TROPPA CINA NELLE ISTITUZIONI - DOPO I 19 TERMOSCANNER DI PALAZZO CHIGI, PRODOTTI E INSTALLATI DALLA CINESE “DAHUA TECHNOLOGY” (AZIENDA NELLA BLACK LIST DELLA CASA BIANCA), UN'INCHIESTA DI “WIRED” SVELA UN'ALTRA COLLUSIONE CON PECHINO: A SEGUITO DI UNA GARA D'APPALTO DEL 2017, FINALIZZATA L'ANNO SUCCESSIVO, IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA TRAMITE CONSIP HA INSTALLATO 1.000 TELECAMERE “HIKVISION” NELLE SALE INTERCETTAZIONI DI NUMEROSE PROCURE. L'AZIENDA CINESE È STATA ANCH'ESSA BANDITA DAGLI AMERICANI…

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Claudio Antonelli per “la Verità”

 

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La questione uiguri, la minoranza musulmana dello Xinjiang perseguitata dai cinesi, torna a spaccare il Parlamento. Martedì è stata infatti calendarizzata alla Camera la votazione della mozione presentata dal leghista Paolo Formentini. Il testo impegna il governo a «considerare con attenzione le testimonianze provenienti dalla diaspora uigura relativamente alle misure di carattere genocidario di cui sarebbero vittima le minoranze residenti nello Xinjiang» e a «esprimere, in tutte le sedi internazionali competenti, la più ferma condanna dell' Italia per ogni genere di politica genocidaria».

 

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È proprio sulla parola genocidio che la maggioranza rischia di spaccarsi. Già la scorsa settimana Pd e 5 stelle sono intervenuti in sede di commissione Esteri per emendare il termine dal testo della mozione. La rappresentante del Pd, Lia Quartapelle, ha fatto presente che l' adozione del termine comporterebbe serie conseguenze, tra cui l' attivazione dell' articolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, e dunque l' obbligo di un intervento armato. A suo avviso, dunque, l' introduzione della parola «genocidio» rischia, paradossalmente, di «privare la risoluzione della necessaria incisività, riducendola a una mera enunciazione di principio in assenza della determinazione ad assumere le concrete conseguenze».

 

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Il Movimento si è subito allineato. Guarda caso però il termine genocidio è quello che Pechino nega e al contrario viene promosso dagli Stati Uniti. A questo punto martedì sul tavolo della commissione Esteri ci sarà il testo leghista, quello di Fratelli d' Italia, che dovrebbe (ancora non è in forma scritta) ricalcare quello del Carroccio e quindi includere il termine contestato, poi seguirà il testo dei giallorossi e il tentativo del presidente Piero Fassino di quagliare una sintesi per evitare di andare al voto e, appunto, spaccare la maggioranza.

 

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Sul fronte dei social, va notato che venerdì l' ambasciata cinese a Roma ha tenuto a diffondere una intervista rilasciata dall' ex ambasciatore italiano Alberto Bradanini. In buona sostanza, per l' ex diplomatico «i diritti umani quale pretesto per imporre sanzioni alla Cina possono essere presi sul serio solo dagli sprovveduti, poiché è difficile immaginare che allo stato profondo Usa (Cia compresa) importi qualcosa dei musulmani turcomanni.

 

Tutto ciò non deve intendersi quale assoluzione per le insufficienze del sistema cinese nello Xinjiang, di cui comunque si hanno solo informazioni provenienti da Ong e individui finanziati dagli Usa», spiega aggiungendo che «resta evidente che la Cina deve fare i conti con il tema della libertà e della partecipazione politica, ma essa sfida la pretesa di dominio universale Usa e lavora dunque per un benemerito pluralismo politico».

 

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Una difesa a tutto spiano da parte di Bradanini che culmina con il calcolo numerico della presenza degli uiguri nella regione. «Dal 1978 al 2018 sono passati da 5,5 milioni a più di 11», scrive. Peccato che si ometta il concetto di sostituzione etnica e reinsediamento di altre etnie. «È per giunta sbagliato», commenta Formentini, «pensare che sia un tema molto lontano da noi. Gli interventi politici a Pechino si fanno attraverso la tecnologia e questi software poi arrivano anche da noi, come avete svelato ieri».

 

Il riferimento è all' aver svelato la presenza di 19 termoscanner agli ingressi di Palazzo Chigi prodotti e installati dalla Dahua Technology, costola italiana dell' omonima azienda di Hangzhou. Quest' ultima è dallo scorso marzo nella black list della Casa Bianca. La Federal communication commission ha definito Dahua una minaccia per la sicurezza nazionale e l' ha di conseguenza bandita da qualunque attività promossa da strutture governative. Non solo.

Dahua Technology

 

Già nell' ottobre del 2019, un anno prima dell' acquisto effettuato dal Conte bis, l' esecutivo di Donald Trump aveva inserito l' azienda di Hangzhou in un' altra lista. In pratica The Donald proibì a Dahua di acquistare o commerciare tecnologia americana perché ritenuta colpevole di aver partecipato allo sterminio di massa degli uiguri nella regione dello Xinjiang.

 

Dahua secondo il dipartimento del commercio americano avrebbe fornito i software per sviluppare il riconoscimento facciale. Vedremo se Mario Draghi si occuperà di questa pratica e cercherà di capire perché una azienda che in Italia fornisce qualche supermercato e alcune municipalizzata del trasporto pubblico sia stata scelta per la sede del governo. Rischia però di non essere la sola matassa da sbrogliare.

 

Hikvision

La scorsa settimana il sito Wired.it ha realizzato una importante inchiesta, svelando che a seguito di una gara d' appalto del 2017, finalizzata l' anno successivo, il ministero della Giustizia tramite Consip ha installato 1.000 telecamere Hikvision nelle sale intercettazioni di numerose Procure. L' azienda cinese è stata anch' essa bandita dagli americani con le medesime motivazioni usate per il bando di Dahua. Nel caso del ministero della Giustizia si tratta di semplice videosorveglianza e non tecnologia che consente il riconoscimento facciale. Ciò non toglie il nodo politico. Che prima o poi andrà sciolto.