“E-MAIL E WHATSAPP SONO CORRISPONDENZA” - LA CORTE COSTITUZIONALE, A DIFFERENZA DI QUANTO STABILITO DALLA CASSAZIONE, DÀ RAGIONE A RENZI E ACCOGLIE IL CONFLITTO SOLLEVATO CONTRO LA PROCURA DI FIRENZE CHE HA INDAGATO SULLA FONDAZIONE OPEN (MATTEONZO È ACCUSATO DI FINANZIAMENTO ILLECITO INSIEME AGLI EX MINISTRI BOSCHI E LOTTI, ALL'AVVOCATO ALBERTO BIANCHI E A MARCO CARRAI) - MA SU UN ALTRO ASPETTO LA CORTE HA DATO RAGIONE ALLA PROCURA E TORTO A RENZI...
-Estratto dell’articolo di Antonella Mascali e Valeria Pacelli per il Fatto Quotidiano
La Corte costituzionale cambia una parte delle regole per le indagini penali dei pubblici ministeri che si imbattano in parlamentari: amplia la loro immunità. Avrà effetti non solo su Matteo Renzi la sentenza numero 170 con la quale la Consulta ieri ha dato ragione al Senato e al leader di Italia Viva nel conflitto sollevato contro la Procura di Firenze che ha indagato sulla Fondazione Open.
I giudici hanno stabilito che i pm non potevano acquisire “senza preventiva autorizzazione del Senato” mail e Whatsapp: né quelli di Renzi, parlamentare, e nemmeno quelli “a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di disposizioni di sequestro nell 'ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi”.
La Corte, a differenza di quanto stabilito in altre sentenze dalla Cassazione, ha ritenuto che questo tipo di messaggistica sia “riconducibile alla nozione di 'corrispondenza' costituzionalmente rilevante”, ecco perché i pm avrebbero dovuto chiedere l'autorizzazione parlamentare al sequestro.
Su un altro aspetto, invece, la Corte ha dato ragione alla Procura e torto al Senato e a Renzi: non serviva l'autorizzazione per il sequestro dell'estratto conto bancario “in quanto non era stato spedito dalla banca al parlamentare, ma allegato a segnalazioni di operazioni bancarie (...) della Banca d'Italia”.
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La decisione della Consulta, comunque, non dovrebbe incidere sul procedimento in corso a Firenze, che riprenderà il 22 settembre in udienza preliminare. Renzi è accusato di finanziamento illecito insieme agli ex ministri Maria Elena Boschi e Luca Lotti, all'avvocato Alberto Bianchi e all'imprenditore Marco Carrai. Quest'ultimo ha anche incassato diversi pareri favorevoli della Cassazione, dove aveva fatto ricorso contro i sequestri subiti nel 2019: l'ultimo, senza rinvio, a febbraio 2022 quando i giudici hanno anche stabilito la restituzione, senza trattenere copia, dei dispositivi sequestrati.
Se ieri per Renzi è stato “il giorno del trionfo del diritto”, in questi mesi non ha perso occasione per attaccare i pm fiorentini, contro i quali ha depositato alcune denunce a Genova. Qui una prima denuncia per abuso d'ufficio è stata archiviata: per i giudici i colleghi toscani non hanno violato la legge nell'acquisire i messaggi del politico senza l'autorizzazione del Senato. Un'opposizione opposta a quanto sostenuto ieri dalla Consulta.