PARENTI COLTELLI - PROSEGUE LA FAIDA TRA LA FAMIGLIA MATERNA E PATERNA DEL PICCOLO EITAN, LA NONNA ETTY ACCUSA: "LE PRATICHE PER LA TUTELA LEGALE AD AYA SONO STATE SBRIGATE NEI GIORNI IN CUI STAVAMO RISPETTANDO LA SHIVA, LA SETTIMANA DI LUTTO. STAVO PIANGENDO PER 5 FAMILIARI PERDUTI" - SECONDO LA DONNA "TAL E AMIT AVEVANO PIANIFICATO TUTTO PER TORNARE IN ISRAELE IL PROSSIMO 22 GIUGNO" - E SUI DISSIDI CON LA FAMIGLIA DI AMIT, IL PAPA' DI EITAN...

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Davide Frattini per il “Corriere della Sera”

 

Etty Peleg, la nonna materna di eitan

Racconta che in questi giorni Eitan ha «festeggiato tre compleanni, continua a chiedere regali». In Israele prosegue il lungo periodo delle festività ebraiche, a Sukkot i balconi e i marciapiedi si ricoprono di tende, tessuti bianchi con foglie di palma. «Andiamo in giro tutto il giorno - dice la nonna Esther (Etty) Peleg Cohen - e ogni sera dorme con mia figlia Gali», la sorella della madre Tal che ha iniziato in Israele le procedure di adozione per il bambino sopravvissuto all'incidente sul Mottarone.

 

tal e gali peleg

Adesso lo scontro con Aya arriva davanti a un giudice israeliano, domani la prima udienza: «Devono toglierlo ai suoi rapitori e permettere che torni in Italia dove si deciderà dell'adozione», ha detto Or Nirko, marito di Aya.

 

La sorella del padre morto la mattina del 23 maggio ha lasciato Travacò Siccomario (Pavia) ed è atterrata domenica a Tel Aviv, i suoi legali chiederanno che il piccolo di 6 anni venga subito riunito a lei in attesa del provvedimento definitivo.

 

Sui dettagli di come sia stato portato in Israele l'11 settembre - Shmuel lo ha imbarcato con lui su un jet privato decollato da Lugano - Etty non dice nulla, non risponde alla domanda sul terzo uomo individuato dalla polizia italiana che ha affittato e guidato l'auto verso la Svizzera. Anche lei è indagata dai pm di Pavia per sequestro di persona.

 

SHMUEL PELEG NONNO EITAN

Shmuel, suo ex marito, ha dichiarato di aver perso la fiducia nella giustizia italiana.

«Le pratiche per la tutela legale ad Aya sono state sbrigate nei giorni in cui stavamo rispettando la shiva, la settimana di lutto. Stavo piangendo per 5 familiari perduti. Eppure hanno fatto tutto in fretta».

 

La famiglia paterna Biran vi accusa «di lavaggio del cervello», «di aver inculcato idee» nella testa di Eitan.

«Ripete di voler restare in Israele, nessuno lo ha convinto. Aya gli ha chiesto in una telefonata se non gli mancassero le sue cugine, ha risposto di sì ma che può vederle qui».

 

Lei ha già presentato la richiesta per iscriverlo alla prima elementare a Tel Aviv e ha ritenuto inaccettabile la scelta di mandarlo in una scuola cattolica in Italia. Ma amici d'infanzia di Tal e Amit hanno assicurato che sono stati loro due, prima della strage, a scegliere quell'istituto.

zia paterna eitan

«Non so che rispondere. So che Tal e Amit avevano pianificato tutto per tornare in Israele il 22 giugno dell'anno prossimo, dopo che lui avesse finito il tirocinio in ospedale in Italia, volevano comprare un appartamento, io avevo già preso l'auto per loro, è nel parcheggio qui sotto».

 

Ha parlato di liti con i consuoceri che avrebbero guardato Tal dall'alto in basso «perché sono ashkenaziti venuti dall'Europa e noi sefarditi, gli ebrei immigrati dai Paesi arabi».

«Una volta la madre ha tentato di imporre ad Amit la scelta tra mia figlia e loro, la famiglia di origine. Non ci è riuscita ovviamente, si amavano troppo. E so per certo che mia suocera si riferiva a noi con parole denigratorie».

 

Eitan ha ottenuto la cittadinanza italiana grazie a lei, gli antenati passati da Livorno. Perché è così contraria all'idea che viva in Italia?

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«Sono contenta per me e la mia famiglia di possedere un doppio passaporto, ma sono ebrea e israeliana, voglio che mio nipote cresca qui seguendo le tradizioni del suo popolo».

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SHMUEL E TAL PELEG
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