UNA VITA DA PRECARIO (MILIONARIO), A RINCORRERE CONCORSI – IL RECORD DI ALESSANDRO MUNARI, AVVOCATO DI GRIDO CHE HA DOVUTO ASPETTARE 30 ANNI PER UNA CATTEDRA. ORA ALL'ETÀ DI 59 ANNI LA SUA CARRIERA ACCADEMICA PUÒ DECOLLARE – SEI LIBRI, 50 SAGGI E RICONOSCIMENTI, “ANDAVO AI CONCORSI, PARTIVO DA FAVORITO MA MI BOCCIAVANO SEMPRE. C’ERA SEMPRE QUALCUNO CHE ARRIVAVA PRIMA PERCHÉ IO NON…”

-

Condividi questo articolo


Stefano Zurlo per “il Giornale”

alessandro munari 1 alessandro munari 1

 

Una vita da precario. Alessandro Munari, titolatissimo avvocato d' affari milanese, ha battuto forse un record. Per trent' anni ha insegnato all' università, ha tenuto corsi affollati, ha seguito tesi e sfornato libri e saggi. Ma sempre come incaricato. Un piede dentro e un piede fuori. Provvisorio a vita, in attesa della promozione come Vladimiro ed Estragone di Godot nella commedia di Beckett.

 

Poi ad agosto scorso la sorpresa. Quasi metafisica dopo un' eterna attesa: «Mi hanno comunicato che avevo vinto il concorso e avevo ricevuto l' abilitazione scientifica nazionale». All' età di 59 anni, quando gli altri magari iniziano a pensare alla pensione, la sua carriera accademica può finalmente decollare.

 

CONCORSO DESERTO CONCORSO DESERTO

«E ora posso cercare in giro per l' Italia una cattedra, come professore associato di diritto commerciale». Forse, un altro stapperebbe la bottiglia di champagne messa in frigo nel lontano 1989, quando c' erano ancora il pentapartito e la diarchia Craxi Andreotti, quando l' Italia era una potenza rampante con gli ormoni dell' ottimismo in circolo e il Muro di Berlino veniva preso a picconate.

 

Ma Munari ha altre idee: «Sono felice, ma provo anche un misto di tristezza e indignazione perché trent' anni di anticamera non hanno senso. E ritengo che questa non sia solo la mia vicenda». Il problema è che il curriculum chilometrico in questi 30 anni è servito a poco o nulla. Sei libri, una cinquantina di saggi e articoli. E ancora il corso di diritto commerciale alla Cattolica, una calamita che attrae oltre 400 studenti.

 

alessandro munari alessandro munari

«Ma poi andavo ai concorsi e mi bocciavano sempre - riprende l' avvocato - mi ricoprivano di elogi e complimenti, ma al dunque c' era sempre qualcuno che arrivava prima di me. Perché io non appartengo a camarille, cordate e conventicole, perché sono insofferente alle raccomandazioni e non ho padrini. E questo, vorrei precisare, non significa che sia una sorta di cavallo pazzo o di studioso un po' naif o, peggio, un iconoclasta antisistema.

 

No, semplicemente ho sempre coltivato insieme alla ricerca, l' indipendenza. Ho sempre fatto di testa mia e intanto ho sviluppato l' attività professionale». L' incipit. Con il padre, Sergio Munari, poi diverse tappe. La collaborazione con solisti del calibro di Alberto Porro e Vittorio Dotti, per lunghi anni il civilista di Silvio Berlusconi, poi la partnership con Francesco Gatti e infine, scommettendo su un futuro che è già presente, lo studio formato boutique Munari Cavani.

CONCORSO CONCORSO

 

«È stata una bellissima carriera forense, piena di soddisfazioni. In parallelo venivo implacabilmente bocciato, un concorso dopo l' altro. Partivo sempre favorito, poi c' era sempre qualche allievo da sistemare, qualche poltrona da assegnare a questo o quello negli equilibri universitari, qualche allievo di qualcuno che spuntava all' orizzonte, come un Ufo, e doveva avere la precedenza. Ci sono rimasto male, le prime volte. Non capivo. Poi ci ho fatto l' abitudine».

 

AVVOCATI AVVOCATI

Munari allarga le braccia: «La bella notizia è che ho vinto, la cattiva notizia è che ce l' ho fatta dopo un' esistenza in bilico, senza certezze. E, lo dico senza arroganza e anzi con molta sofferenza, non credo sia un bel messaggio per i giovani che hanno talento e vogliono buttarsi nella mischia. La domanda che mi faccio è semplice come dovrebbe essere questo Paese così contorto: conta di più il merito o le relazioni?».

 

Le energie, anche le migliori, spesso rimangono fuori dai circuiti che contano. Munari le sue le ha convogliate in mille attività come una specie di vulcano calmo e organizzato, ma mai fermo, l' inquietudine che bolle sotto la faccia tranquilla. Il lavoro. La didattica con i ragazzi. La casa editrice che produce testi specialistici. Gli incarichi di peso, compreso un posto nel cda del Giornale.

 

alessandro munari 2 alessandro munari 2

La chitarra classica, altra passione sfrenata dell' uomo di legge: memorabile il duo con un vicino di casa davvero speciale, Umberto Eco, al liuto rinascimentale. L' organizzazione del Festival del cinema di Busto Arsizio, con annessa scuola per giovani promesse della cinepresa: la Fondazione Michelangelo Antonioni. A scorrere l' elenco vertiginoso e trasversale di tante intraprese si può pensare che Munari abbia compresso due o tre vite in una sola esistenza. Dinamismo. Rigore. E coriandoli di creatività. Solo l' università, che fa scappare all' estero i cervelli e mortifica spesso gli ingegni più alti, l' ha tenuto sulla porta, come un mendicante del sapere, per trent' anni.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…

DAGOREPORT –  PER SALVARE IL "CAMERATA" ROSSI, PROSSIMO A.D. RAI, UNA MELONI INCAZZATISSIMA VUOLE LA TESTA DEL COLPEVOLE DEL CASO SCURATI PRIMA DEL 25 APRILE: OGGI SI DECIDE IL SILURAMENTO DI PAOLO CORSINI, CAPO DELL'APPROFONDIMENTO (DESTINATO AD ESSERE SOSTITUITO DOPO LE EUROPEE DA ANGELA MARIELLA, IN QUOTA LEGA) – SERENA BORTONE AVEVA PROVATO A CONTATTARE CORSINI, VIA TELEFONO E MAIL, MA SENZA RICEVERE RISPOSTA - ROSSI FREME: PIÙ PASSA IL TEMPO E PIU’ SI LOGORA MA LA DUCETTA VUOLE LE NOMINE RAI DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO SICURA DEL CROLLO DELLA LEGA CON SALVINI IN GINOCCHIO…)