TUTTI CONTRO LA PALADINA DEI ROM – GIORGIA ROMBOLÀ DI RAI NEWS 24 DIFENDE UNA LADRA DA UN PESTAGGIO SULLA METRO DI ROMA, LO RACCONTA SU FACEBOOK E VIENE INONDATA DA INSULTI E MINACCE – “QUELL’UOMO CONTINUAVA A PICCHIARLA, ANCHE IN TESTA, DOPO L’ARRIVO DEI VIGILANTES. LEI PIANGEVA. NESSUNO È INTERVENUTO. NON SONO PER L’IMPUNITÀ, MA PER IL RISPETTO” - IL COMMENTO DI GRAMELLINI E M.FELTRI: ''A BREVE CI CHIEDEREMO I COSTI-BENEFICI DEL BRUCIARE UNO STUPRATORE NEG*O''

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C.R. per “il Messaggero”

 

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Alla fine il post l' ha reso visibile solo agli amici, non è più pubblico. Perché l' aria che si respirava sulla sua bacheca facebook era la stessa che l' ha ferita l' altro giorno, in quel vagone della metro dove si è sentita sola come un marziano. Tutti contro la paladina dei rom, quella che ha difeso una ladra da un pestaggio.

Un segno di un' esasperazione per i continui furti sui vagoni, che continuano imperterriti e senza punizioni vere.

 

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La storia raccontata di getto dalla giornalista di Rai News 24, Giorgia Rombolà, ha scatenato reazioni anche sui social. Così ha fatto un passo indietro. Resta il ricordo di quanto ha visto e sentito, su un treno della Linea A, intorno alle 14,30 all' altezza della fermata San Giovanni.

 

«Trambusto, urla e il pianto di una bambina. La acciuffano, ne nasce un parapiglia, la strattonano, cade sulla banchina. Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane ma a quell' uomo (vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla, la picchia violentemente, anche in testa».

 

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Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli, tutti assistono impassibili. «La strattona - dice la giornalista - fino a sbatterla contro il muro. La bimba piange, lui la scaraventa a terra». Dal vagone si sente solo lei gridare: «Basta, basta!».

I vigilantes riprendono in mano la situazione, ma sul vagone inizia il processo, indice di un' insofferenza che è reale ma rischia di diventare pericolosa.

 

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«Vengo circondata, un tizio mi insulta, mi dà della p..., che così quella str... impara». Tutti d' accordo, anche due donne, una è straniera. «Ai piccoli bisogna menargli e ai grandi bruciarli».

 

Un gruppo di ragazzi usciti da scuola e saliti a Manzoni la prendono in giro: «Noi la riempivamo di mazzate». Arrivano urla anche dai vagoni vicini: la gente è esasperata, ce l' ha con le borseggiatrici che terrorizzano quotidianamente i viaggiatori.

 

L'ESASPERAZIONE «Viaggio anche io tutti i giorni e capisco l' esasperazione e l' insofferenza della gente, ho cercato di spiegare che non sono per l' impunità ma per il rispetto, soprattutto davanti a una bambina». Silenzio, insulti, nessuno sguardo d' intesa. Uno continua a offendere, minaccia, «forse ci rivedremo».

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Giorgia Rombolà torna a casa e mentre allunga il passo scoppia a piangere perché un conto è raccontarle certe storie e un conto viverle. Una ferocia vissuta sulla sua pelle, che mostra una Roma forse più cattiva, ma anche un problema che va affrontato una volta per tutte e non solo raccontato a fasi alterne con dossier e reportage sull' impunità delle baby borseggiatrici.

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Ora il suo post è visibile solo agli amici, perché anche lo sconosciuto mondo social è stato spietato e Giorgia ha calato il sipario sugli estranei.

 

 

 

 

 

 

 

 

2. IN UNA STAZIONE DEL METRÒ

Massimo Gramellini per il ''Corriere della Sera''

 

Una giovane rom con figlia di tre anni al seguito viene immobilizzata sulla metropolitana di Roma dai vigilantes, dopo un tentato scippo. Un uomo, forse la mancata vittima, si scaglia egualmente contro di lei, prendendola per i capelli e sbattendole la testa contro il muro, sotto lo sguardo della bimba. Qui entra in scena Giorgia Rombolà. Benché giornalista Rai, quindi buonista e radical chic per definizione (ha pure il cognome che comincia per Rom), invece di fluttuare da un salotto all’altro sulla Mercedes d’ordinanza si trova eccezionalmente a viaggiare tra i comuni mortali. Rombolà esorta l’indemoniato a non farsi giustizia da sé, tanto più che la giustizia sta svolgendo il suo ruolo in modo eccellente. Viene presa a male parole dall’intero vagone.

 

 L’odio dei social arriverà dopo. Stavolta a invocare le fiamme per i rom e per chi chiede il rispetto della Legge sono persone in carne e ossa, sia pure immerse dentro una folla. I più raffinati alternano agli insulti dei ragionamenti tipo questo: gli zingari è inutile arrestarli, tornano subito liberi, i ceffoni invece se li ricorderanno.

massimo gramellini massimo gramellini

 

Dice il mantra di quest’epoca offesa che la gente ha paura e va ascoltata. Ma sarà lecito rivolgere alla signora Gente anche qualche domanda. Vivrebbe meglio in un mondo sottratto al nome della Legge e consegnato all’arbitrio del più forte? È sicura che il più forte starebbe sempre dalla sua parte? E non teme di rimanere priva di diritti, compreso quello di potersi lamentare della Legge?

 

 

 

3. FILOSOFIA CONTEMPORANEA

Mattia Feltri per ''La Stampa''

 

Fra i numerosi e interessanti dibattiti di ieri, il più suggestivo, da un punto di vista della speculazione filosofica, si è animato attorno al seguente dilemma: è giusto o no picchiare una rom che cerca di derubare un passeggero della metropolitana? Perché anche voi possiate esprimervi, ecco i dettagli: Giorgia Rombolà, giornalista della Rai, a una fermata della metro di Roma vede una giovane rom, con bambina di tre o quattro anni al seguito, immobilizzata dai vigilantes.

 

mattia feltri mattia feltri

Quello che si presuppone essere l' obiettivo dello sfumato furto, un uomo di dimensioni considerevoli, nonostante i vigilantes riesce a colpire la ladruncola, e si accanisce con la forza dell' offeso, pure in testa, finché afferrandola per i capelli non la sottrae alle guardie. E lì fa valere le sue ragioni di cittadino onesto: prende la donna e la sbatte contro il muro quattro o cinque volte (intanto che la bambina piange), e chiude l' operazione scaraventandola a terra. Rombolà, che prova a difendere la malmenata, viene dichiarata dagli altri passeggeri comunista, radical chic e pure puttana, termine che in questi mesi vive una seconda giovinezza.

 

Ora, non sappiamo se il pestaggio rientri nei confini della legittima difesa, ma conta che, pur battendosi valorosamente, gli sfavorevoli sono stati sconfitti dai favorevoli, guidati dall' ironico ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno («non si può più rubare in santa pace»), e su gol di un implacabile bomber del pensiero che la zingara l' avrebbe lanciata sui binari. Bene amici, alla prossima; discuteremo sul tema: secondo un calcolo costi-benefici, è conveniente dare fuoco agli stupratori negri?

 

 

 

 

 

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