IL MINISTRO DELLA CULTURA, SANGIULIANO, SPERNACCHIATO PER AVER DEFINITO “DANTE ALIGHIERI DI DESTRA” – CORRADO AUGIAS: “E’ UNA COSA SENZA SENSO. DANTE ERA UN GUELFO BIANCO, NON VOLEVA NÉ IL PAPATO NÉ L'IMPERO, SOSTENEVA LA LIBERTÀ COMUNALE” – MASSIMO CACCIARI: “QUESTA VELLEITÀ DI APPROPRIARSI DI ALCUNI "FONDATORI DELLA PATRIA", È UN VIZIO DELLA DESTRA STORICA. PENSIAMO AL FASCISMO CHE OGNI VOLTA CHE SI DOVEVANO CELEBRARE ANNIVERSARI, TRASFORMAVA I COSIDDETTI PADRI DELLA PATRIA IN UNA SORTA DI "PRECURSORI"...”

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1 - CORRADO AUGIAS "ALIGHIERI NON VOLEVA NÉ PAPA NÉ IMPERO E GRAMSCI IN CELLA LEGGEVA LA COMMEDIA" "

Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “la Stampa”

 

corrado augias foto di bacco corrado augias foto di bacco

«Una cosa senza senso». Il primo giudizio di Corrado Augias sul "Dante di destra" del ministro Gennaro Sangiuliano è piuttosto secco. […]

 

Quindi, Dante non è «il fondatore del pensiero di destra e conservatore italiano»?

«Allora, i concetti di destra e sinistra nascono con la Rivoluzione francese, alla fine del Settecento. Mentre Dante, come il ministro sa bene, è vissuto alcuni secoli prima. Tirarlo in ballo, in questo modo, è quanto di più sbagliato si possa fare».

 

Ma Dante era, in effetti, un personaggio molto politico

«Certo, ma ragionava nei termini della cultura politica a lui propria, su cui aveva grande peso la filosofia scolastica, le lotte tra papato e impero, la corruzione della Chiesa, la commistione tra potere temporale e spirituale, un suo grande cruccio […]».

MEME SU DANTE ALIGHIERI DI DESTRA COME DETTO DA GENNARO SANGIULIANO MEME SU DANTE ALIGHIERI DI DESTRA COME DETTO DA GENNARO SANGIULIANO

 

Non c'è proprio niente di destra?

«Dante è inclassificabile sulla base di categorie come destra e sinistra. Era un guelfo bianco, non voleva né il papato né l'impero, sosteneva la libertà comunale, che per noi non ha molto senso, perché non si può equiparare con le libertà individuali del cittadino, sancite appunto dalla Rivoluzione francese».

 

Ma, come dice Sangiuliano, «la destra ha cultura, deve solo affermarla», o no?

«Senza dubbio esiste una cultura di destra, sia l'Ottocento che il Novecento sono stati percorsi da una robusta cultura di destra. […] ma se nel dopoguerra c'è stata un'innegabile egemonia culturale della sinistra, è solo per un fatto empirico: buona parte di chi svolgeva professioni culturali, dal teatro al cinema all'editoria, stava da quella parte. Proprio perché la cultura di destra era uscita sconfitta dal fascismo».

 

gennaro sangiuliano e ignazio la russa a cortina foto chi gennaro sangiuliano e ignazio la russa a cortina foto chi

[…] È d'accordo almeno sul fatto che dobbiamo ridurre l'uso di anglicismi e parole mutuate da altre lingue?

«Su questo sì, bisogna riscoprire l'italiano, ma con ragionevolezza. […] si possono dire tante cose usando l'italiano, noto una certa pigrizia. Come quelle riunioni tra finanzieri, dove spesso si cade nel ridicolo per l'uso esagerato dell'inglese».

 

Le trovo un'altra cosa su cui forse siete d'accordo: la cultura va pagata, altrimenti si svilisce il nostro patrimonio artistico?

«Sì, penso sia giusto pagare per accedere a un museo. Con prezzi ragionevoli, alcune agevolazioni, sconti per studenti e altre categorie, come già previsto, giornate gratuite. Ma, se i ragazzi spendono dieci euro per una pizza, possono spenderli anche per un museo». […]

 

massimo cacciari a cartabianca massimo cacciari a cartabianca

2 – CACCIARI: "DANTE DI DESTRA? SANGIULIANO RIDICOLO"

Estratto dell’articolo di Raffaella De Santis per “la Repubblica”

 

«Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri». […] Massimo Cacciari […] ride, poi si inalbera. «[…] Non si può che ridere di fronte a esternazioni del genere, che tra l'altro ricorrono a categorie novecentesche, come destra e sinistra, che non mi sembrano molto aggiornate».

[…] «Questa velleità di appropriarsi di alcuni "fondatori della patria", è un vizio della destra storica. Pensiamo al fascismo che ogni volta che si dovevano celebrare anniversari, trasformava i cosiddetti padri della patria in una sorta di "precursori"».

 

gennaro sangiuliano prima della scala 2022 gennaro sangiuliano prima della scala 2022

È successo solo in Italia?

«Sono appropriazioni avvenute nell'Italia fascista come nella Germania nazista, caratteristiche di tutte le destre storiche europee. […] Credevo che le grandi celebrazioni in senso nazionalistico per Goethe, Wagner, Nietzsche o per la poesia medievale tedesca o per Walther von der Vogelweide fossero un ricordo del passato. Erano maniere per celebrare i propri santi, i propri eroi, i propri poeti, i propri artisti monumentalizzando le loro figure in senso nazionalistico e contrapponendole alle culture "altre"». «[…] è pura retorica nazionalistica che non considera la realtà […]».

 

Veniamo al merito: come mai il ministro Sangiuliano ha scelto secondo lei di citare Dante?

«Ma come si fa? Dante è un rivoluzionario, un eretico, un uomo contro tutti. Dante è esule nei confronti di qualsiasi casa politica consolidata del suo tempo, a cominciare dalla teologia politica ufficiale. Può essere di destra tutto questo? Può essere di destra il fatto che un intellettuale all'inizio del XIV secolo scriva un libro come il Convivio in volgare perché la quintessenza di una filosofia possa essere compresa anche da chi non sa il latino? Si tratta di un'operazione contraria a ogni spirito di conservazione. […]».

 

GENNARO SANGIULIANO PRIMA CHIEDE DI NON USARE LE PAROLE STRANIERE E POI PARLA DI RADICAL CHIC GENNARO SANGIULIANO PRIMA CHIEDE DI NON USARE LE PAROLE STRANIERE E POI PARLA DI RADICAL CHIC

[…] Consideriamo allora l'idea di impero di Dante. Potrebbe servire allo scopo?

«L'impero dantesco […] non è una forma nuova di dittatura e di autorità supernazionale. È invece l'impero che si forma dalla concordia delle nazioni. L'idea è talmente originale da mettergli tutti contro, dalla Chiesa alle nuove filosofie politiche. […] La Roma a cui guarda Dante è la patria del diritto su cui si fonda la civiltà giuridica europea».

 

[…] Non è la prima volta che Sangiuliano cita pilastri della nostra cultura letteraria e filosofica come baluardi di un'identità nazionale. Lo aveva già fatto con Leopardi.

«Il pessimismo leopardiano è totalmente impolitico. La sua radicalità deriva da certe correnti dell'illuminismo ma si tratta di una "solitudine ospitale" […] Per Leopardi proprio perché la natura ci condanna all'infelicità occorre essere solidali tra noi, che è poi l'essenza del pensiero di Schopenhauer. Leopardi è un rappresentante del grande pessimismo europeo». […]

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