LA COSTA AZZURRA SPERIMENTA IL COSTO DEL “FACCIAMO COME CI PARE” - LIMITI AI RISTORANTI E AI BAR, LO STOP AGLI ASSEMBRAMENTI E MISURE NELLA SPERANZA DI EVITARE IL SECONDO BLOCCO TOTALE - SI È CERCATO DI RILANCIARE LE ATTIVITÀ E TURISMO IN MODO IRRESPONSABILE E ORA? MARSIGLIA E’ ZONA AD ALTO RISCHIO, NIZZA E’ IN ALLARME  

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Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

COSTA AZZURRA

In Costa Azzurra hanno fatto i bravi fintanto che è durato il lockdown. Poi hanno aperto le porte, i porti e il cielo. C'era da salvare mezza stagione, spingeva la voglia di «scappare» all'assedio del Covid. E così ora fanno i conti. Marsiglia è zona ad alto rischio, Cannes un po' meno, Nizza in allarme. Inevitabili i limiti ai ristoranti e ai bar, lo stop agli assembramenti e misure nella speranza di evitare il secondo blocco totale. Come in altri luoghi d'Europa che vivono di turismo, si è cercato di rilanciare le attività. L'aeroporto - il secondo di Francia - dopo la lunga pausa ha riattivato uno dei due terminal.

 

MOVIDA IN COSTA AZZURRA

Non serve consultare l'orario, basta guardare in alto mentre cammini sulla Promenade: gli aerei passano bassi, voli da tutta Europa, dal Nord Africa, da luoghi che avevano problemi di contagi. Sono rimasti chiusi soltanto i collegamenti diretti con New York, Montreal, la Cina, Doha e Dubai, simboli della proiezione globale. Sono riapparsi i jet privati dei miliardari. Non numerosi, almeno all'inizio a causa di controlli. Con il passare delle settimane c'è chi ha trovato il modo di raggiungere la meta usando delle scappatoie, tipo residenza all'estero o carta bancaria europea.

 

Aerei, noleggiati da chi se lo può permettere, sono decollati dalla Russia e dalle ex repubbliche dell'Unione sovietica puntando sulla riviera francese, su Alicante, Barcellona e Cipro trasferendo Vip decisi a raggiungere il Mediterraneo. Magari per passare un periodo a bordo di super yacht. Fino a pochi giorni fa nella baia di Villefranche era all'ancora l'Ace, «barca» da 160 milioni di dollari, e vicino il Garçon, sua unità d'appoggio fornita di elicottero, motoscafi e cambusa piena. Tutto a disposizione del proprietario, un industriale armeno o ucraino, dipende dalle fonti. A sentire i direttori degli hotel di lusso l'assenza degli emiri del Golfo si è fatta sentire.

 

COSTA AZZURRA

Non solo perché occupavano appartamenti costosi, ma per l'indotto di feste, servizi d'ogni genere, spese generose. Sono inoltre saltati molti eventi in programma per questi mesi, meeting che nella sola Cannes avrebbero portato montagne di euro. Ma le persone normali non hanno rinunciato alla vacanza. Colonne di francesi hanno puntato verso sud, in auto o con i low cost e a loro si sono unite famiglie di scandinavi, ungheresi, britannici, italiani in cerca di relax. Erano previste le protezioni, solo che nell'aria non avvertivi la pressione dei mesi trascorsi.

 

Meno visitatori sì, però anche meno tensione: nelle stradine dei centri storici pochi indossavano le mascherine, non sempre rispettato il distanziamento dei tavoli. Alcuni luoghi di ritrovo erano all'aperto, ma in spazi ridotti. La responsabilità è collettiva, pesa la posizione geografica su asse stradale importante, contano i grandi numeri mescolati all'insofferenze. Storie simili ai focolai italici.

 

costa azzurra MENTONE

Forse non è stata una buona idea far partire il Tour de France da Nizza, con l'intera comitiva sistemata per tre giorni in città. Presenze, ossigeno per le casse e un tracciato pittoresco dalle spiagge ai borghi antichi sulle alture. Una bella cartolina dove era inevitabile che ci fossero gli spettatori un po' troppo vicini. Eppure il sindaco Christian Estrosi, figura rispettata, è consapevole dei rischi, visto che in marzo è risultato positivo al virus.

 

Esperienza personale che lo ha aiutato nella gestione dell'emergenza, con distribuzione gratuita delle mascherine agli abitanti, regole chiare, grande attenzione per proteggere una comunità che ha sofferto un colpo durissimo per mano del terrorismo, ma si è rialzata. Immediatamente. La sua strada è angusta, chiusa tra la tutela della salute e la pressione di chi deve lavorare. Il governo ha chiesto di chiudere alle 22 i locali, lui - davanti alla minaccia di una protesta di massa - ha suggerito soluzioni alternative per ridurre l'impatto sulla quotidianità. E quanto avviene qui è osservato con preoccupazione oltre confine, con le migliaia di frontalieri italiani che entrano in Francia e i negozi liguri dove i nostri «cugini» vanno a fare la spesa. I guai del vicino alla fine riguardano tutti.