DA TARANTOLATI A SCIROCCATI È UN ATTIMO – DICIOTTO ACCADEMICI SALENTINI FIRMANO UNA PETIZIONE PER BANDIRE BELEN RODRIGUEZ E STEFANO DE MARTINO DALLA NOTTE DELLA TARANTA: SONO TROPPO TRASH – E LA CROCIATA CONTRO LA DERIVA ACCHIAPPA CHIAPPE HA GIÀ AVUTO I PRIMI EFFETTI VISTO CHE…

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Simona Bertuzzi per “Libero quotidiano”

 

belen belen

Forse c' entra il morso della tarantola. O la coincidenza con un mese (quello di giugno) tradizionalmente smortino per l' attività accademica. Altrimenti non ci spiegheremmo l' ardore con cui diciotto intellettuali salentini - pardon accademici - hanno siglato un documento per "mettere al bando" Belen Rodriguez e l' ex marito (forse non più ex) Stefano De Martino dal festival della Taranta che si terrà il 24 agosto nelle bellissime terre del Salento.

 

LA NOTTE DELLA TARANTA LA NOTTE DELLA TARANTA

Affidare a loro la conduzione del backstage del concertone, dicono, sarebbe un cedimento al trash, al populismo e alle mode acchiappa audience. Una contaminazione inaccettabile per un appuntamento che ruota attorno alla cultura e alla tradizione più nobile di quella bella terra che è la Puglia.

belen e stefano de martino sfogliano il calendario di cecilia belen e stefano de martino sfogliano il calendario di cecilia

 

La faccenda merita di essere raccontata perché nella sua marginalità rappresenta un chiaro esempio di censura immotivata e fuori tempo massimo. Non scevra, se ci è consentito, da un sottile maschilismo che relega alla voce bella e svampita e non all' altezza di un evento culturale importante qualunque showgirl del momento, figurarsi una Belen Rodriguez, (e non vorremmo risvegliare le signore del metoo e quel femminismo tardivo che dorme sonni placidi dai tempi di Weinstein e compagni).

 

Tornando al Festival. Si tratta di un appuntamento imprescindibile dell' estate pugliese. Raduna talenti della musica e della cultura e gioca con sapienza attorno a un passato popolare che in certe terre del sud ha mantenuto il suo fascino incontaminato. La grande ballata della taranta che ti entra nella mente e ti cattura i pensieri.

LA NOTTE DELLA TARANTA LA NOTTE DELLA TARANTA

 

Bellissime le narrazioni di certe antiche leggende sul potere curativo di questa danza. Attaccava la musica e in un' atmosfera intrisa di pathos e concitazione la persona colpita dal morso della tarantola iniziava a ballare per terra muovendo gambe e testa convulsamente alla maniera dello spaventoso ragno finché i piedi non battevano il suolo con foga simulando il gesto di uccidere e quindi liberarsi dal terribile aracnide. È solo contorno e credenza di popolo ma vi dà un' idea della fascinazione di certe tradizioni.

belen belen

 

PENSATO IN GRANDE Ebbene pare che quest' anno il festival sia stato pensato in grande. Che siano stati convocati cantautori e musicisti straordinari (due nomi per tutti Elisa e Guè Pequeno) e che RaiDue abbia affidato interviste e commenti con gli artisti del concertone (la conferma è arrivata da Carlo Freccero) alla coppia ricomposta Rodriguez-De Martino

 

LA NOTTE DELLA TARANTA LA NOTTE DELLA TARANTA

. Sussurri e indiscrezioni sono però arrivati alle orecchie degli accademici del luogo ed è subito partita l' offensiva. Il documento siglato dal professore Andrea Carlino - storico presso l' università di Ginevra - è stato sottoscritto da 18 intellettuali e artisti e si chiama appunto "Appello alla dignità". Niente meno. Accusa la fondazione di «aver tolto dignità a una manifestazione che è luogo di studio e (re)invenzione della tradizione musicale salentina... e di lavoro scrupoloso sulle fonti della cultura popolare».

 

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E aggiunge: «Ci chiediamo perché questa paziente costruzione, questo meraviglioso progetto creativo culturale sociale e politico, (La Notte della Taranta appunto, ndr) debba ora infrangersi vendendo l' anima del Salento al gossip, al trash, al populismo, all' acchiappa audience e all' acchiappa chiappe? Non esprimiamo nessuna critica sulle scelte mercantili e artistiche di Raidue, ma la fondazione Notte della Taranta, il suo presidente, il suo consiglio di amministrazione, il suo consiglio scientifico perché assecondano anzi sono complici della trasformazione commerciale e sanremese del concertone?».

 

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In un paese normale il predicozzo sarebbe finito nel dimenticatoio degli scivoloni accademici e pedanti, con tanto di scuse alla signora Belen e al suo compagno per essere stati accostati con tanta foga al trash becero e a una certa tendenza acchiappa chiappe. In Italia invece (chissà perché) certi appelli finiscono a segno, si ingigantiscono a dismisura e poi diventano insopportabili diktat. E dunque la fondazione Notte della Taranta ha subito replicato che la coppia più in voga del momento non sarà sul palco ma nel backstage come ospite e per commentare la notte del Concertone. Insomma relegata dietro le quinte. Dietro i riflettori. E lontana dalla ribalta.

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TROPPO FAMOSA Oddio povera Belen, messa al bando e spedita nelle retrovie. E povera cultura che si è ridotta ad avere paura di lei, ad allontanarla e perfino stigmatizzarla. E non si capisce cosa spaventi di più della showgirl che tutto il mondo ci invidia: le gambe mozzafiato, la farfallina tatuata (oddio, ma è ben nascosta) di cui si fece un gran parlare un tempo, la parlantina argentina, o i suoi amori vip. O forse semplicemente che piaccia a migliaia di persone e dunque possa traghettare un festival alto e di nicchia verso una platea un po' più popolare.

 

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Scusate le tre osservazioni banali e forse trash, populiste e acchiappa audience. Ma che cultura è quella che non cerca di prescindere dalle stanze ovattate, dai virtuosismi per pochi e da una dialettica alta e saccente? Che cultura popolare è quella che non asseconda i gusti del popolo? E che accademico è quello che non vuole portare la sua verve intellettuale un po' più in là della cattedra e di una fredda e asettica auletta universitaria? Un' ultimissima domanda, ma questa per le femministe che dormono sonni placidi: vi pare normale accostare Belen a una deriva acchiappa chiappe? A noi sembra riprovevole e un tantino offensivo. Ma non abbiamo sentito alcuna voce indignata.

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