“HO RISCHIATO DI MORIRE DUE VOLTE” - EMILIA CLARKE, LA REGINA DEI SETTE REGNI IN “GAME OF THRONES”, RIVELA IL SUO DRAMMA PERSONALE VISSUTO OTTO ANNI FA: “HO AVUTO DUE ANEURISMI CEREBRALI E HO SUBITO DUE INTERVENTI AL CERVELLO. AVEVO APPENA FINITO DI GIRARE LA PRIMA STAGIONE ED ERO IN PALESTRA QUANDO HO AVVERTITO UN DOLORE FORTISSIMO ALLA TESTA. STRISCIANDO SONO ARRIVATA AL BAGNO E…” (FOTO PICCANTINE)

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Simone Pierini per "www.leggo.it"

 

emilia clarke emilia clarke

I fan più appassionati la identificano come Daenerys Targaryen di Game of Thrones. Lei è Emilia Clarke e ha svelato il dramma personale vissuto otto anni fa. «Ho avuto due aneurismi cerebrali e ho subito due interventi al cervello», ha confidato l'attrice al New Yorker durante un'intervista.

 

La "Regina dei sette regni" della serie tv più celebre degli ultimi anni ha rischiato di morire poco dopo aver girato la prima stagione del Trono di Spade nel ruolo che l'ha resa una vera diva della tv. «Proprio quando tutti i miei sogni di infanzia sembravano diventare realtà ho quasi perso la ragione e poi la mia vita - ha detto - Non ho mai raccontato questa storia pubblicamente, ma ora è arrivato il momento giusto». 

KIT HARINGTON E EMILIA CLARKE KIT HARINGTON E EMILIA CLARKE

 

Emilia Clarke ha raccontato cosa ha vissuto dopo la prima stagione, quando la fama l'aveva catturara in pieno. «Avevo paura dell'attenzione di un lavoro che non riuscivo quasi a capire - spiega - di provare a non deludere la fiducia che i creatori della serie avevano riposto in me. Mi sentivo, in ogni modo, esposta.

 

Nel primo episodio apparivo nuda e dal primo incontro con la stampa in poi mi hanno sempre chiesto la stessa domanda, varie versioni di 'Interpreti una donna così forte e tuttavia ti spogli. Perché?'. Nella mia testa avrei voluto rispondere 'Quanti uomini devo uccidere per dimostrare il mio valore?». 

 

Questo forte stress l'ha spinta a cercare un modo per scaricare la tensione. Così si è affidata a un personal trainer, ma all'improvviso qualcosa è andato storto. «Quando ho iniziato l'allenamento ho dovuto farmi forza per andare oltre i primi esercizi. Poi il mio allenatore mi ha fatto mettere in posizione plank e ho immediatamente provato la sensazione che una fascia elastica stesse schiacciandomi il cervello - racconta Emilia Clarke - Ho cercato di ignorare il dolore e andare avanti, ma semplicemente non ci riuscivo.

emilia clarke vintage allo specchio emilia clarke vintage allo specchio

 

Ho detto al mio allenatore che dovevo fare una pausa e in qualche modo, quasi strisciando, sono arrivata nello spogliatoio. Ho raggiunto il bagno, mi sono piegata sulle ginocchia e ho vomitato tanto e violentemente. Nel frattempo il dolore stava peggiorando. In un certo senso sapevo cosa stava accadendo: il mio cervello era danneggiato.

 

Per alcuni momenti ho provato ad allontanare il dolore e la nausea. Ho detto a me stessa: 'Non rimarrai paralizzata'. Ho mosso le dita delle mani e dei piedi per assicurarmi che fosse vero. Per mantenere attiva la memoria ho provato a ricordare, tra le varie cose, alcune battute de Il trono di spade». 

emilia clarke su glamour emilia clarke su glamour

 

In suo soccorso è giunta una donna che ha chiesto aiuto, poi la corsa in ospedale. «Ricordo il suono di una sirena, un'ambulanza - dice - ho sentito delle nuove voci, qualcuno che diceva che il polso era debole. Stavo vomitando bile. Qualcuno ha trovato il mio telefono e ha chiamato i miei genitori, che vivono a Oxfordshire, e gli hanno detto di raggiungermi al pronto soccorso del Whittington Hospital. Avevo avuto un aneurisma, la rottura di un'arteria.

 

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Come ho scoperto in un secondo momento, circa un terzo dei pazienti con la stessa diagnosi muore immediatamente o poco dopo. Per i pazienti che sopravvivono è richiesto un intervento d'urgenza per bloccare l'aneurisma perché c'è un alto rischio di una seconda, spesso fatale, emorragia. Se volevo vivere ed evitare dei deficit terribili dovevo essere immediatamente operata. E anche in quel caso non c'erano garanzie». 

 

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L'attrice è stata quindi operata al cervello. «Intervento al cervello? Ero nel mezzo della mia vita piena d'impegni, non avevo tempo per un intervento al cervello - racconta ancora - Ma alla fine ho acconsentito e ho firmato la liberatoria. E poi sono stata priva di sensi. Per le successive tre ore i chirurghi hanno lavorato per riparare il mio cervello. Non sarebbe stato il mio ultimo intervento e nemmeno l'ultimo. Avevo 24 anni». 

 

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«Quando mi hanno svegliato stavo urlando dal dolore. La procedura non aveva funzionato - le parole di Emilia Clarke - Avevo un'importante emorragia e i dottori mi hanno detto chiaramente che le mie chance di sopravvivenza erano poche se non mi operavano di nuovo. Questa volta dovevano accedere al mio cervello attraverso il cranio e l'operazione doveva avvenire immediatamente. Il recupero è stato ancora più doloroso rispetto a quello precedente. Avevo l'aspetto di qualcuno che aveva affrontato una guerra molto più violenta rispetto a quelle affrontate da Daenerys. Ero uscita dall'operazione con un drenaggio che usciva dalla testa. Parti del mio cranio erano state sostituite con il titanio.

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Ora la cicatrice che fa una curva dalla testa all'orecchio non si vede, ma inizialmente non sapevo se si sarebbe vista. E c'era, in particolare, la costante preoccupazione riguardante ogni possibile perdita cognitiva o dei sensi. Sarebbe stata la concentrazione? La memoria? La visione periferica? Ora dico alle persone che mi ha privato del mio buon gusto in fatto di uomini, ma ovviamente niente all'epoca sembrava divertente.

 

Ho trascorso un mese in ospedale e in certi momenti avevo perso tutte le speranze. Non riuscivo a guardare nessuno negli occhi. C'era una terribile ansia, attacchi di panico. Non sono stata cresciuta pensando di dire che qualcosa non è giusto, mi hanno insegnato a ricordarmi che c'è sempre qualcuno che sta peggio di te. Ma, vivendo questa esperienza per la seconda volta, avevo perso tutte le speranze». 

 

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«Ora - conclude - dopo essere stata in silenzio tutti questi anni, vi sto raccontando tutta la verità. Per favore credetemi: so che non sono l'unica e nemmeno la sola. Innumerevoli persone hanno sofferto anche di più e con meno cure rispetto a quelle che sono stata fortunata nel ricevere»

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