LA COMODA LATITANZA DI MATTEO MESSINA DENARO - IL CAPO DI COSA NOSTRA, RICERCATO DA ANNI DALLE FORZE DELL’ORDINE, SI È SOTTOPOSTO A UN INTERVENTO CHIRURGICO AGLI OCCHI A MESSINA, SENZA CHE NESSUNO VENISSE A SAPERLO - LO HA DETTO GASPARE SPATUZZA IN UNA DELLE ULTIME UDIENZE DEL PROCESSO "BORSELLINO QUATER" CHE SI STA CELEBRANDO DINANZI ALLA CORTE D'APPELLO DI CALTANISSETTA...

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Francesco Casula per il “Fatto quotidiano”

 

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Matteo Messina Denaro, il capo di Cosa Nostra, è stato sottoposto a un intervento chirurgico durante la sua latitanza. Proprio come Bernardo Provenzano, il suo predecessore alla guida della mafia siciliana che fu operato in una clinica in Francia. Il capo della cosca trapanese avrebbe subito un intervento agli occhi, ma a differenza di "Binnu" sarebbe stato operato in Italia, a Messina.

 

A svelarlo, come documentato dal sito stampalibera.it, è stato Gaspare Spatuzza in una delle ultime udienze del processo "Borsellino quater" che si sta celebrando dinanzi alla Corte d' appello di Caltanissetta. Spatuzza, ex capo della famiglia di Brancaccio e autore dell' omicidio di don Pino Puglisi, dopo la sua conversione ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia squarciando il velo di silenzi su diversi aspetti della fase stragista voluta da Totò Riina nei primi anni '90.

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Secondo quanto raccontato dal quotidiano online, nel corso della sua ultima deposizione in aula l' ex boss di Brancaccio ha accennato a questo episodio senza tuttavia riuscire a inquadrarlo temporalmente.

 

Rispondendo a domande sull' esplosivo utilizzato da Cosa nostra tra il 1992 e il 1993, Spatuzza ha detto che "Oltre a quello recuperato in mare, sentii dire che l' esplosivo veniva da Messina o da Catania" aggiungendo che si trattava "esplosivo con gelatina, confezionato in salsicciotti trasparenti Quindi quell' esplosivo a me estraneo l' ho collegato a quello che potesse arrivare da Messina o da Catania Ho appreso successivamente alle stragi, che i fratelli Garofalo erano stati coinvolti in una situazione, che dovevano reperire delle armi E che in tale circostanza era coinvolto il Renzino Tinnirello. Questo credo che riguardasse Catania Su Messina - ha poi precisato il collaboratore - inerente all' esplosivo, non mi è stato detto Non ricordo C' è un particolare da Messina, però, ma credo che era per una problematica di Matteo Messina Denaro".

 

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A quel punto ha evidentemente messo a fuoco la vicenda e chiarito: "So un particolare, in cui Matteo Messina Denaro ha subito un intervento agli occhi a Messina In questa vicenda era coinvolto Nino Mangano Messina Denaro all' epoca si andò a curare sotto il nome di Giorgio Pizzo, un uomo del nostro gruppo, della famiglia di Brancaccio. Andò a curarsi a Messina sotto il controllo di Nino Mangano". Un passaggio veloce che conferma ancora una volta come anche Messina Denaro, nonostante le ricerche, sia riuscito negli anni a muoversi con libertà in Sicilia.

 

Spatuzza non è stato in grado di offrire maggiori dettagli, ma stando agli atti giudiziari quell' operazione potrebbe essere avvenuta tra il 23 maggio 1992, giorno della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la omoglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, e la fine del 1993 quando il blitz "Spartacus" portò in carcere numerosi appartenenti alla famiglia Brancaccio.

Messina Denaro al matrimonio della sorella Messina Denaro al matrimonio della sorella

 

Tra questi, infatti, proprio Giorgio Pizzo, l'uomo che aveva prestato la sua identità al boss che qualche tempo dopo avrebbe preso il posto dei corleonesi al vertice della mafia siciliana. L' operazione sarebbe avvenuta a causa dei problemi di miopia che affliggono il boss e che diversi collaboratori di giustizia avevano segnalato all' autorità giudiziaria a proposito dell' ultima primula rossa siciliana.

 

Qualche anno più tardi, nel 2003, fu come detto "Binnu" Provenzano a recarsi per almeno due volte in Francia, precisamente alla Clinica "Licorne" di La Ciotat a Marsiglia, per sottoporsi nel giugno 2003 a una serie di visite mediche e, nel successivo mese di ottobre, a un intervento chirurgico. In uno di quei viaggi, secondo quanto raccontato dai pentiti, l' autista del boss di Corleone fu Nicola Mandalà: questi, insieme alla sua famiglia, offrì piena assistenza a Binnu durante quel periodo delicato e persino una festa di bentornato in Sicilia dopo l' intervento.

 

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