MENO MALE CHE C'E' UMBERTO GALIMBERTI: "LE SCUOLE, DALLA PRIMA ELEMENTARE AI 18 ANNI, DEVONO FORMARE L'UOMO, NON TRASMETTERE COMPETENZE. LE MATERIE UMANISTICHE INSEGNANO I SENTIMENTI - E I SENTIMENTI NON LI ABBIAMO PER NATURA, LI ABBIAMO PER CULTURA. È CON LA LETTERATURA CHE SI IMPARA COSA SONO IL DOLORE O L'AMORE. SE ABOLIAMO LA FORMAZIONE DELL'UOMO, SALTA LA SUA CAPACITÀ DI DISCERNERE - IL MONDO DIGITALE FUNZIONA SECONDO UNA LOGICA BINARIA E COSÌ I RAGAZZI FINISCONO PER SAPER DIRE SOLO “SÌ” O “NO”, O AL MASSIMO “NON SO”. MA IN UNA SOCIETÀ COMPLESSA BISOGNA SVILUPPARE UN SENSO CRITICO"

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umberto galimberti

Anticipazione stampa da Tpi

 

Umberto Galimberti a Tpi: "Viviamo nella società dell'efficienza. Se non sei produttivo non esisti". "Stimo il ministro Cingolani, ma non sono d'accordo. Le scuole, dalla prima elementare ai 18 anni, devono formare l'uomo, non trasmettere competenze. Le materie umanistiche, attraverso la letteratura, insegnano una cosa molto importante: i sentimenti"

 

CINGOLANI

"I sentimenti non li abbiamo per natura, li abbiamo per cultura. È con la letteratura che si impara cosa sono il dolore o l'amore. Se aboliamo la formazione dell'uomo, salta la sua capacità di discernere tra i fattori emotivi e i fattori sentimentali". "I giovani non hanno più la risonanza emotiva dei loro comportamenti: non distinguono più tra il parlar male di un professore e il prenderlo a calci, o tra il corteggiare una ragazza e lo

stuprarla..."

 

umberto galimberti

"La scuola italiana non educa. Perché non segue i ragazzi in questo percorso emotivo, che diventa enorme, diventa il centro della vita adolescenziale". "Per due ragioni. La prima è oggettiva: se si hanno 30 alunni in classe anziché 15 è impossibile seguirli tutti. La seconda è soggettiva: molti insegnanti non hanno empatia. Ma allora sono nel posto sbagliato: i docenti dovrebbero essere selezionati non solo attraverso un concorso che verifica la loro competenza ma anche con un test di personalità"

 

primo giorno di scuola 9

"Il distanziamento sociale per i giovani non l'ha fatto il virus, l'ha fatto l’informatica. Un conto è parlare con un'altra persona, un conto è parlare con uno schermo. Eppure oggi riempiamo le scuole di computer anziché di libri di letteratura". "Il mondo digitale funziona secondo una logica binaria 1/0: così i ragazzi finiscono per saper dire solo “Sì” o “No”, o al massimo “Non so”. Ma in una società complessa non si può procedere con questa elementare alternativa: bisogna sviluppare un senso critico".

 

"Fino al 1968, nell’età della disciplina, la depressione aveva come tematica

primo giorno di scuola 8

la colpa. Oggi invece il tema della depressione è l'inadeguatezza: ce la faccio o no a raggiungere gli obiettivi che mi vengono assegnati? Questo crea una dimensione ansiogena che porta all’uso di sonniferi, psicofarmaci o anche cocaina"

 

"Se la razionalità tecnica diventa il nostro modo di pensare, e lo è già diventata, allora succede che tutte le dimensioni irrazionali dell'uomo – l'amore, il dolore, la fantasia – sono percepite come elementi di disturbo". "Non se ne esce. Noi continuiamo a pensare in maniera cristiana che il futuro porti qualcosa di positivo come rimedio al passato, ma non è vero: anzi, questa mentalità produce solo passività. Non c’è una via d’uscita, punto". Così, il filosofo Umberto Galimberti, in un'anteprima dell'intervista pubblicata sul nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale - Tpi. in edicola da venerdì 03 dicembre.