AMERICA FATTA A MAGLIE - TUTTO SUI PRIMI 100 GIORNI DI TRUMP: SGRAVI FISCALI ALLE INDUSTRIE CHE PRODUCONO IN AMERICA, BLOCCO DELLE ASSUNZIONI DEI DIPENDENTI FEDERALI, FAR RIPARTIRE L’OLEODOTTO KEYSTONE BLOCCATO DA OBAMA, CHIUDERE O MODIFICARE GLI ACCORDI CON L’ESTERO - MA ALTRETTANTO IMPORTANTE È IL PIANO DEI 200 GIORNI: ECCOLO

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

mary barra donald trump sergio marchionne mary barra donald trump sergio marchionne

Donald Trump firma executive orders, alcuni dei quali dovuti altri pesanti come un macigno. Chiunque abbia pensato che i primi 100 giorni sarebbero stati più moderati nelle azioni di quanto promesso in campagna elettorale, si accomodi nel settore dei grandi scandalizzati perpetui e dei rosiconi incalliti.

 

Ma se volete veramente capire la ragione profonda per la quale Mr. Trump ha vinto le elezioni secondo lo storico sistema del collegio elettorale voluto dai Padri fondatori, ascoltate il discorso fatto della signora Sally Boynton Brown, dirigente del Partito Democratico e candidata a presidente del Comitato nazionale democratico, quando tutta infervorata questa mattina diceva: “il mio compito e’ quello di far tacere i bianchi quando mi vengono a dire io non ho pregiudizi, io sono un democratico, sono uno che accetta agli altri. Il mio compito è assicurarmi che sappiano di quanti privilegi godono, il Comitato nazionale democratico deve fare i corsi per la gente e insegnare loro che se sono bianchi devono tenere la bocca chiusa”. Ecco.

 

donald trump firma l executive order sul keystone xl donald trump firma l executive order sul keystone xl

Trump firma executive orders, e con il primo ritira ufficialmente gli Stati Uniti dal TPP, la trans Pacific partnership, con l'altro ristabilisce la politica cosiddetta Mexico City, col terzo congela l'assunzione di impiegati federali. Ne ha firmato un altro, con il quale cancella il divieto di Barack Obama di far passare per il Nord Dakota un importante oleodotto. L'oleodotto detto Keystone XL si farà.

 

 Il TPP in realtà non è mai stato approvato dagli Stati Uniti perché Barack Obama non ha mai avuto la maggioranza in Congresso per farlo passare, ed era un monumentale accordo commerciale che avrebbe allineato Stati Uniti e 11 altre nazioni della regione dell'Asia e del Pacifico, compreso il Giappone l’Australia, il Vietnam, il Canada e il Messico sotto un unico accordo ombrello destinato ad eliminare tariffe e regolamenti.

 

 Per dare un'idea della mole, stiamo parlando di nazioni che detengono il 40% del commercio mondiale. Trump ha sempre sostenuto durante la campagna elettorale che l'accordo sarebbe stato negativo per il commercio americano, ha agito di conseguenza.

donald trump con jared kushner e mark fields sergio marchionne donald trump con jared kushner e mark fields sergio marchionne

 

I tentativi di Barack Obama di farlo approvare prima della fine del suo mandato sono falliti perché il Partito Repubblicano si è sempre opposto, quindi in questo non c'è un neo protezionismo ne’ un neo isolazionismo di Donald Trump. Ora bisogna vedere che cosa succede con Nafta, ovvero con l'accordo fatto da Bill Clinton nel 97 assieme a Canada e Messico, perché il presidente ha detto che o si modifica in modo da non danneggiare la produzione americana o si ritirerà.

 

Diverso il discorso del Mexico City Policy, e se ci racconteranno e vi racconteranno che è stata un'iniziativa straordinaria del presidente Trump, sappiate che è una bugia. Originariamente annunciata da Ronald Reagan nel 1984, obbliga le organizzazioni non governative come condizione per i fondi federali americani a dichiarare che non promuovono politiche per l'aborto come metodo di pianificazione familiare in altri Paesi.

 

donald trump stringe la mano a mary barra donald trump stringe la mano a mary barra

Clinton tolse la regola nel 1993 appena eletto, W Bush la rimise a sua volta nel 2000, Barack Obama l'ha tolta nel 2009, ancora una volta Donald Trump ha fatto quel che avrebbe fatto qualunque presidente repubblicano.

 

Gli obblighi all'onere di partito si fermano qui probabilmente, il che fa venire in mente una battuta di Newt Gingrich qualche giorno fa mentre parlava alla Heritage Foundation, il think tank  repubblicano molto vicino a Trump, che lo ha consigliato in campagna e in transizione.

 

Rivolgendosi ai colleghi repubblicani recalcitranti su alcune scelte politiche e soprattutto sui metodi rivoluzionari del nuovo presidente, molto probabilmente riferendosi anche allo scontro sul cosiddetto muro e sull' immigrazione, sui quali i repubblicani morbidi non sono del tutto d'accordo, anzi non lo sono per niente, Gingrich ha detto: ogni volta che qualcosa non vi sta bene chiudete gli occhi e ripetete due parole “presidente Clinton”, ovvero pensate al pericolo scampato grazie a Donald Trump.

donald trump newt gingrich donald trump newt gingrich

 

 Era atteso anche il blocco delle assunzioni degli  statali, impiegati federali, perché  Trump di tagliare la spesa pubblica e di prosciugare la palude di Washington del Big State, ha parlato per l'intera campagna elettorale. Protestano le unions, i sindacati dei dipendenti pubblici, ma la verità è che in generale con le unions il presidente e’ destinato avere un ottimo rapporto perché il manifatturiero trarrà così grandi vantaggi dal rientro di aziende e capitale che i dipendenti pubblici saranno zittiti.

 

Invece vera pietra dello scandalo si preannuncia  l'executive  act appena firmato per far partire l'accesso agli oleodotti in Dakota, perché forse  è stato il più grosso scontro vinto fino a ieri da democratici e attivisti dell'ambiente che hanno avversato il progetto con grandissima forza e anche violenza.

 

donald trump newt gingrich donald trump newt gingrich

Si può dire che Keystone XL è stato al centro della più forte campagna della storia del movimenti ambientali, e Barack Obama nel 2015 ha respinto definitivamente il progetto. Si tratta – una volta completato – di portare greggio da Alberta in Canada al Texas, e Trump aveva ripetutamente promesso di rimetterlo in funzione anche perché il governo americano dovrebbe avere il 25% dei profitti rinegoziando l'accordo assieme ad altri del Nafta.

 

Bisogna dire che non era atteso così presto, parliamo di 1100 miglia di oleodotto  che sono diventati anche un punto focale dell'opposizione ai progetti sul combustibile fossile. Si sono uniti agli attivisti gli indiani d'America e ci sono state anche azioni molto violente e ora oltre alle proteste ci saranno anche iniziative legali da parte dei gruppi ambientalisti .

 

CLINTON GINGRICH CLINTON GINGRICH

Ma lo scontro ancora una volta non sembra preoccupare il  presidente. Il quale poche ore prima, durante l'incontro con gli executives delle industrie automobilistiche, tra i quali  Sergio Marchionne, aveva esplicitamente criticato la lunghezza dei processi richiesti per avere i permessi ambientali e costruire progetti di infrastrutture e aveva detto " quelli che vogliono costruire negli Stati Uniti devono aspettare anni prima di poter avere dei permessi; è una follia. Io sono  un ambientalista, ci credo, ma così è fuori controllo e io intendo oppormi”.

 

Vi aspettavate di meno per i primi 100 giorni? Trump e il suo gruppo, tanto il cabinet ufficiale che si va formando e che come potete vedere viene approvato nei dei Ministri componenti dal Senato nonostante le molte chiacchiere sulle grandi difficoltà che avrebbero incontrato, quanto quello ombra dei consiglieri della Casa Bianca guidati dal genero, sono determinati a mantenere alcune promesse tanto sull’ economia, sulla salute, sulla riforma delle tasse e l'immigrazione. Era questa la scommessa, e Trump ha sempre detto che i suoi primi 100 giorni sarebbero stati il suo marchio.

 

In un discorso a Gettysburg scioccamente sottovalutato aveva detto quali sarebbero state le sue priorità: farla finita con la corruzione e gli interessi speciali dominanti a Washington, proteggere i lavoratori americani, riportare sicurezza e ruolo della legge.

 

Ora aspettiamoci l'emendamento costituzionale per imporre agli eletti al congresso dei limiti, a quanto si dice non più di 3 mandati, che significa colpire duramente i senatori che si sentono un po’ eletti a vita; la rinegoziazione del Nafta o la sua cancellazione, cosa che non credo che Canada e Messico si possono permettere; la cancellazione dei sussidi alle cosiddette città santuario, ghetti di immigrazione e malavita.

 

THERESA MAY THERESA MAY

Seguiranno una immediata semplificazione della tassazione, una grande legge sulle infrastrutture, agevolazioni sulle tasse per famiglie numerose e cura di bambini e anziani. Trump  lo chiama il progetto dei 100 giorni, poi ce n'è uno riservato dei 200 giorni preparato col gruppo di consiglieri.

 

Qui c'è altra ciccia, compreso il muro col Messico, che in parte è già stato costruito dai precedenti presidenti compreso Bill Clinton; la nomina del giudice che manca della Corte Suprema dopo la morte di Scalia; la complicata faccenda della riforma sanitaria di Obama, che Trump intende distruggere ma mettendoci qualcosa di in sostituzione; le leggi di blocco all'immigrazione totale dai Paesi a minaccia di terrorismo e di infiltrazione, posso più parziale dagli altri.

 

DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU

 In gioco c'è non solo mantenere le promesse, ma cementare l'immagine del nuovo presidente che si riferisce direttamente al popolo ai bisogno del popolo, ispirandosi a Theodore Roosevelt, a Ronald Reagan. Nelle priorità preparate dal gruppo di consiglieri della Casa Bianca e della e della Heritage Foundation sì prevede anche  di ritirare gli Stati Uniti dell'accordo sul clima di Parigi, rivedere tutti i fondi federali per organizzazioni non profit preparare il nuovo approccio bellico contro l'Isis.

 

Venerdì arriva Theresa May più che mai bisognosa della sponda Trump, dopo il colpo basso ricevuto dei giudici che la obbligano a passare dal  Parlamento per sancire l'uscita dall'Unione Europea. E arriva anche Netanyahu, per un colloquio chiave sui destini del Medio Oriente, anche qui c'è uno scontro incredibile se pensate che Barack Obama il giorno prima di lasciare la presidenza ha stanziato con rilascio immediato 21 milioni di dollari per l'Autorità palestinese.

TRUMP PENA NIETO TRUMP PENA NIETO

 

È atteso a breve anche Enrique Pena Nieto, presidente messicano che ha abbandonato il linguaggio violento in risposta alle minacce di Trump sul muro, e ora dice che spera di poter instaurare un forte dialogo con gli Stati Uniti e alternative commerciali.

 

Per quelli preoccupati dei sondaggi di gradimento, Donald Trump sta al 57%, la marcia delle donne ha ottenuto grandi risultati.

 

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