SQUADRA SPECIALE ANTIPUZZA - L'ARPA CAMPANIA, L'AGENZIA PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE, È IN CERCA DI "CACCIATORI DI MIASMI" PER LAVORARE NEL NUOVO LABORATORIO PER L'ANALISI DEI CATTIVI ODORI NELL'ARIA - I REQUISITI? UN BUON IGIENE PERSONALE, NON UTILIZZARE PROFUMI O DEODORANTI INTENSI E NON FUMARE NÉ MASTICARE GOMME ALMENO MEZZ'ORA PRIMA DEL TEST - È UN LAVORO A CHIAMATA, NON UN POSTO FISSO (TRE ORE TRASCORSE AD ANNUSARE L'ARIA VALGONO 38 EURO) E GLI ESPERTI NON VENGONO CONVOCATI CON GRANDE FREQUENZA…

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Paolo Barbuto per “il Messaggero”

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La puzza è una cosa seria, anche se la sola parola ci fa (quasi) sempre venire il sorriso. La puzza è una cosa talmente seria che l'Arpa Campania, l'agenzia per la protezione ambientale, si è dotata di un avveniristico laboratorio in grado di annusare l'aria e capire da dove provengono i miasmi. Solo che il computer non ha la sensibilità di un uomo, così per rendere definitivamente operativo il laboratorio, c'è bisogno di persone che dimostrino di avere un buon naso: avranno il compito di respirare l'aria puzzolente e identificare, secondo la loro esperienza, la genesi.

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IL BANDO

 È un lavoro a chiamata, non un posto fisso. Tre ore trascorse ad annusare l'aria valgono 38 euro; per entrare nel gruppo di esperti in odori bisogna partecipare al bando pubblicato qualche giorno fa dall'Arpac e in scadenza il 3 giugno. Il documento è rigoroso, c'è anche una norma considerata talmente importante da meritare una posizione di primo piano nel documento. Il comma tre dell'articolo due dell'avviso di selezione dell'Arpa Campania, chiede specificamente che il candidato abbia consuetudine all'igiene personale.

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Insomma, uno che fa parte di un gruppo d'esperti che deve riconoscere l'origine della puzza non può puzzare, anche perché porterebbe i suoi colleghi sulla cattiva strada, e non è un modo di dire: il bando precisa testualmente che il candidato si impegna a «non causare alcuna interferenza alla propria percezione olfattiva o a quella degli altri esaminatori a causa della mancanza di igiene personale». Ovviamente non bisogna nemmeno utilizzare profumi o deodoranti intensi, non bisogna fumare né masticare gomma americana almeno mezz' ora prima del test. Sembra uno scherzo, ma non lo è.

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IL LABORATORIO

La struttura per l'analisi dei miasmi nell'aria è stata predisposta nella sede casertana dell'Arpac. Il laboratorio di olfattometria dinamica è stato realizzato con finanziamenti regionali provenienti dai Fondi europei per lo sviluppo regionale e non è un unicum in Italia, ce ne sono tanti nelle università dello Stivale e anche altre agenzie regionali, come l'Arpa Puglia, ne sono dotate.

 

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Per lanciare definitivamente il progetto, però, oltre alla strumentazione c'è bisogno di nasi umani che sono piuttosto riottosi: «Avevamo già varato un altro bando perché c'è bisogno di un ampio panel a disposizione per portare a compimento le analisi - spiega il direttore generale Stefano Sorvino - solo che si erano candidati in sette mentre noi abbiamo bisogno di un centinaio di persone con buone capacità olfattive».

 

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Gli esperti non vengono convocati con grande frequenza, insomma non si tratta di un lavoro ma di un impegno collaterale. Certe volte la puzza che si diffonde nell'aria è un segnale premonitore da non tenere in scarsa considerazione, lo sanno bene le persone che vivono in aree dove gli sversamenti illegali sono frequenti e l'odore dell'aria cambia di giorno in giorno. Quando arriva un allarme olfattivo l'Arpa Campania si mette subito in movimento. I campioni vengono portati nel laboratorio di Caserta dove avveniristici macchinari tentano di selezionare le componenti dell'aria, ma spesso c'è bisogno di indirizzi precisi per spiegare ai macchinari in quale categoria cercare l'origine dei miasmi.

 

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In particolare, strani odori (la cui provenienza non è stata svelata) vengono avvertiti da tempo vicino Giugliano. Le analisi su rete fognaria e siti industriali non ha dato esiti, ma la gente è costretta a tenere le finestre chiuse. Ecco, dunque, che entrano in azione gli annusatori umani. Il panel viene riunito in una sala specifica del laboratorio all'interno della quale ci sono piccoli cubicoli separati che hanno getti d'aria davanti ai quali piazzare le narici.

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 Niente convocazioni sul posto, dunque, nessuna caccia sul campo all'origine della puzza, come segugi che inseguono una pista tra campagne e strade. «Noi crediamo molto in questa iniziativa - spiega Sorvino - Potrà aiutarci a risolvere questioni ambientali che in altri tempi sarebbero sembrate inespugnabili».