"PER GIRARE 'THE FRENCH DISPATCH' MI SONO ISPIRATO A 'L'ORO DI NAPOLI' DI DE SICA" - WES ANDERSON RACCONTA: "QUANDO DA RAGAZZO VIDI QUEL CAPOLAVORO RIMASI INCANTATO DALLA FORMULA A EPISODI E DECISI CHE UN GIORNO L'AVREI REPLICATA" - DETTO FATTO: IL SUO FILM RUOTA INTORNO A UNA IMMAGINARIA RIVISTA AMERICANA CON SEDE IN FRANCIA: ALLA MORTE DEL FONDATORE, LA REDAZIONE SI RIUNISCE PER RENDERGLI OMAGGIO E... - VIDEO

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Gloria Satta per il Messaggero
 

Wes Anderson 2

La rivelazione arriva inaspettata: «Per girare The French Dispatch mi sono ispirato a L'Oro di Napoli», dice Wes Anderson, solita eleganza da dandy con giacca di velluto e camicia dai bottoni di perla. Ma cosa c'entra con il cult di Vittorio De Sica il raffinatissimo, eccentrico regista 52enne di I Tenembaum, Moonrise Kingdom, Grand Budapest Hotel, texano di nascita ma da tempo residente a Parigi? «Adoro il cinema italiano e quando, da ragazzo, vidi quel capolavoro rimasi incantato dalla formula a episodi», risponde Wes, «e decisi che un giorno l'avrei replicata».
 

Wes Anderson

CARTA STAMPATA Detto, fatto: molti anni e molti successi dopo, Anderson ha girato The French Dispatch, «un film americano, ambientato in Francia ma dal cuore italiano» snodato in 4 episodi (uscirà l'11 novembre con Walt Disney), interpretato dalle star Bill Murray, Frances McDormand, Benicio Del Toro, Timothée Chalamet, Christoph Waltz, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Adrien Brody e impreziosito dagli sgargianti costumi di Milena Canonero.
 

The French Dispatch

Ambientato nella fittizia cittadina di Ennui-sur-Blasé (Angoulême nella realtà), The French Dispatch ruota intorno a una immaginaria rivista americana con sede in Francia: alla morte del fondatore la redazione si riunisce per rendergli omaggio attraverso una serie di micro-reportage d'autore. «Mi sono ispirato a The New Yorker, il famoso periodico. Al liceo, in attesa di cominciare le lezioni, divoravo quella rivista fantasticando sui suoi giornalisti», racconta Wes.
 
Presentato in anteprima a Cannes, il film è stato considerato un omaggio, o meglio una lettera d'amore non solo alla cultura francese ma soprattutto al giornalismo indipendente, anche se il regista tiene a fare una premessa: «Quando racconto una storia non mi ripropongo di celebrare qualcuno o qualcosa che pure ammiro. È comunque evidente il mio amore per il giornalismo di una volta che, nell'era del web, sta scomparendo. La storia dell'informazione pullula di direttori che, pur di vendere, hanno spacciato fake news. Invece il protagonista del film (Murray) pretende che nelle cronache ci sia solo la verità». Ma Anderson che rapporto ha con il giornalismo? «Sono legatissimo alla carta stampata e ogni mattina non rinuncio a comprare almeno un quotidiano».
 

The French Dispatch 2

A ROMA Ha appena finito di girare in Spagna la commedia romantica Asteroid City con Bill Murray e Tilda Swinton. Il suo peregrinare per il mondo nel 2004 lo portò a Roma, per le riprese di Le avventure acquatiche di Steve Zissou. «Ho dei ricordi magnifici», dice il regista, «l'Italia fa parte del mio bagaglio culturale e vorrei tanto trovare un progetto che possa riportarmi a Cinecittà, dove mi sono trovato benissimo. Ci sto seriamente pensando».

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