MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELL'INTERNO

LA DIFESA

Insomma Pirocca avrebbe bussato alle porte degli uffici e sarebbe stato in grado di avere notizie sullo stato delle pratiche. A che titolo l'uomo riuscisse ad ottenere dei dati sensibili, semplicemente chiedendone conto ai dipendenti del ministero degli interni, non è chiaro.

 

A spiegare come sarebbero andate le cose, almeno in un caso e per quanto concerne l'episodio che vede coinvolta la sua assistita, è l'avvocato Alì Abukar Hayo. Il penalista difende la funzionaria della prefettura.

 

Per il legale la donna è innocente poiché avrebbe dato informazioni, su un'unica pratica, ad un agente dei servizi segreti regolarmente accreditato alla Prefettura.

 

prefettura prefettura

Ecco ciò che spiega il difensore di Anna Antonelli. «La mia assistita non ha commesso nessun tipo di reato. Sottolineo è innocente. L'informazione che la funzionaria ha fornito sulla richiesta di cittadinanza è stata data a Pirocca poiché costui era accreditato nell'ufficio come un dipendente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal momento che era in servizio all'Aise. Ed era autorizzato a chiedere questo tipo di informazioni. Dopodiché l'utilizzo che l'agente dei servizi ha fatto di quei dati non può riguardare la mia cliente. Lei ha eseguito ciò che le è stato detto di svolgere». A decidere sarà il gup Alessandra Boffi.

 

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