TENERSELO NELLE MUTANDE NON BASTA PIÙ - DUE AMANTI SI FECONDANO CLANDESTINAMENTE ALLE SPALLE DEI RISPETTIVI COMPAGNI. LEI HA 52 ANNI, NASCE UNA FIGLIA MA POI LITIGANO. E LA BIMBA FINISCE CONTESA TRA IL PADRE BIOLOGICO, QUELLO CHE L'HA RICONOSCIUTA IGNARO DELLA TRESCA, E LA MADRE CHE SI È FATTA IMPIANTARE OVOCITI IN SPAGNA PUR DI AVERE QUESTA TERZA FIGLIA DEL PECCATO. CHE È LA VERA VITTIMA…

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Giordano Tedoldi per ''Libero Quotidiano''

 

feconfdazione in vitro feconfdazione in vitro

Una bambina di tre anni dovrà cambiare papà per colpa di una coppia di amanti stagionati e fugaci (sono stati insieme poco più di un anno) che fissano un nuovo modello di spregiudicatezza e irresponsabilità genitoriale nell' uso della fecondazione eterologa. Siamo a Genova dove Marco, 61 anni, professionista facoltoso che non ha avuto figli dalla sua compagna, e molto ne soffre, intreccia una relazione clandestina con Francesca, impiegata di 52 anni che abita nel suo stesso stabile, e di figli ne ha già due, da Roberto, il marito di sette anni più giovane. Marco vede fin da subito in quel nuovo rapporto la possibilità di ottenere ciò che gli manca: un figlio.

 

Confida presto, infatti, quel suo desiderio all' amante, la quale invece di opporgli la ragionevole obiezione che alla loro età, che si aggiunge alla condizione di amanti, un desiderio del genere è insano, gli risponde di sì. Un tempo a supplire alla scarsa responsabilità dei due ci sarebbe stato il limite biologico, ma oggi c' è la fecondazione eterologa, e quindi nessun problema.

 

Marco deposita il suo seme presso un istituto bolognese e, dopo un' accurata valutazione, la coppia di amanti decide di far nascere il frutto del loro amore in Spagna, in un centro assai reputato per la fecondazione eterologa. Di tutte le spese, circa 200mila euro hanno appurato i giudici, si assume l' onere Marco. Francesca subisce l' impianto dell' ovulo di una donatrice anonima, fecondato con il seme di Marco e, nel marzo 2016, tornata in Liguria, dà alla luce Chiara.

FECONDAZIONE ASSISTITA FECONDAZIONE ASSISTITA

 

Nello sconnesso progetto dei due amanti, Chiara avrebbe dovuto essere accudita dalla nonna materna e, comunque, avrebbero dovuto infine rivelare tutta la verità ai rispettivi partner. A questo punto dalle buone intenzioni nascono disastri. A pochi mesi dalla nascita di Chiara, il rapporto tra Marco e Francesca entra in crisi, i due smettono di frequentarsi. Chiara intanto ha preso il cognome di Roberto, che ha riconosciuto la piccola e si comporta come ne fosse il padre, ignorando ancora l' identità del vero padre della piccola.

 

matrimonio tradimento matrimonio tradimento

La vicenda sarebbe potuta terminare qui, con una bambina che sarebbe cresciuta ignorando per sempre - a meno che la madre un giorno non avesse voluto rivelarle la verità - di non essere la figlia dell' uomo che chiama "papà". Ma Francesca, per necessità o forse per ripicca dopo la rottura, getta benzina sul fuoco: proibisce a Marco, che quella figlia aveva tanto desiderato, di vedere Chiara.

 

Marco va in procura e denuncia Francesca e il marito, che vengono indagati e processati per alterazione di stato, truffa e sottrazione di minorenne. Dopo due anni di processo, il giudice genovese Alessia Sombrino ha dato ragione all' uomo, ingiungendo a Francesca di riparare alla sua falsificazione di paternità, e dando via libera a Marco, in quanto vero padre, di vedere Chiara.

 

Naturalmente nel corso del processo i due amanti, il cui sentimento era così profondo da volerlo coronare con un figlio, si sono rinfacciati colpe e torti: Francesca dice che sì, ha ceduto al desiderio di paternità dell' amante, il quale però non avrebbe mai voluto riconoscere la piccola e occuparsene, mentre lui, riconosciute le sue "leggerezze", giura che non si è mai sognato di abbandonare Chiara, né di voler compiacere il progetto di una genitorialità parallela basata su una menzogna.

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Il giudice, in primo grado, ha ripristinato il diritto del padre biologico di vedere sua figlia, e sanato il falso. Ma ora ci sarà ancora molto lavoro da fare, per riparare i disastri dei due irresponsabili genitori di Chiara: anello debole di una catena perversa, innocente strumento con cui due persone mature, simili a ragazzini sprovveduti, hanno voluto prima legarsi e poi combattersi.

 

E non sembra che né lui né lei abbiano minimamente provato a mettersi nei panni o meglio nel cuore di Chiara, mentre erano impegnati a spuntarla processualmente e, ancora una volta, ad affermare solo se stessi. Come avverrà adesso il passaggio da un padre, Roberto, all' altro, Marco, che tra l' altro è molto più vecchio del primo? Come lo vivrà Chiara? Sì, sarà assistita da operatori sociali, psicologi, si proverà a fare tutto nel modo meno traumatico possibile, ma le conseguenze psicofisiche a lungo termine restano imprevedibili.

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