“IN TUTTA LA PROVINCIA MOLTI SINDACI SONO STATI TENUTI ALL'OSCURO E NESSUNO LI HA INTERPELLATI” - L’ACCUSE DEL SINDACO DI BRESCIA, EMILIO DEL BONO: “ABBIAMO FATTO MOLTA FATICA A CAPIRE SE ESISTESSE UNA CABINA DI REGIA UNICA. NON SOLO LA REGIONE MA ANCHE LA PROTEZIONE CIVILE È APPARSA IN AFFANNO - NON HO MAI SAPUTO QUANTI FOSSERO I RICOVERATI NEGLI OSPEDALI CITTADINI…”

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Chiara Baldi per “la Stampa”

 

EMILIO DEL BONO

«Non sono soddisfatto né per l' azione del governo né per quella di Regione Lombardia. Il nostro territorio è stato sottoposto a un enorme stress: sono mancati i medici, gli infermieri, i posti letto, i posti nelle terapie intensive. E anche i medici di famiglia non sono stati adeguatamente accompagnati nella gestione dei probabili pazienti Covid19. C' è stata una grandissima debolezza di risposta».

 

Al 43esimo giorno di pandemia il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, fa un primo bilancio. I numeri sono impietosi: 9180 contagiati in tutta la provincia e 3854 morti - secondo i dati non ufficiali - solo a marzo. Sono stati giorni di polemiche tra i sindaci e il presidente di Regione Attilio Fontana, «con cui abbiamo fatto fatica a capirci», ma Del Bono avverte: «Non mi interessa alzare polveroni, voglio entrare nel merito delle questioni».

 

coronavirus spedali civili brescia 1

Com'è stato il coordinamento tra governo, Regione e sindaci?

«Molto faticoso. Soprattutto noi delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi, quelle più colpite, abbiamo fatto molta fatica a capire se esistesse una cabina di regia unica. Non solo la Regione ma anche la Protezione civile è apparsa in affanno per cui noi abbiamo avuto una oggettiva difficoltà ad avere un' unica filiera».

 

Cosa è stato complicato per lei?

«Non posso certo dire di aver avuto una fotografia puntuale di quello che accadeva dal punto di vista sanitario. È vero, ho parlato spesso con il direttore degli Spedali Civili, che mi teneva informato sull'andamento della situazione, ma carte o documenti non ne ho mai avuti. Ho sempre avuto informazioni grazie a canali informali con i direttori degli ospedali. Ma in tutta la provincia molti sindaci sono stati tenuti all'oscuro e nessuno li ha interpellati».

 

Emilio Del Bono

Quali informazioni le sono mancate?

«Non ho mai saputo quanti fossero i ricoverati bresciani negli ospedali cittadini. In Prefettura c' è un coordinamento dell' emergenza, di cui faccio parte, a cui ogni giorno vengono forniti dei dati: il numero di positivi, i decessi e, per ogni comune della provincia, anche quello di chi è in sorveglianza sanitaria a casa. Ma il numero di ricoverati, di quelli in terapia intensiva e dei dimessi suddivisi per comune non li abbiamo mai avuti. Li abbiamo chiesti, ma ci hanno sempre detto che era complicato averli. Però la Regione li ha».

 

Qualche giorno fa ha chiesto più medici su Brescia. Ne servono ancora?

coronavirus spedali civili brescia 2

«Sì. La scorsa settimana grazie al bando della Protezione civile sono arrivati 14 medici in Lombardia e qualche giorno fa altri 19. Vorrei sapere quanti di questi sono stati mandati a Brescia dalla Regione perché io non lo so».

 

Crede che i sindaci debbano avere più poteri nella sanità?

«Credo che dovremmo avere più peso negli indirizzi, più che nella gestione. Dovremmo avere una reale espressione di voto sui piani di investimento, sui piani di presidio territoriale. E non una mera funzione consultiva come oggi».