IL TRIBUNALE DI MILANO ASSOLVE NUMEROSI GIORNALISTI (DA TELESE A GIUZZI, DA BELPIETRO A SALLUSTI) QUERELATI DALL'EX CAPO DEI RIS DI PARMA PER AVER DEFINITO "PATACCA" IL VIDEO DEL FURGONE BIANCO DI MASSIMO BOSSETTI CHE CONTINUA A GIRARE INTORNO ALLA PALESTRA DI YARA GAMBIRASIO IL GIORNO DELLA SCOMPARSA DELLA 13ENNE - NEL 2015 SI SCOPRI' CHE AI TG ERA STATO TACIUTO CHE IL FILMATO NON ERA UNA RIPRESA DEL FURGONE DI BOSSETTI MA FOTOGRAMMI DI DIVERSA PROVENIENZA - PER IL GIP LA DIFFUSIONE DI QUEL VIDEO LESE LA PRESUNZIONE D'INNOCENZA DI BOSSETTI…

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il furgone di massimo bossetti

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

Il video del furgone bianco di Massimo Bossetti che continua a girare intorno alla palestra di Yara Gambirasio il giorno della scomparsa della 13enne, per il cui delitto verrà poi condannato all’ergastolo nel 2018: attorno a questo video, trasmesso alle tv prima del processo dai carabinieri, nel 2015 fu aspra la polemica quando emerse che ai Tg era stato taciuto che non fosse una ripresa del furgone dell’indagato, ma il montaggio di fotogrammi di diversa provenienza per verificare la compatibilità tra un furgone nei «frame» e il furgone di Bossetti.

il furgone davanti la palestra di yara che non era di bossetti

 

Ora il Tribunale di Milano esclude che i giornalisti (da Telese a Giuzzi, da Belpietro a Sallusti) pur usando aspri epiteti come video «patacca» o «taroccato» avessero diffamato l’allora capo dei Ris di Parma che ne aveva querelati decine: e non solo perché muovevano da un fatto oggettivo, ma anche per un argomento più sottile e attuale.

 

Il gip Fabrizio Filice osserva infatti che «la diffusione mediatica» di quel video, «il cui scopo era dichiaratamente non probatorio» (tanto da non far parte degli atti veri del processo vero) «ma comunicativo» (sul piano parallelo del processo mediatico), di fatto lese «il fondamentale principio della presunzione di innocenza dell’imputato che, anche in base alla direttiva Ue n.343 del 2016, deve proteggere gli indagati da mediatiche sovraesposizioni deliberatamente volte a presentarli all’opinione pubblica come colpevoli prima dell’accertamento processuale definitivo».

 

furgone davanti la palestra di yara che non era di bossetti

Vietare per il futuro che sulle inchieste i giornalisti possano parlare con i pm e persino coi capi degli uffici giudiziari, come si propone il decreto legislativo che sta per attuare proprio la direttiva Ue, avrà l’effetto opposto di spingere i cronisti a rapporti sempre più opachi con le fonti: ma la storia del video sta lì a ricordare che neppure può essere liquidato a cuor leggero il tema dei possibili riverberi processuali delle scelte mediatiche delle pubbliche autorità.

furgone davanti la palestra di yara che non era di bossetti