IL BACIO DELLA MORTE DI CARLO DE BENEDETTI A ELLY SCHLEIN: "SERVE RADICALITA’. MA NON SO SE RIUSCIRA A MUOVERSI NELLA GIUNGLA DEM" - DE BENEDETTI, GIÀ TESSERA NUMERO 1 DEL PD DI CUI POI SI È DISAMORATO, SCATENATO CONTRO LA MELONI: "QUESTO È IL GOVERNO DI DESCALZI. OGNI TANTO LE PASSA UNO SLOGAN, IL FANTOMATICO PIANO MATTEI (CARTA STRACCIA) E LEI LO RIPETE NON RENDENDOSI CONTO DI QUEL CHE DICE"- BORDATE CONTRO BERLUSCONI, CONFINDUSTRIA E IL GRUPPO GEDI: "ELKANN EDITORE PESSIMO. 'REPUBBLICA'? È UN GIORNALE DISTRUTTO" – LA GUERRA IN UCRAINA: “È NELL’INTERESSE DI USA E CINA LASCIARE CHE IL PUPAZZO PUTIN SI LOGORI. L’EUROPA NON CONTA NULLA, L’ITALIA ANCORA MENO”


Estratto dell'articolo di Cesare Zapperi per il "Corriere della Sera"

 

carlo de benedetti otto e mezzo 4

«Questo Paese non si cura con il continuismo. Serve radicalità». E proprio Radicalità è il titolo del pamphlet che Carlo De Benedetti ha scritto per spiegare quale sia «Il cambiamento che serve all’Italia». 

 

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Si parte dalla stretta attualità, con l’elezione alla guida del Pd di Elly Schlein. «Io l’avrei votata ma non sono andato ai seggi perché mia moglie avrebbe votato Bonaccini e così non sarebbe servito a nulla».

 

De Benedetti, già tessera numero 1 del Pd di cui poi si è disamorato, ha una opinione positiva sulla neosegretaria. «La stimo, penso sia una persona perbene e intelligente, con passione e un notevole grado di indipendenza». Il giudizio vale però qui ed ora. «Magari tra sei mesi ne dirò malissimo. Non so se riuscirà a muoversi nella giungla del Pd».

ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA

 

Dall’opposizione al governo il tono si fa duro, quasi sarcastico. «Giorgia Meloni è un camaleonte, prima fa la madre che va da Vox in Spagna e parla male di tutti. Poi va in Europa e si presenta come una scolaretta». De Benedetti non fa sconti. «Questo è il governo di Descalzi (l’amministratore delegato di Eni, ndr ). Ogni tanto le passa uno slogan, il fantomatico piano Mattei per esempio (è carta straccia) e lei lo ripete ad alta voce, non rendendosi conto di quel che dice». «Sull’economia Meloni non ha derogato dalla linea del governo precedente — continua l’imprenditore — perché non ci sono margini di manovra».

 

ENRICO LETTA CARLO DE BENEDETTI WALTER VELTRONI MASSIMO GIANNINI

Su Mario Draghi poche parole: «È stato la salvezza del Paese». Per finire con la politica, ecco servito un giudizio tranchant su Silvio Berlusconi: «Quando sono di buon umore mi fa tenerezza, altrimenti provo pena». La chiacchierata con de Bortoli cade su casa Agnelli, con cui da sempre c’è un rapporto agrodolce. «L’operazione Stellantis è stata magistrale. Chapeau a John Elkann. È riuscito a vendere un chiodo come la Fiat alla Peugeot». Le parole diventano severe quando parla dell’impero editoriale (oggi gruppo Gedi) che i figli di De Benedetti hanno venduto agli Agnelli. «Come editore è pessimo. Non ha capito cosa aveva in mano. Repubblica non la ricomprerei neanche morto. È un giornale ormai rovinato, è stato distrutto».

 

CARLO DE BENEDETTI - RADICALITA

C’è tempo ancora per un paio di stoccate in ambito economico per dire che «Confindustria non serve a nulla. Negli ultimi anni è diventato un trampolino per il presidente che passa a guidare aziende di Stato...». E si chiude sulla guerra: «Finirà quando le uniche due superpotenze esistenti, America e Cina, lo vorranno. Per ora è nel loro interesse lasciare che Putin (un pupazzo) si logori. L’Europa non conta nulla, l’Italia ancora meno».

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descalzi meloni
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MELONI E DESCALZI IN LIBIA
john elkann exor
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