WOODCOCK RISCHIA LA CARRIERA - IL PG DELLA CASSAZIONE CHIEDE LA CENSURA PER IL PM NAPOLETANO PER LE CONDOTTE SCORRETTE DURANTE L’INCHIESTA CONSIP -  NELLA PRASSI LE TOGHE CONDANNATE A UNA CENSURA VENGONO QUASI AUTOMATICAMENTE ESCLUSE DAI POSTI DIRETTIVI - AL MAGISTRATO E’ CONTESTATA LA MANCATA ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI FILIPPO VANNONI…

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HENRY JOHN WOODCOCK DAVANTI AL CSM HENRY JOHN WOODCOCK DAVANTI AL CSM

Antonella Mascali per il “Fatto quotidiano”

 

Henry John Woodcock deve essere condannato alla censura dalla disciplinare del Csm. Lo ha chiesto ieri, alla fine della requisitoria, il sostituto pg della Cassazione Mario Fresa che contesta al pm napoletano e alla collega Celeste Carrano condotte scorrette durante l'inchiesta Consip. Per la Carrano è stata chiesta la sanzione più lieve, l' ammonimento.

 

HENRY JOHN WOODCOCK HENRY JOHN WOODCOCK

Se i giudici dovessero accogliere la richiesta, la carriera di Woodcock sarebbe azzoppata: nella prassi le toghe condannate a una censura (perdita di anzianità e radiazione sono più gravi) vengono quasi automaticamente escluse dai posti direttivi. Entrambi i pm sono accusati della mancata iscrizione nel registro degli indagati dell' ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, ascoltato nel dicembre 2016, invece, come testimone, senza difensore: andava indagato, ha detto Fresa, tanto è vero che una nota inviata dal procuratore di Roma Pignatone (su richiesta del Pg) dice che l' iscrizione nella Capitale, avvenuta due mesi dopo, fu decisa senza elementi nuovi rispetto a quelli di Napoli.

 

La richiesta di pena più lieve per Carrano è dovuta al convincimento di Fresa che l'atteggiamento della pm durante la deposizione di Vannoni fu "passivo". La dignità del teste fu lesa da Woodcock e dai militari della pg, a cominciare dal capitano Scafarto, che a questo processo "non sono stati credibili".

 

FILIPPO VANNONI FILIPPO VANNONI

Il solo Woodcock è pure incolpato, per un articolo di Liana Milella su Repubblica, di grave scorrettezza nei confronti dell' ex procuratore facente funzioni di Napoli, Nunzio Fragliasso e dei pm romani che hanno ereditato l'inchiesta che ha messo sotto accusa, tra gli altri, l'ex ministro Lotti e Tiziano Renzi. Prima delle requisitoria, Woodcock ha rilasciato dichiarazioni spontanee: "Ho fatto della lealtà un valore assoluto della mia vita" e "quel colloquio con Milella (pubblicato ad aprile 2017, ndr) era una chiacchiera con un' amica che conosco da vent' anni. Ci lasciammo con la sua promessa solenne che non avrebbe scritto. Fu un tradimento".

 

PAOLO IELO PAOLO IELO

E ancora: "Senza la mia ammissione che feci al procuratore Fragliasso per onestà, questa accusa non ci sarebbe stata" perché nell' articolo erano riportate le sue frasi come de relato. Nessuna scorrettezza neppure verso i pm romani: "Con Paolo Ielo ci fu condivisione".

 

E nessuna vessazione, come denunciato da Vannoni: "Vivo questo mestiere con responsabilità, non come esercizio di potere. Ho sempre immaginato il senso di angoscia che prova l' estraneo che entra nel Palazzo di giustizia. La scelta di non indagarlo, fu basata su considerazioni sostanziali e formali". Non per il Pg: "È stato scelto il soggetto più debole per farlo parlare".

scafarto scafarto

 

Addirittura, ipotizza che il nome di Matteo Renzi, mai indagato, non fu fatto spontaneamente da Vannoni, come hanno detto tutti gli inquirenti: "Impossibile che sia venuto fuori senza una domanda". Sentenza il 18 febbraio.

 

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