“CON UN FORNO AVREI FATTO PRIMA” – LA 70ENNE DI VIA FANI CON PROBLEMI PSICHICI CHE HA TENUTO ALMENO PER UNA DOZZINA DI GIORNI IL CORPO DEL COMPAGNO SUL BALCONE PER POI BRUCIARLO, SI PORTEREBBE DIETRO UN RIMPIANTO: NON AVER FATTO IN TEMPO A FAR SPARIRE TUTTO – E' INDAGATA PER OMICIDIO VOLONTARIO...

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Adelaide Pierucci per “il Messaggero”

 

morto carbonizzato a via fani

Settimane a vegliare il cadavere e poi, chissà perché, giorni trascorsi per farlo sparire. Maria Carla M., la settantenne di via Fani con problemi psichici che ha tenuto almeno per una dozzina di giorni il corpo del compagno sul balcone per poi bruciarlo, si porterebbe dietro un rimpianto: non aver fatto in tempo a far sparire tutto. «Con un forno avrei fatto prima».

 

E visto che per il gip bisogna ancora verificare se si sia trattato di morte naturale e non piuttosto di omicidio, oggi la donna, un'ex direttrice di banca arrestata i primi di maggio appena è spuntato dal balcone un piede carbonizzato, dovrà presentarsi all'interrogatorio di garanzia per rispondere non solo dell'accusa di soppressione di cadavere ma anche di omicidio volontario. Che però non sembra scontato.

 

«Era malato ed è morto in casa», ha spiegato, anche se in maniera confusionale, l'ex bancaria al momento del fermo, «e qui lo volevo tenere. Ma visto che, nonostante le mie cure, la puzza era diventata insopportabile l'ho trascinato sul balcone e poi gli ho dato fuoco». Con una tanica di benzina, secondo i carabinieri, fatta comprare da un conoscente con la scusa di dover sterilizzare i balconi.

morto carbonizzato a via fani

 

Una folata, invece, il 3 maggio, ha mandato in aria i suoi piani. E il corpo carbonizzato di Boris Crinic, cinquant'anni, suo compagno da quasi venti, è spuntato dal primo piano di una palazzina di via Mario Fani seminando orrore. Il vento ha sollevato un pezzo di telo che l'avrebbe dovuto nascondere facendo spuntare un piede e un polpaccio carbonizzati.

 

«Per giorni e giorni ho sentito di tanto in tanto un forte odore di bruciato», ha detto incredula una vicina. E' stata un'adolescente a fare l'orripilante scoperta. «Mamma, c'è un cadavere su quel balcone», ha detto dando l'allarme una tredicenne, «Vedo un piede. Hanno ucciso qualcuno...».

 

Tra le palazzine che si affacciano sulla lapide che ricorda la strage per il rapimento di Aldo Moro era scattato così il passaparola. Poi una telefonata ai carabinieri ha fatto scoprire il cadavere e il giallo che si porta dietro. Ancora non si sa, infatti, quando e come sia morto Boris Crinic, un romeno che viveva a Roma da anni. Un primo accertamento tecnico disposto dalla procura ha stabilito in compenso l'ultima volta che il suo telefonino è stato acceso: il 31 gennaio. Potrebbe essere la data della morte o per lo meno prossima. Di sicuro l'uomo non si vedeva più nel piccolo condominio da diverse settimane. «Mesi», precisa un vicino, «Pensavamo fosse partito».

MORTO CARBONIZZATO A ROMA VIA FANI

 

E invece Crinic era morto in casa e lì era rimasto senza sepoltura in balia della compagna. La puzza nauseante era stata scambiata per il lezzo lasciato dai cani trascurati o dalle cianfrusaglie e l'immondizia accatastata nella casa. «Quel fagotto era sul balcone da giorni», ha riferito un conoscente, «Rabbrividisco ora nel ripensarci». In casa non sono stati trovati segni di incendi. E sul balcone c'è solo un tratto leggermente annerito. E' possibile quindi che l'ex direttrice di banca abbia appiccato fuoco al cadavere dopo averlo cosparso con la benzina quando già era disidratato oppure abbia agito un po' alla volta, con costanza, per giorni.

 

In carcere, e sempre perseguitata dal suo forte disagio psicologico, le è sfuggita una delle tante verità ripetute: «Se avessi avuto un forno avrei fatto prima». Intanto a giorni dovrebbero conoscersi le conclusioni dell'autopsia affidata dal pm Pierluigi Cipolla al medico legale del Policlinico Gemelli Antonio Oliva. Martedì prossimo invece si discuterà davanti ai giudici del Riesame il ricorso presentato dal difensore della donna, l'avvocato Andrea Palmiero. Per il penalista la donna non è un'assassina: «La signora, anzi, va scarcerata e aiutata».

MORTO CARBONIZZATO A ROMA VIA FANI