Guido Olimpo per "www.corriere.it"
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Corpi appesi ai ponti, altri smembrati e lasciati sull’asfalto. Per ammonire gli avversari, terrorizzare, ribadire il senso di onnipotenza brutale. Azioni firmate da Jalisco-Nuova Generacion, il cartello messicano in grande espansione.
L’ultimo massacro a Uruapan, stato di Michoacan. Venti le vittime. La polizia ha trovato i cadaveri penzolanti da un cavalcavia. Alcuni erano parzialmente coperti, avevano segni di torture, fori di proiettili, mutilazioni. In strada altri resti «sparpagliati» con una tecnica che vuole trasmettere un messaggio dell’orrore, ma rappresentare anche un segno di beffa macabra.
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Accanto uno striscione con la rivendicazione e la «spiega» dell’eccidio: le vittime sarebbero membri del gruppo Los Viagras, banda una volta parte della Familia Michoacana, cartello avversario di Jalisco.
In questo settore i due schieramenti si danno battaglia insieme ai Cavalieri Templari. Nomi, sigle per nascondere bande di assassini e forse altro, comprese faide personali tra piccoli boss. Negli ultimi giorni Jalisco ha diffuso un paio di video che ricordano quelli dell’Isis.
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Anche se forse è quest’ultimo ad aver copiato i narcos. I filmati mostrano un prigioniero nudo al centro, attorno uomini in divisa con logo della formazione, mascherati e armati in modo possente. Poi qualche ora dopo la foto della vittima appesa al ponte.
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