MAD MAX E' VIVO E VIVE A MUTONIA - VIAGGIO NEL PAESE CHE TI CATAPULTA IN UN MONDO POST-ATOMICO DOVE I ROTTAMI SI TRASFORMANO IN ROBOT - TUTTO INIZIO' 30ANNI FA CON L’ARRIVO A SANTARCANGELO, IN PROVINCIA DI RIMINI, DEI MUTOID DA LONDRA: QUESTI PUNK ALTERNATIVI, CON UNA PASSIONE PER I ROTTAMI, PIANTARONO LE TENDE IN UNA VECCHIA CAVA ABBANDONATA E DA ALLORA NON SI SONO PIÙ MOSSI – OGGI CI VIVONO VENTI PERSONE CHE… - VIDEO

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Franco Giubilei per “la Stampa”

 

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Quando i Mutoid arrivarono a Santarcangelo (Rimini) da Londra, l'estate di trent' anni fa, l'impatto sulla cittadina romagnola fu fortissimo: punk nell'aspetto, estremamente alternativi e con una passione autentica per i rottami metallici che hanno sempre usato per le loro performance, nel 1990 parteciparono al festival teatrale con la loro «Mutoid Waste Company», poi piantarono le tende in una vecchia cava abbandonata poco fuori dal paese e da allora non si sono più mossi.

 

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Oggi Mutonia - così è stata ribattezza la comunità di artisti - ospita stabilmente una ventina di persone, fra cui alcune famiglie con bambini, che vivono in strutture riciclate secondo la filosofia del luogo: vecchi autobus come il pullman che si favoleggia sia stato usato dai «The Who» durante il leggendario tour di Tommy, un bus londinese a due piani, container, pezzi di camion o casette mobili tipo quelle fornite dalla protezione civile per gli eventi catastrofici.

 

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Tutto questo circondato da grandi sculture simili a mostri postmoderni che richiamano gli scenari alla Mad Max, la serie di film di culto ambientata, non a caso, in un futuro post-apocalittico dove macchine e mezzi sono ricavati da materiali di risulta.

 

Lucia Lupan, originaria di Vittorio Veneto, vive lì dal 1996 e, come altri abitanti di Mutonia, realizza sculture coi rottami: «Mi sono stabilita qui per amore e ora ci abito con mia figlia di 12 anni - racconta -. Sono rimasta così a lungo perché ho trovato una comunità vivace e stimolante da un punto di vista artistico. Per noi il riutilizzo dei rottami è una forma di protesta contro il consumismo: la nostra esperienza vuole trasmettere l'idea che sia possibile vivere usando i rifiuti come materia prima».

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Il fatto che i Mutoid abbiano trovato casa proprio a Santarcangelo si spiega con l'esistenza dello storico «Festival di teatro», che dal 1971 è un punto di riferimento internazionale per la scena contemporanea, e con la tradizionale ospitalità romagnola: la «Waste Company» («waste» in inglese significa rifiuti, ndr) arrivò proprio per la manifestazione, poi la gente del posto si affezionò loro, sino a firmare in massa una petizione da 12 mila adesioni contro un'ordinanza di sgombero, nel 2013.

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«Trent' anni fa sembrava che fossero sbarcati gli alieni, tra persone con la cresta punk e veicoli mutanti - aggiunge l'artista -. Il fatto che il paese avesse la tradizione del teatro ha aiutato, ma l'accoglienza dei cittadini è stata incredibile».

 

Un'accoglienza ricambiata, visto che a Mutonia si organizzano laboratori artistici per adulti e bambini, in corso proprio in questi giorni. E poi, a pochi chilometri, c'è una vera miniera d'oro per chi cerca rottami: «A Gambettola c'è una tradizione di recupero di relitti e rifiuti che risale alla fine della seconda Guerra mondiale, quando i tedeschi abbandonarono carri armati e altro materiale prima di fuggire.

 

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I Mutoid vi hanno attinto per anni, prima che le normative ambientali si facessero più stringenti». «Mutate and survive», mutare e sopravvivere, continua a essere lo slogan su cui si regge Mutonia, ma non c'è solo questo: «A saldare la comunità e a garantire la sua sopravvivenza è anche la sua struttura anarcoide - spiega Lupan -. Non c'è un capo, ognuno manda avanti i propri progetti e all'occorrenza ci si aiuta». Nell'ex cava di Santarcangelo ci sono anche reliquie rock che farebbero la gioia dei collezionisti, a cominciare dal bus utilizzato dai «The Who» ormai mezzo secolo fa.

 

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Oggi ci vive dentro un artista dei rottami il cui soprannome, per un fantastico scherzo del destino, è proprio Tommy: «È stato il vecchio autista degli Who, un personaggio che ha collaborato parecchio coi Mutoid, a riconoscerlo la prima volta che è venuto qui - dice Tommaso Maltoni, bolognese, residente a Mutonia da 21 anni -. Di mestiere faccio il tecnico teatrale e non potrei pensare di fare una vita normale, in una casa con quattro mura, ecco perché sono venuto a stare qui».

 

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Performer col fuoco, scultore di metallo riciclato, Maltoni ha il nomadismo nel sangue, ma è qui che ha trovato la sua casa: «Tra noi a Mutonia c'è lo stesso rapporto che può esserci nelle grandi famiglie, anzi diciamo che è una famiglia acquisita».

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