QUINDI SI RIAPRE IL PROCESSO A BOSSETTI? – GIANLUIGI NUZZI COMMENTA LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE DI ACCOGLIERE IL RICORSO SULL’ACCESSO AI REPERTI: “SE UN DOMANI VENISSE PRESENTATA LA RICHIESTA DI UN NUOVO PROCESSO E QUESTA VENISSE RITENUTA ESAMINABILE, GLI AVVOCATI POTREBBERO OTTENERE LA SCARCERAZIONE DEL PROPRIO ASSISTITO IN ATTESA DEL DIBATTIMENTO DA CELEBRARE” – “ELEMENTI CHE FINO A IERI SEMBRAVANO FANTASCIENZA GIUDIZIARIA MA CHE OGGI INIZIANO A COAGULARSI IN UNO SCENARIO ALTERNATIVO DA SPINGERE L' AVVOCATO SALVAGNI A…”

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Gianluigi Nuzzi per "La Stampa"

MASSIMO BOSSETTI

 

L'ergastolano Massimo Bossetti potrà accedere ai vestiti che indossava Yara Gambirasio quando la sera del 26 novembre del 2010 lasciò dopo gli allenamenti la palestra di Brembate di Sopra, salì, senza conoscerlo e per motivi rimasti ignoti, sul furgone verde chiaro Daily Iveco del muratore assassino e venne poi ritrovata priva di vita nel febbraio successivo in un campo a Chignolo d' Isola.

 

yara gambirasio

E' quanto ha deciso la Cassazione che ha annullato, rinviando alla corte d' Appello di Bergamo, le precedenti pronunce dei giudici di secondo grado che avevano negato a Bossetti di accedere ai 98 reperti tra i quali 54 campioni di Dna ritrovati sui leggings e gli slip dell' adolescente.

 

camporini salvagni difesa bossetti

In sei anni e mezzo dal giorno delle manette, per Bossetti è la prima volta che i giudici accolgono una sua istanza. I suoi difensori, Claudio Salvagni e Piero Camporini, sono convinti che in questi reperti si troveranno gli elementi per ottenere la revisione del processo e quindi scardinare la prova regina che inchioda alla responsabilità dell' omicidio della ragazzina: una traccia mista di Dna di carnefice e vittima sugli slip, resistita per mesi alle intemperie, priva della parte mitocondriale. Bossetti in carcere a Bollate (alle porte di Milano) torna a sperare e così la moglie Marita che dopo un periodo di tensione con il marito detenuto sembra essersi riavvicinata al congiunto.

 

MARITA COMI E MASSIMO BOSSETTI

Ora spetterà ai giudici di Bergamo ritornare a pronunciarsi sull' accesso a una serie infinita di reperti. Appunto si parte dagli indumenti di Yara, e quindi pantaloni, scarpe da ginnastica, slip, reggiseno, felpa di colore nero, giubbotto scuro e maglietta blu, si arriva alle provette di Dna, fino alle paillettes prelevate sotto il sedile posteriore sinistro del furgone. Basterà tutto questo a trovare elementi decisivi per chiedere e ottenere la riapertura del processo?

 

E' ancora prematuro dirlo, di certo i giudici non potranno ignorare la scelta della suprema corte di annullare la precedente decisione, dopo un lungo braccio di ferro. Infatti, il presidente della corte d' assise Giovanni Petillo già nel novembre del 2019 aveva concesso la riesamina dei reperti per poi fare una mezza marcia indietro solo quattro giorni dopo quando tracciò i confini in cui si sarebbe potuta muovere la difesa, ovvero «una mera ricognizione dei corpi di reato () operazione che dovrà essere eseguita sotto la vigilanza della polizia giudiziaria () rimanendo esclusa qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi».

 

il giubbotto di yara gambirasio

Ma qui interessa soprattutto quanto la difesa chiese il 30 aprile 2020 ovvero «un' istanza intesa a ottenere dalla corte d' assise, l' accesso ai corpi di reato e la ricognizione degli stessi, e, in generale, di tutti i reperti mancanti».

 

MASSIMO BOSSETTI

Ed è qui che si aprirà la battaglia finale per la revisione del processo. Il codice infatti prevede il nuovo processo «se dopo la condanna sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto».

 

yara gambirasio

In realtà la giurisprudenza della Suprema Corte da qualche tempo ha introdotto una interpretazione sicuramente più ampia del dettato, sottolineando che vanno considerate prove nuove rilevanti, al fine dell' ammissibilità dell' istanza di revisione, vanno intese non solo quelle scoperte successivamente alla sentenza di condanna, ma anche quelle non acquisite nel precedente giudizio ovvero acquisite, ma non soppesate neanche indirettamente, purché non si tratti di prove ritenute ininfluenti dal giudice. E' chiaro quindi che il dettato che scolpiva nelle "nuove prove" l' unica strada per sperare in un dibattimento bis, oggi è assai più ampio.

 

Ecco spiegato perché l' istanza di revisione può essere accolta anche quando ha ad oggetto prove non nuove. E' quindi requisito fondamentale che si tratti di prove preesistenti già nel fascicolo ma non acquisite ovvero acquisite ma non valutate adeguatamente. Nel caso di Yara, Bossetti ritiene che ci si trovi proprio in quest' ultimo caso. Da qui la guerra sui reperti.

 

MASSIMO BOSSETTI

Ma c' è anche un altro aspetto rilevante. Seppur di certo prematuro, non bisogna nemmeno dimenticare che l' istanza di revisione qualora ritenuta ammissibile può determinare la sospensione dell' esecuzione della pena. In altre parole se un domani venisse presentata la richiesta di un nuovo processo e questa venisse ritenuta esaminabile, gli avvocati potrebbero ottenere la scarcerazione del proprio assistito in attesa del dibattimento da celebrare.

 

yara gambirasio

Tutti argomenti ed elementi che fino a ieri sembravano nella storia dell' omicidio della povera Yara fantascienza giudiziaria ma che oggi iniziano a coagularsi in uno scenario alternativo da spingere l' avvocato Salvagni a gridare all' orrore contro «uno dei più gravi errori giudiziari della storia italiana».

furgone davanti la palestra di yara che non era di bossetti
yara il campo di chignolo d isola