"PER LUI ERA UNA SITUAZIONE MOLTO STRANA, PERCHÉ ERA IN PIENA SALUTE, NON AVEVA PATOLOGIE" - I GENITORI DI JONATHAN GADDO GIUSTI, IL 31ENNE DI PRATO MORTO PER INFARTO DUE GIORNI DOPO ESSERE STATO DIMESSO DALL’OSPEDALE, SONO CONVINTI CHE IL FIGLIO POTEVA ESSERE SALVATO - LE ANALISI DEL SANGUE AVREBBERO EVIDENZIATO UN VALORE FUORI DAI NORMALI PARAMETRI DELLA TROPONINA, UN'INDICATORE DI DANNI MIOCARDICI E DI UN EVENTUALE...

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Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”

 

jonathan gaddo giusti 1 jonathan gaddo giusti 1

A trovarlo, ormai agonizzante a casa, è stata la sua fidanzata, professione infermiera. Gli ha praticato un massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca ha cercato di mantenere la calma sino all'ultimo istante. Poi è scoppiata in un pianto disperato.

 

Jonathan Gaddo Giusti, 31 anni, dipendente di un'azienda termoidraulica di Prato e campione di Palla Grossa, l'antico gioco di Prato simile al calcio storico fiorentino, è morto tra le braccia della compagna due giorni dopo essere stato dimesso dall'ospedale con una diagnosi favorevole.

Ad ucciderlo probabilmente è stato un infarto.

 

«Ho un forte dolore al petto, mi sembra di respirare a fatica», pare abbia detto all'1 di notte del 4 agosto Jonathan ai medici del pronto soccorso del «Santo Stefano» dove si era rivolto quando i dolori al torace erano diventati insopportabili. I medici, secondo le prime ricostruzioni, avrebbero eseguito tutti gli accertamenti clinici e, dopo aver avuto un responso favorevole, lo avrebbero dimesso poco dopo mezzogiorno con 48 ore di prognosi.

 

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Il referto parla di «dolore toracico» anche se pare che i sanitari avessero ipotizzato anche una possibile congestione. Ma qui si apre un giallo. Secondo l'avvocato cassazionista Gerardo Marliani, legale della famiglia della vittima, le analisi del sangue effettuate sul 31enne avrebbero evidenziato un valore fuori dai normali parametri della troponina, una proteina indicatrice di danni miocardici e di un eventuale infarto in divenire.

 

Resta da stabilire se la stessa analisi sia stata ripetuta prima delle dimissioni del paziente ed eventualmente se i valori fossero rientrati nei parametri normali. E soprattutto c'è da capire se, con un dolore al petto e analisi «sospette», il giovane pratese sarebbe dovuto rimanere ancora sotto osservazione. «Certo è che gli esami ematici hanno dato valori negativi e dunque su questo bisogna fare chiarezza», ha detto l'avvocato Marliani.

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Saranno la procura di Prato, diretta da Giuseppe Nicolosi e un'inchiesta interna dell'Asl, a fare chiarezza. La procura ha aperto un'indagine contro ignoti ipotizzando il reato di omicidio colposo ed ha sequestrato la cartella clinica della vittima. «Stiamo facendo i primi accertamenti per individuare eventuali persone indagabili dopodiché ci sarà l'autopsia», riferiscono fonti investigative. L'Asl Toscana Centro e l'ospedale di Prato hanno aperto le procedure sul rischio clinico, un'indagine interna che analizza le procedure seguite e le scelte cliniche di medici e infermieri.

 

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La madre, Susanna Ferretti, e le due sorelle Alice e Gloria sono convinte che Jonathan potesse essere salvato e hanno immediatamente presentato una denuncia. «Hanno lasciato morire mio figlio, 31enne, per infarto, da solo, a casa, dopo una diagnosi di congestione», ha scritto su Facebook la donna disperata.

 

La mamma di Jonathan ha anche raccontato che suo figlio le aveva detto di essere stato curato con una pasticca e che il giorno dopo le dimissioni si è presentato al lavoro. «Ma non stava affatto bene e per lui era una situazione molto strana - ha spiegato la signora - perché mio figlio era un ragazzo forte, atletico, pieno di salute. Non aveva nessun problema, nessuna patologia, amava la vita e tutti lo conoscevano come una persona seria e indipendente. Gli volevano bene tutti, non aveva nemici».

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Jonathan si era appena trasferito nella nuova casa con la fidanzata. «Era felice, aveva grandi progetti», dicono parenti e amici. La morte del giovane ha provocato grande commozione a Prato dove il giovane giocatore della Palla Grossa era molto conosciuto, ma sta diventando anche un caso politico. Fratelli d'Italia ha annunciato due interrogazioni per chiarire come sia stata possibile la morte di quel ragazzo, la prima in Regione e la seconda in Parlamento con Giovanni Donzelli, coordinatore nazionale del partito.

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