BERTOLASO DI PICCHE – L’IPOTESI DEL SUPERCOMMISSARIO SI ALLONTANA, ANCHE PERCHÉ PIÙ CHE ALTRO SAREBBE UN COMMISSARIAMENTO DI CONTE STESSO E POTREBBE APRIRE LE PORTE A UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA. MAGARI SOSTENUTO DALLE STESSE FORZE CHE EVOCANO BERTOLASO. PURE IL PD CHIUDE LE PORTE, MA NON C'È PROBLEMA. È DIRETTAMENTE L'EX CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE A SFILARSI: "GRAZIE, MA RESTO IN AFRICA A LAVORARE CON MIA FIGLIA"

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Coronavirus, Conte: "Spostamenti solo per lavoro, necessità o motivi di salute"

 

LA POLITICA INVOCA BERTOLASO: "GRAZIE, MA RESTO IN AFRICA"

Lodovica Bulian per www.ilgiornale.it

 

BERTOLASO BERLUSCONI

«Sarebbe estremamente importante, in un momento così difficile della vita del Paese, che le istituzioni parlassero con una voce unica, autorevole, capace di dare indicazioni coerenti e competenti e quindi di infondere fiducia nei cittadini. Questa figura c'è, il suo nome è Guido Bertolaso: sono certo sia disponibile e ha già dimostrato con i miei governi di essere capace di gestire gravi emergenze in modo esemplare, riconosciuto in tutto il mondo». La voce del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi non è l'unica a levarsi per invocare con forza il nome dell'ex capo della Protezione civile per gestire questo momento ricoprendo il ruolo di supercommissario, figura sulla cui istituzione si sta ragionando a Palazzo Chigi.

 

BERLUSCONI BERTOLASO

L'idea è di un individuare qualcuno che possa essere il punto di riferimento di tutta la filiera dell'emergenza, dalle decisioni da prendere alle indicazioni da dare fino alla loro comunicazione alle persone che ora più che mai necessitano di coerenza e di fiducia. Il nome del medico specializzato in malattie tropicali che ha guidato per nove anni il cosiddetto «pronto soccorso» del Paese, dove fu chiamato nel 2001 da Berlusconi, circola da giorni nelle stanze di Palazzo Chigi.

 

SILVIO BERLUSCONI E GUIDO BERTOLASO FOTO LAPRESSE

Il pensiero all'uomo che ha gestito le emergenze terremoto in Abruzzo, che è stato commissario straordinario del governo per la prevenzione da rischi della Sars nel 2003, e commissario per l'emergenza rifiuti in Campania (nel 2006, nominato da Prodi), è bipartisan. Ma il diretto interessato si sfila: «Grazie, ma lavoro in Africa con mia figlia», ha fatto sapere ieri.

 

Il premier Conte a domanda di Repubblica si è limitato a dichiarare che «stiamo affrontando un'emergenza con cui l'Italia, quantomeno nella sua storia più recente, non si è mai confrontata. Sono risoluto a ricorrere a qualsiasi mezzo per proteggere i cittadini e sicuramente potenzieremo la squadra». Oltre a Bertolaso le indiscrezioni danno anche sul tavolo anche un'altra opzione, quella di nominare un politico anziché un tecnico, che andrebbe a ricoprire l'incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l'emergenza Covid19.

 

giuseppe conte con rocco casalino al dipartimento della protezione civile

Il primo a lanciare Bertolaso è stato due giorni fa il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. All'indomani del pasticcio sulle bozze dei decreti con misure restrittive per la Lombardia e per il resto del Paese che sono state diffuse prima che fossero firmate, l'ex premier ha suggerito «al governo per il futuro di affiancare alla struttura valida che già sta lavorando, personalità che abbiano un'esperienza nella gestione delle crisi. Ci vuole Bertolaso, una personalità che abbia una capacità di lavorare con governi di tutti i colori e che sia anche capace di mettere le mani nella comunicazione istituzionale durante la crisi, che è un tema fondamentale, e nella gestione dell'emergenza».

 

GIUSEPPE CONTE PENSA DI ESSERE CHURCHILL

Della stessa idea il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, secondo cui richiamarlo in servizio «sarebbe non soltanto una scelta giusta, viste le evidenti difficoltà che, in particolare a livello di decisione e di comunicazione a Palazzo Chigi, sono emerse, ma sarebbe anche un modo per restituire con riconoscenza all'ex capo della protezione civile il suo ruolo nell'ambito dello Stato», dopo anni di processi e polemiche.

 

L'azzurra Mariastella Gelmini aupisca che l'esecutivo ascolti gli appelli e che «lo chiami subito, lo coinvolga immediatamente, e gli dia in mano la gestione di questa crisi. Serve un uomo macchina di spessore, capace di assumere decisioni difficili, e di comunicarle con correttezza e chiarezza al Paese».

 

TRAMONTA L'IPOTESI SUPERCOMMISSARIO

Marco Conti per “il Messaggero”

 

francesco boccia – ritiro del pd all'abbazia di contigliano 21

Rotti gli argini della prudenza, la decisione di chiudere il Paese facendolo diventare «zona protetta» carica tutti i cittadini di responsabilità che sinora il governo aveva provato a distribuire scatenando spesso polemiche. La decisione Giuseppe Conte l'ha comunicata in serata in diretta tv dopo averla condivisa con i capidelegazione del governo, ma era nell'aria già dal primo pomeriggio quando alla Protezione Civile sono iniziati ad arrivare i numeri dei nuovi contagi e i decessi.

 

Un susseguirsi di vertici e riunioni iniziati al ministero dell'Interno con il ministro Luciana Lamorgese. Poi i capi dell'intelligence e delle forze dell'ordine. In serata la riunione con i ministri Bonafede, Franceschini, Speranza, Gualtieri e Fraccaro.

 

Il balzo in avanti ha spaventato non solo palazzo Chigi ma anche i presidenti di regione che sino al giorno prima contestavano le misure «restrittive» del governo. Collegati in video conferenza con il ministro Francesco Boccia, i rappresentanti delle regioni hanno di fatto spinto l'esecutivo ad allargare la zona arancione a tutta la Penisola, chiedendo anche aiuto per il reperimento delle attrezzature sanitarie necessarie per affrontare la malattia polmonare che segue il contagio.

conte lamorgese

 

IL RUOLO

D'altra parte mentre le regioni del Nord, pur sforando il patto di stabilità interno, hanno le risorse per acquistare macchinari, nel Sud la situazione rischia di diventare drammatica solo con un quinto dei ricoverati in Lombardia e Veneto.

 

giuseppe conte e rocco casalino

Conte in serata ha preso spunto proprio da questa richiesta per rispondere alla domanda sull'istituzione di un «super-commissario» che continua ad essere evocato da Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e buona parte di FI. «Avverto la necessità di un coordinamento per l'approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie. E' un ruolo che potremmo affiancare al capo della protezione civile in questo momento», ha sostenuto Conte prendendo anche le distanze dalla definizione di «supercommissario», anche se ha ammesso che pensa di «potenziare la macchina organizzativa».

berlusconi renzi

 

Su questa figura si è sviluppato quel residuo di confronto politico che il Covid-19 ancora permette. Il nome più gettonato per il ruolo da supercommissario è quello di Guido Bertolaso, già capo della Protezione Civile con i governi Prodi e Berlusconi. Proprio il Cavaliere, all'inizio dell'esplosione dell'emergenza, aveva avuto modo di sondare Bertolaso il quale si è subito fatto indietro consapevole forse della difficoltà che avrebbe fatto il M5S e che Vito Crimi conferma.

 

il videomessaggio di giuseppe conte sul coronavirus 6
GUIDO BERTOLASO

Il reggente del Movimento non entra nel nome, ma liquida bocciando del tutto l'idea con un «non ha senso» che di fatto silura l'ipotesi che, se realizzata, avrebbe di fatto finito con il commissariare l'intera macchina organizzativa e lo stesso presidente del Consiglio. Aprendo magari le porte - vista la durata dell'emergenza - ad una sorta di governo di salute pubblica magari sostenuto anche dalle stesso forze che evocano Bertolaso: FI e Iv. Consapevoli dell'insidia, anche il Pd ha chiuso la porta all'idea, lo stesso Matteo Salvini si è detto non interssato alla questione, mentre il Quirinale si tiene fuori da una querelle squisitamente politica, anche se segue costantemente l'evolversi del virus e l'azione del governo. L'accavallarsi di ordinanze e decreti mostra le difficoltà che ancora si incontrano nel contenere il contagio e nel gestire un'emergenza che intreccia competenze - soprattutto quella sanitaria - trasferite, forse con pochissima veggenza, dallo Stato centrale alle regioni.

guido bertolaso foto di ferdinando mezzelani gmt 69

Allargati a tutto il Paese i provvedimenti di sabato scorso, oggi a palazzo Chigi si tenterà di affrontare le conseguenze economiche del contagio prima incontrando i leader dell'opposizione e poi collegandosi con Bruxelles e i leader dell'eurogruppo. Obiettivo ottenere un coordinamento nelle misure sanitari e maggiore flessibilità di bilancio.