“ANDAVO VELOCE, NON MI SONO RESA CONTO DI COSA È SUCCESSO…” – PARLA CHIARA SILVESTRI, LA 23ENNE CHE HA TRAVOLTO E UCCISO FRANCESCO VALDISERRI: “SONO DEVASTATA DAL SENSO DI COLPA” - LA RAGAZZA E’ RISULTATA POSITIVA SIA ALL'ALCOL-TEST CHE AL DRUG-TEST, HA AMMESSO DAVANTI AI MAGISTRATI DI AVER BEVUTO QUELLA SERA. D'ALTRONDE IL TASSO ALCOLEMICO RILEVATO NEL SANGUE ERA TRE VOLTE SUPERIORE AL LIMITE MASSIMO CONSENTITO – HA DETTO DI NON SAPERE COME ABBIA FATTO A FINIRE CON LA SUA AUTO SUL MARCIAPIEDE E NON HA SPIEGATO PERCHE' HA PERSO IL CONTROLLO DEI VEICOLO: ALLA DOMANDA SE STESSE USANDO IL CELLULARE, HA RISPOSTO DI NO. MA ORA...


1 - LA 23ENNE ALLA GUIDA «SONO DEVASTATA DAL SENSO DI COLPA»

Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”

 

FRANCESCO VALDISERRI 1

Risponde. Ammette. Piange. «Andavo veloce, non mi sono resa conto di cosa è successo. Di colpo ho visto quei ragazzi...» spiega Chiara Silvestri, la ventitreenne di Dragona che la notte di mercoledì ha travolto e ucciso Francesco Valdiserri, nel corso dell'interrogatorio di garanzia di fronte al gip. Dagli arresti domiciliari dove si trova da giovedì (ieri convalidati), ha ricostruito gli avvenimenti con un margine di incertezza, quasi i contorni di quella notte fossero sbiaditi.

 

FRANCESCO VALDISERRI 2

Incertezza dovuta allo stato confusionale nel quale versava ed è poi precipitata per lo choc, ha spiegato accanto al suo avvocato, Paolo Leoni. La giovane, accusata di omicidio stradale, ha fatto sapere di essere «devastata dal senso di colpa» per la morte del ragazzo, quasi un coetaneo. E di sentirsi «confusa» su molti dettagli al punto che l'interrogatorio è stato sospeso più volte per poi essere ripreso dopo lunghe pause.

 

Al pm Erminio Amelio, ora, il compito di fare chiarezza sulla dinamica dell'incidente avvenuto, va ricordato, su un marciapiede della Cristoforo Colombo. Chiara Silvestri viaggiava a una velocità superiore ai 50 chilometri orari prescritti in quella tratta. Nel corso dell'interrogatorio la ragazza si è detta «consapevole» di questo ma non ha saputo precisare con esattezza a quanto viaggiasse con la sua Suzuki Swift.

 

LUCA VALDISERRI

Probabilmente non aveva controllato il contachilometri. È il motivo per il quale il pm ha deciso che disporrà una consulenza cinetica che sciolga la questione al cuore dell'inchiesta. La morte di Francesco, figlio dei colleghi Paola Di Caro e Luca Valdiserri, va considerata, infatti, una tragedia della velocità.

 

Ma Silvestri ha ammesso anche altre due circostanze: l'abuso di alcol di quella sera.

«Avevo bevuto, è vero», ha detto ai magistrati che le chiedevano spiegazioni. E il fatto di aver consumato cannabinoidi nei giorni immediatamente precedenti alla notte di mercoledì. Resta il rebus del cellulare. Parlava? Controllava lo schermo? Messaggi? Non vi sono particolari evidenze al riguardo e Silvestri ha precisato di non essere stata al telefono, ma la sua versione dovrà essere confermata dai periti della Procura ai quali è stato affidato il dispositivo.

 

funerali di francesco valdiserri

2 - «E' VERO, AVEVO BEVUTO, QUEI DUE NON LI HO VISTI»

Valeria Di Corrado per “il Messaggero”

 

È stato difficile per il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma portare a termine l'interrogatorio di garanzia di Chiara Silvestri. La 23enne, finita agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio stradale, per aver travolto con la sua Suzuki Swift il 18enne Francesco Valdiserri, ieri mattina scoppiava di continuo a piangere mentre il gip e il pm le ponevano le domande. Era sotto shock e ripeteva di sentirsi in colpa. Non si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma il suo racconto è stato costellato di non ricordo.

 

i funerali di francesco valdiserri

«Non li ho visti», ha spiegato l'indagata parlando della vittima e del suo amico Niccolò sopravvissuto, che la notte tra mercoledì e giovedì scorso stavano camminando lungo il marciapiede di via Cristoforo Colombo, all'altezza di via Giustiniano Imperatore, dopo aver visto un film al cinema.

 

«NON STAVO AL TELEFONO»

La ragazza sostiene di non sapere come abbia fatto a finire con la sua auto su quel marciapiede. La macchina ha sbandato - non ci sono segni di frenata sull'asfalto - ma il motivo per cui ha perso il controllo, Chiara non l'ha chiarito. Alla domanda se stesse usando il cellulare, ha risposto che non stava telefonando. La perizia disposta dal pubblico ministero sul suo smartphone chiarirà questo aspetto. Ma, anche se dovesse risultare vero che non stava chiamando nessuno, non significa che non potesse essere stata distratta dal telefonino, magari da una semplice notifica di un messaggio o di un post sui social.

 

giorgia meloni ai funerali di francesco valdiserri 3

Conferme o smentite su questo potrebbero arrivare dalla testimonianza del suo amico, Emanuel Datan Pesa, che era seduto a fianco a lei. Il ragazzo è stato sentito a caldo, subito dopo l'incidente, dagli agenti della Municipale del gruppo Marconi. Ma molto probabilmente domani verrà ascoltato a sommarie informazioni dal pubblico ministero, con l'obbligo di dire la verità, perché in caso contrario rischia di incorrere nei reati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento.

 

ALTERAZIONE PSICO-FISICA

La 23enne, risultata positiva sia all'alcol-test che al drug-test, ha ammesso davanti ai magistrati di aver bevuto quella sera. D'altronde il tasso alcolemico rilevato nel sangue era tre volte superiore al limite massimo consentito. Mentre ha precisato che mercoledì non aveva fumato assunto sostanze e che aveva fumato della cannabis un paio di giorni prima. Questo suo stato di alterazione psico-fisica costituisce un aggravante, che si aggiunge al fatto di essere recidiva. Due anni fa, infatti, le era stata sospesa la patente perché si era rifiutata di sottoporsi al drug test.

 

Un altro aspetto che le indagini dovranno chiarire riguarda la velocità a cui andava. Chiara ha detto di non ricordarselo, di non aver guardato il contachilometri prima dell'impatto. Ma molto probabilmente, considerati i danni riportati dalla sua auto, procedeva a più di 70 all'ora, quindi oltre il limite consentito. Per accertare questa circostanza, domani il pm conferirà l'incarico per una consulenza cinematica. Questa, infatti, potrebbe essere un'altra aggravante che potrebbe far lievitare la pena di un'eventuale condanna.