Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"
MurdochNello scandalo delle intercettazioni illegali ci sono tre figure chiave: Les Hinton, Stuart Kuttner e Rebekah Wade. Se per davvero il domenicale News of tre World ha ingaggiato investigatori privati allo scopo di spiare alcune centinaia di personalità della politica e dello spettacolo - da Gwyneth Paltrow al sindaco Boris Johnson, da Eriksson a George Michael all'ex calciatore Shearer - , allora, i pagamenti o le tracce dei pagamenti potrebbero essere passati dalle scrivanie di questi tre top manager di Rupert Murdoch.
Ecco perché la Camera dei Comuni ha deciso di convocarli segnando di fatto la volontà di Westminster di andare direttamente al cuore dell'impero editoriale del magnate australiano (controlla fra gli altri il Times e il Sun) e di accertare quanto fosse ramificata la rete di controllo dei telefonini vip, messa in piedi da alcuni giornalisti del gruppo.
Gwyneth PaltrowChi remunerava gli 007? Quanti sono i casi di intrusione illecita? La commissione cultura dei Comuni non ha poteri inquirenti ma può ugualmente scatenare una tempesta. Il motivo è che non più tardi di due anni fa i parlamentari interrogarono già Les Hinton, il primo dei tre testimoni. Lo chiamarono perché il «royal correspondent» del News of the World , Clive Goodman, si era affidato a «esperti di telecomunicazioni » per violare le conversazione private di tre membri dello staff di Buckingham Palace ed era stato arrestato.
La commissione voleva capire se, oltre a Clive Goodman, vi fossero altri reporter e cronisti in grado di forzare illecitamente, con le intercettazioni, la privacy di personaggi pubblici. In quella circostanza, Les Hinton giurò che la condotta di Clive Goodman era isolata e che nessuna agenzia investigativa privata era mai stata ingaggiata da altri giornalisti e testate della galassia Murdoch.
Boris JohnsonIl timore, dopo le rivelazioni del Guardian , come ha precisato uno dei commissari di Westminster, il laburista Paul Farrelly, è che Les Hinton, due anni fa, possa avere deliberatamente «tratto in inganno la commissione». È vero che il News of The world teneva sotto controllo i cellulari di parecchi vip? E lui sapeva?
Les Hinton è una stella polare nell'impero Murdoch. Vi lavora da quasi 50 anni, prima come corrispondente dagli Stati Uniti, successivamente come presidente della Fox Tv e amministratore delegato di News International Limited, la società a cui si legano i quotidiani di Murdoch nel Regno Unito (da qui la sua convocazione nel gennaio 2007).
Una bella carriera. Da un anno e mezzo è il numero uno di Dow Jones, la corporation leader mondiale nell'informazione finanziaria (uno dei suoi rami è il Wall Street Journal ) anch'essa sotto l'ombrello di Murdoch.
Sven Goran ErikssonConvocare Les Hinton a Westminster significa toccare direttamente il capo dei capi, il presidente e amministratore delegato di News Corp, vale a dire lo stesso Rupert Murdoch. E se la versione fornita da Les Hinton due anni fa dovesse risultare falsa si aprirebbe una falla gigantesca proprio nel cuore dell'impero mediatico di proprietà del tycoon australiano.
Non meno importante è la figura di Stuart Kuttner, direttore editoriale di News of the World. Una lettera inviata da News International (la società dei giornali britannici di Murdoch) proprio alla commissione cultura dei Comuni specifica che ogni «pagamento a fonte confidenziale» deve passare dalla scrivania del direttore editoriale.
George MichaelSono transitati anche gli eventuali pagamenti agli investigatori che intercettavano politici, attori e sportivi per conto dei giornalisti? Coincidenza: Stuart Kuttner si è dimesso proprio alla vigilia delle rivelazioni del Guardian. Anche lui dovrà presentarsi a Westminster. Al pari di Rebekah Wade, la potentissima zarina dei tabloid, direttrice del Sun e in procinto di salire alla poltrona di amministratrice delegata. Era informata di quello che stavano combinando alcuni reporter del gruppo?
GORDON BROWNIl caso delle intercettazioni telefoniche illegali è una bomba ad orologeria. Per il momento Scotland Yard esclude di riaprire le indagini. Ma il ministro dell'Interno, Alan Johnson, preme affinché i dossier escano dagli archivi. E contemporaneamente si muove il Parlamento. Il gruppo Murdoch ribadisce che non vi sono prove di coinvolgimento di altri suoi giornalisti e si prepara alla battaglia. Con le ossa a pezzi ne possono uscire in tanti.