Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
Il procuratore generale della Cassazione, Mario Fresa, 59 anni, è stato denunciato dalla moglie per violenza domestica, lesioni personali e minacce a seguito di una presunta aggressione in casa. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda e la Suprema corte ha sospeso il magistrato dall' incarico come da lui stesso chiesto.
La donna, 32 anni, sudamericana, ha raccontato alla polizia di essere stata colpita alla tempia con un pugno martedì 10 marzo nel corso di una lite nata per motivi di gelosia ma che secondo la denuncia sarebbe solo l' ultimo episodio di una serie di violenze psicologiche cominciate durante la sua gravidanza.
La coppia ha un figlio di poco meno di due anni e la donna ha spiegato agli agenti di essere notevolmente ingrassata in quel periodo in risposta alle difficoltà e preoccupazioni vissute per questioni mediche legate alla gestazione. In questa situazione il procuratore Fresa, suo marito dal settembre 2019 dopo tre anni di convivenza, le avrebbe fatto pesare il mutato aspetto fisico. Poi, la scorsa settimana ci sarebbe stato il pugno sferrato nel bagno di casa che, su consiglio della tata presente all' episodio, ha portato la donna a chiamare i soccorsi nonostante le minacce di lui sulle possibili conseguenze.
In ospedale le è stata riscontrata una forte contusione alla tempia fino all' altezza dello zigomo, guaribile in sette giorni. La denuncia alla polizia nel protocollo anti violenza è stata subito trasmessa in Procura ed è ora in mano al pm Maria Monteleone che coordina il pool dedicato al contrasto delle violenze di genere. Le verifiche sono in corso.
La 32enne è andata nel frattempo a vivere dalla mamma a Viterbo. La denuncia, resa nota ieri da Repubblica , ha intanto prodotto la conseguenza dei provvedimenti disciplinari a carico del magistrato: «La Procura generale della Cassazione - si legge in una nota - impregiudicata ogni valutazione circa il merito della vicenda, rimessa in primo luogo all' Autorità giudiziaria, ha immediatamente provveduto a sostituire il dottor Fresa, che ha fatto richiesta in tal senso, nella trattazione dei procedimenti, sospendendolo integralmente dalla partecipazione al servizio disciplinare».
Fresa, magistrato dal 1987, ha svolto funzioni di pretore e addetto al Massimario della Cassazione come referente informatico. È stato nel comitato direttivo centrale dell' Anm e per tre anni componente della giunta esecutiva. Dal 2006 al 2010 è stato componente del Csm. Dal 2016 è nel consiglio direttivo della Cassazione. Tra gli altri casi, si è occupato del procedimento disciplinare a carico dei pm di Napoli Henry John Woodcock e Celestina Carrano nella vicenda Consip, mentre lo scorso febbraio ha chiesto la restituzione dei 250 mila euro riconosciuti ai tre orfani di Marianna Manduca, la donna catanese uccisa dal marito nel 2017, dopo l' assoluzione dei pm inizialmente ritenuti responsabili di non essere intervenuti sulle 12 denunce presentate dalla vittima.
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