VACCINO IN VACCHI – IL RAM-POLLO VOLA CON UN JET PRIVATO A BELGRADO PER FARSI INOCULARE E NON RESISTE A SBATTERCI IN FACCIA I SUOI PRIVILEGI. GRAMELLINI: “IN VACCHI COLPISCE LA TOTALE INCONSAPEVOLEZZA DEL CONTESTO IN CUI GLI TOCCA VIVERE: UN'UMANITÀ CHE LA PANDEMIA HA ANCORA PIÙ SPAVENTATO E IMPOVERITO. MA È TIPICO DEI DIVI SOCIAL RACCONTARE LA FAVOLA DEI LORO PRIVILEGI A CHI PUÒ IMMEDESIMARVISI SOLO PER INTERPOSTO SELFIE…”
-Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Eravamo in ansia, poi la lieta novella è arrivata: Gianluca Vacchi ha ricevuto la prima dose di vaccino. Per non perdere tempo, il noto uomo d' azioni è andato a prendersela con il jet privato. A Belgrado, perché in Italia non ne aveva ancora diritto, ma non ne aveva diritto nemmeno a Belgrado, dove i vaccini sono riservati a chi vi soggiorna per lavoro e per un tempo un po' più lungo di una toccata e fuga col jet. «C' è chi può e chi non può.
Io può», sentenziava un vecchio presidente di calcio più simpatico che scolarizzato.
Vacchi può. Ma non gli basta. Muore dalla voglia di farlo sapere continuamente agli altri, tanto che ha diffuso lui la notizia, fotografandosi felice e vaccinato a bordo del suo aereo.
Nella casa dove abitavo da bambino c' era una signora che si muoveva sempre in taxi, ma, trovando impudico farlo sapere a tutto il condominio, chiedeva al tassista di essere lasciata a un paio di isolati di distanza. Altri tempi, altre tempre.
In Vacchi colpisce la totale inconsapevolezza del contesto in cui gli tocca vivere: un' umanità che la pandemia ha ancora più spaventato e impoverito e che il limbo delle vaccinazioni sottopone ad attese snervanti. Ma è tipico dei divi social, quale Vacchi indiscutibilmente è, non resistere alla tentazione di raccontare la favola dei loro privilegi a chi può immedesimarvisi solo per interposto selfie. Anche se si tratta di una favola che esalta la disuguaglianza e la furbizia, o magari proprio per questo.