LE BADANTI RIMETTONO IN RIGA IL MARMOCCHIO - ROSSI-PASCALE SI SCHIERANO CONTRO FITTO COORDINATORE DI FORZA ITALIA. MA SILVIO VUOLE FARE PACE COL DISSIDENTE PUGLIESE


Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

raffaele fitto silvio berlusconi

La giostra dentro Forza Italia comincia a girare. A pochi giorni dal nuovo incontro Berlusconi- Fitto, che dovrà ridisegnare la geografia interna, il capogruppo al Senato Paolo Romani lascia a sorpresa la commissione Affari costituzionali, benché massimo esperto della legge elettorale che proprio ora approda a Palazzo Madama per la seconda lettura.

 

In commissione, da uomo vicinissimo al capo, aveva condotto tutte le trattative col Pd anche sulla riforma del Senato. Passa alla commissione Esteri, il suo posto è stato già preso in queste ore dal “fittiano” e pugliese Francesco Bruni. Un avvicendamento avvenuto col silenziatore, che rientra nel processo di passaggio di fette di potere interno all’ala che fa capo all’eurodeputato.

pascale berlusconi rudy torta corona

 

L’operazione è partita, dunque, ma i nuovi organigrammi ai quali sta lavorando Verdini (anticipati ieri da questo giornale) hanno fatto insorgere gli esponenti di punta del cerchio magico berlusconiano. In testa, Maria Rosaria Rossi (benché “inviata” domenica scorsa a un’iniziativa di Fitto a Roma), e Francesca Pascale, fidanzata dell’ex premier. Ma da Giovanni Toti a Niccolò Ghedini, sono tanti altri i dirigenti di prima fila che vedono come fumo negli occhi le aperture a beneficio dell’eurodeputato e dei suoi uomini.

cena fund raising di forza italia berlusconi maria rosaria rossi francesca pascale

 

«Ma figuratevi se ci arrendiamo a Fitto, il presidente non ha alcuna intenzione, questa storia dei nuovi incarichi è un’iniziativa di Denis Verdini, Berlusconi non c’entra nulla e non lo farà» è il messaggio del capo che la Rossi ha ripetuto a più riprese tutto il giorno ai parlamentari più preoccupati. Obiettivo: scaricare ogni responsabilità, attribuire a Verdini il progetto del nuovo ufficio esecutivo con una dozzina di componenti che proprio Fitto potrebbe guidare, per completare la «pacificazione» interna. Sta di fatto che i malumori erano tali, di primo mattino, che l’ufficio stampa dell’ex Cavaliere ha smentito prima delle 10 l’esistenza stessa di un piano di «riorganizzazione» di quel genere.

silvio berlusconi e maria rosaria rossi

 

Fitto coglie la palla al balzo e ricorda che «da almeno due anni» rifiuta «cariche e incarichi di partito: il tema non è quello degli organigrammi». Concetto che con molta probabilità il big pugliese ha ribadito allo stesso Berlusconi, col quale si è sentito anche ieri per invitarlo all’iniziativa di mercoledì a Roma sull’Europa (il leader forzista ha promesso che ci sarà). Per discutere di partito invece si rivedranno l’indomani a Palazzo Grazioli, con Verdini, Letta e Ghedini, come già avvenuto una settimana fa. Il restyling è un cantiere aperto che lascia nell’impasse più totale i dirigenti. «L’ennesima scissione sarebbe una sciagura» mette in guardia Maurizio Gasparri.

FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI

 

«Sì, gli organigrammi, ma qui con la riforma elettorale e non solo ci giochiamo la sopravvivenza» avverte Augusto Minzolini. E nel caos, molti procedono a briglie sciolte. Non ha suscitato grandi entusiasmi la sortita di Renato Brunetta, che ha scritto al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e al vice-presidente, Jyrki Katainen, per denunciare «gli imbrogli della legge di stabilità di Renzi». Di fatto, un invito alla procedura di infrazione contro l’Italia che non è proprio la linea di opposizione “responsabile” dettata dal leader.

silvio berlusconi borsalino giovanni toti 3

 

Dentro Forza Italia, non a caso, l’argomento viene fatto cadere, e si preferisce alzare il tiro sul Jobs act, «ennesima riforma solo annunciata e non realizzata » per dirla con Giovanni Toti. Silvio Berlusconi, dopo la mattinata di servizi sociali a Cesano Boscone, si chiude ad Arcore, per nulla entusiasta — raccontano — della notizia che Palazzo Chigi si costituisce parte civile nel processo escort di Bari contro lui e Lavitola.