AFGHANISTAN, SOLDATI ITALIANI NEL MIRINO - BRUNETTA, 'MEGLIO IL POSTCOMUNISMO DI BERSANI CHE IL CATTOCOMUNISMO DI FRANCESCHINI' - SGARBI SESSUALI A PAPI SILVIO – “A RAITRE NOMINE PRIMA DEL CONGRESSO” - ROTONDI: "ERA MEGLIO LA RAI DI PRODI" - BERSANI “IN VANTAGGIO DI 19 PUNTI”…

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1 - AFGHANISTAN, SOLDATI ITALIANI NEL MIRINO

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Repubblica.it - Nel mirino dei taliban ancora i soldati italiani in Afghanistan. A quattro giorni dalle elezioni presidenziali, in due distinti attacchi, i ribelli hanno colpito i blindati della Folgore nella provincia di Farah. Due ordigni sono esplosi al passaggio dei veicoli italiani di scorta a un contigente afgano in movimento verso Bala Baluk per rifornire una base militare. I taliban hanno usato lanciarazzi e armi leggere, ma sono stati respinti dai soldati della Folgore. Sul terreno sono rimasti un numero imprecisato di insorti; nessun ferito invece tra le truppe italiane.

 

2 - LA RUSSA, FRECCE TRICOLORI: 'LA RICHIESTA LIBICA È UN CHIARO RICONOSCIMENTO DELL'ECCELLENZA ITALIANA'
(Adnkronos) -
"L'esibizione delle 'Frecce Tricolori' a Tripoli è un impegno che il Governo ha assunto sulla base di una richiesta venuta dalla Libia" e "non si è mai discusso di annullarla", quanto ai costi "i Radicali basta che consultino una carta geografica per scoprire che la Libia è molto vicina, l'esibizione aTripoli costa come un'esibizione a Trieste, anzi forse anche meno".

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Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, commenta così, all'ADNKRONOS, l'interrogazione depositata dai Radicali che chiede conto dei costi dell'esibizione che la pattuglia acrobatica compirà a Tripoli il 30 agosto, in occasione della visita del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

"Abbiamo accolto la richiesta della Libia perchè per noi è importante che dopo tante vicessitudini, dopo che per lungo tempo il governo libico ha messo in atto una politica anti italiana vi siano adesso rapporti bilaterali nell'abito dei quali la richiesta di un'esibizione delle 'Frecce Tricolori' è un chiaro riconoscimento all'eccellenza italiana", spiega ancora La Russa.

3 - SGARBI SESSUALI A PAPI SILVIO
Sgarbi intervista da Mattia Feltri su La Stampa: «I pranzi non sono né eleganti né ineleganti, forse divertenti o noiosi. Io penso e mi auguro che anche Ezio Mauro e Giuseppe D'Avanzo siedano a tavola con fanciulle che ingraziosiscono i loro pasti. Altro è il dopocena, ma lì c'è un terribile equivoco e Berlusconi ne è soprattutto vittima: lui credeva di esercitare su queste ragazze un fascino irresistibile, e invece erano signore prezzolate da altri. L'aspetto sgradevole è questo».

4 - IL GIOCO DELLA LEGA CANCELLATO DA FACEBOOK
Corriere della Sera - Dopo le polemiche politiche, la denuncia da parte dell'Arci e le proteste degli utenti, «Rimbalza il clandestino», il gioco ideato dal figlio di Umberto Bossi, Renzo, è stato cancellato da Facebook.

UMBERTO E RENZO BOSSI AL SEGGIOUMBERTO E RENZO BOSSI AL SEGGIO

L'obiettivo del gioco era quello di «mantenere il controllo sui clandestini in Italia». Puntando il proprio mouse sulle navi, che di volta in volta si avvicinavano alle coste italiane, si potevano rimandare indietro gli immigrati e ottenere punti in base alle imbarcazioni respinte, passando così al livello successivo.

Se il tentativo di respingimento dei clandestini falliva, appariva la classica scritta game over con l'invito a riprovare «per dimostrare di essere un vero leghista». Resta accessibile in Rete, invece, un secondo gioco leghista: «Converti il comunista», che avrebbe lo scopo, secondo i suoi ideatori, di convertire il «triste e logoro comunista in un felice leghista».

5 - VELTRONI: NON È TUTTA COLPA DI BERLUSCONI - LA TURCO: SAGGIO. I LETTIANI: È AUTOCRITICA?
Corriere della Sera - «Non tutto il male è colpa di Berlusconi». Walter Veltroni tira il freno sull'antiberlusconismo e al Quotidiano Nazionale racconta del suo nuovo romanzo, Noi , e di quella che il giornale definisce «la verità scomoda».

Alla domanda se «siamo quel che siamo a causa di Berlusconi», l'ex segretario del Pd risponde così: «No, ne sono convinto. La colpa più grave di Berlusconi è quella di non aver migliorato il Paese, ma non credo che con lui spariranno anche l'egoismo e l'individualismo». Veltroni ricorda l'eterna tendenza dell'Italia alle «sbandate ideologiche», nelle quali comprende sia il «berlusconismo» sia «l'antiberlusconismo».

I SALUTI DI VELTRONI ALLA FINANZA - copyright PizziI SALUTI DI VELTRONI ALLA FINANZA - copyright Pizzi nar04 ferrara turco armeninar04 ferrara turco armeni

«Considerazioni sagge - le definisce Livia Turco -. Penso che il berlusconismo sia una cultura e che spesso sia stata sottovalutata. Ma penso anche che individualismo ed egoismo abbiano radici profonde nella storia del Paese». Il deputato pugliese Francesco Boccia condivide solo in parte le parole di Veltroni: «Mi sembra che Walter abbia dimenticato il fatto che l'altra parte del male, oltre a Berlusconi, è stata la classe dirigente del centrosinistra, che quando ha avuto la responsabilità di cambiare il Paese non ha avuto il coraggio di farlo».

Chi non condivide neanche una parte delle parole di Veltroni, avendo fatto dell'antiberlusconismo uno strumento di lotta politica, è l'Idv. Il presidente dei senatori Felice Belisario spiega: «Non so di cosa parli, Veltroni. Berlusconi sta facendo solo cose negative: vedi la crisi, l'immigrazione, la sicurezza, la giustizia. Sono d'accordo con lui solo se vuol dire che c'è una parte dell'opposizione che non ha fatto il suo mestiere, vedi legge sul conflitto d'interessi e indulto: naturalmente non parlo di noi». (Al. T.)

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6 - PRIMARIE PD: BRUNETTA, 'MEGLIO IL POSTCOMUNISMO DI BERSANI CHE IL CATTOCOMUNISMO DI FRANCESCHINI'
Meglio il postcomunismo di Bersani che il cattocomunismo di Franceschini. A pronunciarsi in vista delle primarie del Pd, che porteranno all'elezione del prossimo segretario del partito, è il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. "Anche Franceschini è una persona seria - ha detto alla trasmissione di Radio2 'Un giorno da pecora' - ma io preferisco Bersani: un postcomunista emiliano serio, pragmatico, con una lunga carriera di amministratore alle spalle e posizioni neanche troppo distanti dalle mie. Con Franceschini vincerebbe invece l'anima cattocomunista del partito". Un'eventualità, che nelle previsioni di Brunetta non dovrebbe però comunque verificarsi: "Avrà la meglio Bersani con il 55% contro il 35%", il pronostico del Ministro.

7 - L'APPELLO DEI CONSIGLIERI PD E DI MARINO: "A RAITRE NOMINE PRIMA DEL CONGRESSO"
Corriere della Sera
- Le nomine Rai tornano al centro del dibattito politico. A tenere banco, stavolta, sono le direzioni di Raitre e del Tg3 . Prende posizione Carlo Verna, segretario nazionale Usigrai: «Il vertice del servizio pubblico sia scelto per il Tg3 e Raitre prima che il congresso del Pd decida chi deve decidere».

E prosegue: «Faccio appello a Franceschini, Bersani e Marino. Dicano subito con chiarezza che riconferme o avvicendamenti al Tg3 e Rai3 non sono affar loro». E proprio il candidato alla segreteria Ignazio Marino- in risposta all'editoriale di Aldo Grasso su Rai, terza rete, Pd e lottizzazione» - annuncia al Corriere la sua intenzione di chiedere «all'Assemblea del Pd di votare una risoluzione che impegni il partito su due punti».

Brunetta DogeBrunetta Doge

E li precisa: «Primo, non sarà il nuovo segretario a decidere alcuna spartizione delle direzioni della Rai», «secondo, da subito una sfida al centrodestra per cambiare con una legge semplice i criteri di nomina del consiglio di amministrazione della Rai». Replicano a Verna i consiglieri Rai, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten: «Nessuna indicazione o pressione è stata mai esercitata dai leader del Pd».

Per Giuseppe Giulietti, portavoce dell'associazione Articolo 21, le nomine «non devono essere condizionate dai congressi». «Ha ragione chi chiede che i vertici Rai decidano in piena autonomia su Rai3 e Tg3- sostiene invece Maurizio Gasparri -. L'azienda ha deciso per altre reti e testate ma qui si blocca perché c'è il congresso del Pd e non si sa chi sarà il 'padrone' di questa parte di servizio pubblico».

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8 - ROTONDI: "ERA MEGLIO LA RAI DI PRODI"
La Repubblica -
«La Rai di Prodi era meglio di quella di oggi». Il rimpianto per la breve stagione del centrosinistra a Viale Mazzini non arriva da un nostalgico prodiano che ha perso visibilità in tv con il cambio ai vertici della Rai. A rivalutare, televisivamente, il biennio 2006-2008 è un membro del governo Berlusconi, Gianfranco Rotondi, ministro per l´Attuazione del Programma. «Quella Rai - spiega il ministro - è stata generosa con noi che allora eravamo all´opposizione. Per lo meno ci ha permesso la rimonta. Oggi manca il pluralismo». Non critica direttamente Minzolini («Troppo presto per giudicare, diamogli tempo») ma, avverte: «C´è troppa semplificazione e semplificare significa non informare: oggi la politica in tv è solo Berlusconi, se non c´è lui non c´è politica».
(m.fv.)

9 - BERSANI "IN VANTAGGIO DI 19 PUNTI"
La Repubblica
- Un distacco abissale. Almeno sulla carta. Una sfida che va avanti a col¬pi di numeri. La battaglia per la leadership del Partito de¬mocratico sarebbe quasi chiu¬sa. Almeno a leggere i dati. Un sondaggio Ipr marketing - realizzato tra fine luglio e inizio agosto e pubblicato nei giorni scorsi dal Riformista - rileva un distacco di 19 punti percentuali tra Pier Lui¬gi Bersani e Dario Franceschi¬ni. L'ex ministro raccogliereb¬be il 54% delle preferenze con¬tro il 35% del segretario e l'11 dell'outsider Ignazio Marino.

 

 

 

 

 

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