VOLTA LA CARTA - "L'AMICA RUBÒ PER FARE UN REGALO A SORPRESA AL CANTANTE", ECCO PERCHÉ L’EX VINCITORE DI AMICI È STATO SCAGIONATO DALL’ACCUSA DI FURTO - CONSIDERATA "GRAVEMENTE INATTENDIBILE" DAL GIUDICE LA TESTIMONIANZA DEL VIGILANTE SECONDO CUI CARTA AMMISE IL FURTO

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Da rainews.it

 

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È "insufficiente e contraddittoria" la prova che Marco Carta abbia concorso nel furto di 6 magliette, lo scorso 31 maggio alla Rinascente, di Milano. Lo scrive il giudice Stefano Caramellino, nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 31 ottobre nel processo abbreviato ha assolto "per non avere commesso il fatto" il cantante dall'accusa di avere rubato 6 magliette, lo scorso maggio alla Rinascente di Milano. Secondo il giudice "l'ipotesi ricostruttiva alternativa" della difesa invece "è confortata da 'elementi di conferma'".

 

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"La sua amica voleva fargli un regalo" "Il movente dichiarato da Fabiana Muscas, consistente nel volere fare un regalo di compleanno a sorpresa a Marco Carta, corrisponde a una eventualità non certo remota né congetturale, bensì oggettivamente riscontrata nel caso concreto poiché coerente con l'effettiva data di compleanno di Marco Carta, dieci giorni prima del fatto", scrive il giudice.

 

"Marco Carta ammise il furto? Vigilante inattendibile"

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Marco Carta e Fabiana Muscas avrebbero ammesso entrambi il furto di magliette a un vigilante della Rinascente, quando sono stati fermati, lo scorso 31 maggio, sulla soglia del grande magazzino di Milano. Lo ha sostenuto lo stesso vigilante, sentito come teste dalla polizia locale, le cui affermazioni sono state però considerate "gravemente inattendibili" dal giudice che ha assolto il cantante nel processo abbreviato.

 

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Nel verbale di sommarie informazioni riportato nelle motivazioni del giudice e firmato dal vigilante, si legge: "La coppia uscita su pubblica via veniva invitata a rientrare all'interno del negozio. Il duo acconsentiva e una volta rientrato ammetteva il furto facendo vedere il contenuto della borsa, dalla quale si scorgevano le maglie ancora trafugate". Il giudice ha definito le affermazioni del testimone "gravemente inattendibili, perché descrivono fatti materiali incompatibili con quanto obiettivamente emerso dalle registrazioni video". Inoltre, secondo Caramellino, sarebbero caratterizzate da "genericità e obiettiva inesattezza".

 

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 Il giudice sostiene che "è in sostanza ragionevole ammettere che gli autori del verbale di sommarie informazioni formato nell'immediatezza del fatto abbiano costantemente avuto, nel corso dell'intera redazione del verbale, un imperfetto controllo". Una spiegazione che, si legge nel documento di 34 pagine, è "razionale" e "corrisponde a una eventualità  non certo remota né congetturale, bensì oggettivamente riscontrata sul piano logico (...) perché coerente con la relativa rapidità con cui tale verbale è stato formato" - ovvero dalle 21,15 alle 23,00 - e "al termine di una giornata di lavoro piuttosto pesante, per l'eccezionale afflusso di consumatori in occasione del venerdì nero"

 

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