PROCESSO A CIRO GRILLO: È GUERRA DI INTERCETTAZIONI INEDITE. SLITTA LA DECISIONE SUL RINVIO A GIUDIZIO DEI 4 AMICI ACCUSATI DI VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO - PARTICOLARI ESCLUDONO L'USO DELLA DROGA DELLO STUPRO. L’AGGRAVANTE DELL’ALCOL SARA’ LO SNODO DELLA VICENDA. I BUCHI NEL RACCONTO DELLA PRESUNTA VITTIMA - IL RAMPOLLO DEL LEADER M5S A 17 ANNI FU ESPULSO DA UNA SCUOLA NEOZELANDESE: VOLEVA "FARSI" LE FIGLIE DEL PRESIDE - LA PROCURA HA INCARICATO UN PERITO PER TRASCRIVERE (ENTRO IL 15 NOVEMBRE) UNA DOZZINA DI TELEFONATE

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GIACOMO AMADORI e François de Tonquédec per La Verità

 

ciro grillo ciro grillo

Tutto rinviato al 26 novembre. Ieri a Tempio Pausania è stato un velocissimo mezzogiorno di fuoco. Infatti già alle 12,40 era terminata la seconda seduta dell'udienza preliminare in cui il giudice Caterina Interlandi dovrà decidere se mandare a giudizio o prosciogliere dall'accusa di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Il Tribunale del popolo, quello mediatico, ha già stabilito che i quattro ventenni sono colpevoli di aver stuprato S.J. e di aver molestato R.M., coetanee milanesi.

 

Ma, come sanno i lettori della Verità la vicenda è più complessa di quanto sembri, a partire dalla versione di S.J. messa in dubbio in più punti da chat, captazioni e video.

 

L'appuntamento di ieri davanti al giudice è durato così poco perché, hanno protestato i difensori, il procuratore non aveva chiesto un'udienza stralcio per la cernita delle intercettazioni d'interesse. Così il Gup ha incaricato un perito, con l'accordo di tutti, per trascrivere (entro il 15 novembre) una dozzina di telefonate, già presenti nel fascicolo, considerate rilevanti in questa fase dalle parti e non ancora sbobinate e ha stabilito di rimandare la discussione al 26 novembre, giorno in cui il procuratore Gregorio Capasso, gli avvocati delle parti civili (Giulia Bongiorno per S. e Vinicio Nardo per R.) e gli avvocati degli indagati (Romano Raimondo e Gennaro Velle per Corsiglia, Enrico Grillo e Andrea Vernazza per Grillo junior, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli per Capitta e Alessandro Vaccaro per Lauria) dovranno esporre le proprie ragioni.

 

 

Le difese formalizzeranno in quella sede la scelta del rito ordinario e non di quello abbreviato, che avrebbe garantito ai ragazzi lo sconto di un terzo dell'eventuale pena. L'accusa sarà rappresentata dal solo Capasso visto che la pm Laura Bassani, dopo aver chiesto di rimanere applicata al caso, nonostante il trasferimento a Sassari al Tribunale per i minorenni, ha rinunciato a sorpresa.

 

La parte civile ha chiesto copia di una conversazione nel cui brogliaccio si legge che quando viene contattato dai carabinieri, dopo la denuncia di S., «Vittorio dice che ha paura che quella lì li abbia denunciati». Nelle chiamate prescelte dalle difese, però, i ragazzi sembrano del tutto ignari del motivo per cui erano stati convocati dagli uomini dell'Arma. Snodo cruciale della contesa giudiziaria sarà l'accertamento delle condizioni psicofisiche di S. al momento del rapporto sessuale di gruppo, visto che le molestie a R.M. dormiente sono cristallizzate nelle foto e in un breve video e quindi difficilmente negabili.

 

francesco corsiglia francesco corsiglia

L'aggravante dell'alcol è il punto più delicato della vicenda, visto che la minorata difesa o comunque la mancanza di un valido consenso permettono di configurare il reato di stupro in base alla consolidata giurisprudenza della Cassazione.Per gli avvocati degli indagati è, però, difficile che la ragazza, se fosse stata stordita dalla vodka al punto da perdere conoscenza, potesse svolgere poche ore dopo una lezione di kitesurf in mare come in effetti ha fatto. Il consulente di parte civile, il professor Enrico Marinelli, ha scritto: «S. J. non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo poiché l'effetto dell'alcol con alta probabilità scemava grandemente la sua capacità decisionale».

 

vittorio lauria vittorio lauria

Nel febbraio del 2020, la ragazza, davanti al procuratore Capasso che la incalzava, mettendo in risalto alcune contraddizioni del suo racconto, aveva fatto riferimento a un black out di cui non aveva parlato nella prima dettagliata denuncia davanti a due carabiniere: «Non saprei dire quanto sia durato il tutto, nella mia testa due minuti. Ma poi sono svenuta e mi sono risvegliata nel letto dove credo mi abbiano portato i ragazzi». E allora Marinelli azzarda: «Questo fenomeno è associabile anche all'uso delle cosiddette droghe da stupro []. In linea puramente teorica non è possibile escludere l'uso di sostanze di questo tipo prima o in associazione con l'alcool». I ragazzi hanno ammesso di aver bevuto vodka e limonata a casa. Lei ha, invece, denunciato di essere stata costretta a ingurgitarla a forza e che la bevanda aveva un «odore strano».

 

edoardo capitta edoardo capitta

Ma non sarebbe stata solo S. a bere la miscela alcolica la mattina del 17 luglio 2019 nell'appartamento in cui lei e l'amica R. erano rimaste ospiti a dormire insieme con gli indagati. Uno di questi, Capitta, in un messaggio Whatsapp inviato il giorno stesso alle 14:23 a un amico a cui racconta gli eventi della mattina, scrive: «Bevuto beverone alle 9». Una definizione della mix con l'«odore strano» che poi lo stesso giorno, alle 21:32, viene ripetuta in una chat di gruppo: «Stavo bevendo il beverone e (S., ndr) lo ha preso e se ne è gocciato tipo un quarto». Secondo il racconto di Capitta, quindi, S. non sarebbe stata forzata a bere, ma avrebbe ingurgitato spontaneamente il liquido nella bottiglia, forse per mostrarsi spavalda.

 

Perché Capitta, davanti a un gruppo di ragazzi che si vantano di ogni genere di stupidaggini e delle loro imprese erotiche da B-movie anni '70, avrebbe dovuto mentire su questo particolare? Per precostituirsi un alibi? Ma allora perché, sempre via chat, ostenta il sesso a 4 e l'assunzione di alcol? In un messaggio racconta: «Che ridere ero ubriaco marcio. Frate te lo giuro». E poi insiste: «Ma io ero veramente alle 10 e 30 di mattina ubriaco marcio». Anche se si trattasse di smargiassate, questi sms sono incompatibili con un tentativo di sviare le indagini.Tali comunicazioni tra coetanei paiono genuine e ci portano a escludere del tutto l'ipotesi della somministrazione della cosiddetta droga dello stupro, che in questo caso sarebbe stata ingerita in primo luogo dal presunto stupratore. Dunque, nonostante i titoli a effetto di alcuni giornali, l'assunzione di Ghb, che non è mai stata contestata dai magistrati, va lasciata fuori da questa brutta storia.

un messaggio spedito dalla ragazza che accusa ciro grillo un messaggio spedito dalla ragazza che accusa ciro grillo

 

Anche perché nelle loro chat i ragazzi non hanno nessun problema a parlare di altre sostanze vietate e in particolare dell'assunzione di cannabis. Nei messaggi, ricorre spesso la parola «scittare», che significa confezionare spinelli. Per esempio il primo agosto 2019, Ciro Grillo scrive a Capitta: «Preso weed (marijuana, ndr) ma poi di nuovo scitto».Ma se gli inquirenti non hanno mai contestato l'aggravante dell'uso di sostanze stupefacenti, lo hanno fatto per la somministrazione della vodka: a giudizio dei pm S. sarebbe stata costretta a bere, anche se non c'è nessuna evidenza di ciò.

 

 

E anche altre dichiarazioni della giovane italo-norvegese non hanno trovato riscontro.La ragazza ha denunciato di essere stata abusata sia da Corsiglia che dagli altri tre amici. Ma qualcosa non torna già nella ricostruzione della presunta prima violenza. R. a verbale ha dichiarato: «A un certo punto ho visto S. e Corsi dirigersi verso una stanza ad appartarsi all'interno. Ciò è stato fatto per quello che ho visto volontariamente da tutti e due. Effettivamente ho pensato che S. e Corsi avessero l'intenzione o stessero avendo un rapporto sessuale perché si erano trattenuti qualche minuto all'interno della stanza anche se io non avevo sentito nulla di particolare». S., invece, sostiene di aver subito violenza, di aver provato a svegliare l'amica e di aver pianto vicino a lei (lacrime che R. ha confermato).

la visita al centro antiviolenza della ragazza che accusa ciro grillo la visita al centro antiviolenza della ragazza che accusa ciro grillo

 

Poi le avrebbe chiesto di vestirsi. Ma senza successo: «R. quindi tornava a dormire, io sono andata a sedermi nel patio».E lì dice di averla vista Maria Cristina S., una vicina di casa, amica di Parvin Tadjik, la mamma di Ciro Grillo. Ricorda di essere passata davanti al giardino davanti all'appartamento dei ragazzi alle 6.15-6.30, dopo il primo presunto stupro. La donna avrebbe visto S.: «Stava seduta con i piedi appoggiati sul tavolo e con un asciugamano in testa a mo' di turbante che stava fumando una sigaretta». I loro sguardi si sarebbero incrociati a distanza di due o tre metri e vi era il «massimo silenzio»: «Non ho notato nulla di particolare» ha dichiarato la donna ai magistrati.

 

 

Poco dopo S., sempre con Corsiglia e altri due indagati, sarebbe andata a comprare le sigarette in paese. Perché la stuprata segue il suo stupratore? Per paura? Ma in paese non poteva provare a scappare o a chiedere aiuto? Evidentemente, sosterranno l'accusa e le parti civili, non ha trovato il coraggio.

 

 

Fatto sta che in una foto agli atti si vede la ragazza di spalle in auto. Nello scatto, poco nitido, S., che si trova sul sedile posteriore, ha la testa rivolta verso il guidatore, Corsiglia, il suo presunto aguzzino, come se stessero parlando.Terminato l'acquisto, il gruppetto sarebbe tornato a casa e lì S. sarebbe stata abusata dagli altri tre ragazzi, due ore e mezza dopo il rientro dal paese. Ma nessuno ha sentito nulla nelle casette del golf club, nonostante la presunta violenza sia avvenuta verso le 9 e 30 del mattino e in un appartamento circondato da altre case i cui inquilini sono stati tutti sentiti dagli inquirenti (compresa mamma Parvin che si trovava nell'appartamento adiacente a quello occupato dal figlio e dai suoi amici).Ma torniamo al sesso di gruppo. In una delle chat depositate per l'udienza preliminare Capitta descrive il rapporto sessuale a un amico: «3vs1 stanotte. Lascia stare». L'interlocutore chiede dettagli. Risposta: «No, no Simo. Poi ti farò vedere».

 

 

 

E in effetti Grillo junior ha girato con il cellulare di Capitta due video, uno di 25 secondi e uno di 6 che riproducono il rapporto a quattro e in cui la ragazza dà l'impressione di essere consenziente e non di sicuro con mani e braccia bloccate come denuncerà in seguito. Certo i filmati sono brevi, ma non c'è traccia di costrizioni.

 

Capitta il 25 luglio invia a Lauria anche due foto di quelle scattate con i peni estratti vicino al volto di R. dormiente. Su questo passaggio di filmati e foto e sulla loro condivisione con gli amici è stata ipotizzato il reato di revenge porn, ma questa fattispecie è entrata in vigore dopo la data degli invii sui cellulari. In più Capitta, di fronte alle diverse richieste di video da parte di terzi, si è sempre rifiutato in modo netto.

 

 

Ieri l'avvocato Bongiorno, che, lo ricordiamo, è anche senatrice della Lega, ha dichiarato all'arrivo a Tempio Pausania: «Ogni volta che si parla sui giornali di questa vicenda per la mia assistita è come spargere sale sulla ferita. L'enfatizzazione mediatica è stata una prova pesante».

 

 

GRILLO JR

 

GIUSEPPE FILETTO per la Repubblica

 

Undici intercettazioni, "catturate" dai carabinieri e messe agli atti come brogliacci, vanno trascritte da un perito sopra le parti, nominato dal giudice per l'udienza preliminare. Perciò il gup Caterina Interlandi del Tribunale di Tempio Pausania ieri, dopo appena mezz' ora di udienza, ha dovuto rimandare tutto al 26 novembre prossimo.

 

In quella data probabilmente si decideranno le sorti di Ciro Grillo (figlio del fondatore dei 5S) e dei suoi tre amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria che hanno già scelto il rito ordinario anziché l'abbreviato che consentirebbe in caso di condanna lo sconto di pena di un terzo. Ieri tutti assenti, ma accusati dal procuratore capo di Tempio Gregorio Capasso dei reati di stupro di gruppo nei confronti della italo-norvegese Silvia e di violenza sessuale ai danni della sua amica Roberta (i nomi sono di fantasia).

 

CIRO GRILLO CIRO GRILLO

La Procura ha chiesto il processo per gli imputati e il giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta o archiviare. Le due studentesse milanesi la sera del 16 luglio 2019 avevano conosciuto Ciro e gli altri al Billionaire di Porto Cervo. Poi l'invito a passare la notte nella villa in uso alla famiglia Grillo, a Cala di Volpe. L'indomani gli abusi sessuali denunciati da Silvia. Anche se i ragazzi hanno sempre parlato di "rapporti consenzienti".

 

Nei confronti di Roberta (difesa dall'avvocato Vinicio Nardo) invece si tratta di atti osceni mentre lei dormiva, ma "documentati" da foto e video. Cinque delle intercettazioni sono ritenute fondamentali dalla Procura e rappresenterebbero l'ossatura dell'accusa. Altri quattro colloqui telefonici per gli avvocati della difesa (Alessandro Vaccaro, Andrea Vernazza, Enrico Grillo, Romano Raimondo, Gennaro Velle, Enrico Monteverde e Mariano Mameli) proverebbero invece il consenso di Silvia. Due altre intercettazioni per l'avvocato Giulia Bongiorno, che difende Silvia, sarebbero "inedite" e la prova che la sua cliente sia stata costretta a subire gli abusi sessuali. «E ogni volta che la vicenda riemerge sui media, per la mia assistita è come spargere sale su una ferita ancora aperta», ha aggiunto.

ciro grillo quarto grado ciro grillo quarto grado

 

Alcuni degli 11 colloqui, di cui è stata chiesta la trascrizione, sono gli stessi, sia per l'accusa che per la difesa, ma letti in modo diverso. Parliamo di quanto ascoltato dai carabinieri della Compagnia Duomo di Milano dal 26 luglio 2019, giorno in cui Silvia presenta denuncia, al 29 agosto, quando la Procura dispone il sequestro dei telefonini degli indagati e scattano le perquisizioni nelle loro abitazioni di Genova e nella villetta di Cala di Volpe. Quella mattina i carabinieri convocano i quattro nella caserma di Genova-Quinto.

 

edoardo capitta quarto grado edoardo capitta quarto grado

Tra loro, però, partono le chiamate: "Ci cercano?". Eppoi: "Ma cosa vogliono?". Per la difesa i colloqui sono la prova della loro buonafede. Per l'accusa, invece, i giovani sanno di essersi messi nei guai. Ieri il gup avrebbe voluto iniziare la discussione, per arrivare a una conclusione quanto prima, e nell'aula a porte chiuse non sono mancati momenti di frizione con le parti che hanno chiesto le trascrizioni, facendo slittare i tempi. «Senza entrare nel merito, penso che il 26 novembre l'udienza preliminare potrebbe terminare» ha detto il procuratore capo al termine dell'udienza, sotto un cielo plumbeo, aggiungendo: «Si tratta di atti già depositati ».

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