1. CACCIARI IN BAMBOLA! A FORZA DI FARE I PURI, TROVI SEMPRE UNO PIÙ PURO CHE TI EPURA 2. PENOSA INTERVISTA DELL’EX SINDACO DI VENEZIA AL ‘’CORRIERE” A COLPI DI “NON CI PROVARE, NON TE LO PERMETTO… SMETTILA DI FARE IL MONA. NON PERMETTO PARAGONI. IL MIO CASO È MOLTO DIVERSO DA QUELLO DEL PATRIARCA SCOLA E DA ENRICO LETTA” 3. “E MICA L’HO FATTO UNA VOLTA SOLA, DI CHIEDERE UN INTERVENTO A MAZZACURATI E AL CONSORZIO VENEZIA NUOVA… SENTO ODORE DI RIDICOLAGGINE E DI PICCOLE VENDETTE PERSONALI DA PARTE DEI MESCHINI DI SINISTRA. COME SI FA A DARE RETTA A SIMILI BOIATE?’’ 4. INFINE IL FILOSOFO CONSEGNA L’AUTO-CERTIFICAZIONE: “CON MAZZACURATI ABBIAMO AVUTO CENTINAIA DI INCONTRI, MICA È UN CRIMINE. SAPEVA CHE ERO IN-COR-RUT-TI-BI-LE”

Condividi questo articolo


Marco Imarisio per ‘Il Corriere della Sera’

 

Così fan tutti?
«Manco per sogno. Non ci provare, non te lo permetto».
 

MASSIMO CACCIARI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO MASSIMO CACCIARI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO

Anche lei, professor Cacciari?
«Che bel segreto di Pulcinella. E mica l’ho fatto una volta sola, di chiedere un intervento a Giovanni Mazzacurati e al Consorzio Venezia Nuova».
 

Non erano i suoi nemici del Mose?
«Ma che discorso è? Se ho bisogno di chiedere aiuto per un’impresa che sta fallendo da chi vuole che vada, dal mendicante di Rialto? Sono cose ufficiali, le mie».
 

Nero su bianco?
«Tutto, per quel che mi ricordo. Ho scritto a Mazzacurati, ad altre associazioni cittadine, ho chiesto aiuti anche all’Eni, con cui baruffavo un giorno sì e l’altro pure per via di Porto Marghera».
 

CACCIARI SMORFIE CACCIARI SMORFIE

Ha qualche ricordo inedito?
«Sicuramente nel 1996 chiesi in modo del tutto trasparente a Mazzacurati di aiutarmi a ricordare come si deve l’alluvione di trent’anni prima».
 

E lui?
«Mai cacciato una lira, a mia memoria. E non ci vuole molto a capire perché. Non aveva interesse a farlo».
 

Non sente odore di incoerenza?
«Sento odore di ridicolaggine e di piccole vendette personali da parte dei meschini di sinistra. Come si fa a dare retta a simili boiate?»
 

È consolante trovarsi in buona compagnia?
«Ma smettila di fare il mona. Non permetto paragoni. Il mio caso è molto diverso da quello del patriarca Scola e da Enrico Letta».
 

Cacciari Orsoni Cacciari Orsoni

Le faccio notare che non si tratta di due noti criminali...
«Certo, anche se Letta era tra quelli del centrosinistra nazionale che non mi hanno mai dato ascolto sul Mose, come Prodi e D’Alema».
 

Dov’è la differenza?
«Io non ho mai chiesto favori personali, ma solo interventi per aziende in crisi o per faccende di interesse locale, come la squadra di calcio. Facevo il mio mestiere di sindaco».
 

Preoccupato?
«Stai scherzando? Neppure infastidito. La gente mi conosce, e sa bene come sono andate le cose, allora e oggi».


Era amico di Mazzacurati?
«Parola grossa. Immaginavo quel che poi sarebbe successo, anche perché con un governatore come Galan che andava in giro sventolando la bandiera del Mose le domande sorgevano spontanee. Ma dell’ingegnere ho sempre avuto grande stima».
 

Lo conosceva bene?
«Abbastanza. Abbiamo avuto centinaia di rapporti e incontri, mica è un crimine. Intanto era un uomo colto, cosa non da poco e molto rara in quel consesso. Prima dell’inchiesta tendevo anche a considerarlo una persona perbene».
 

giovanni mazzacurati giovanni mazzacurati

L’ha fatto per avidità?
«Non credo. Lui no. Da tecnico, Mazzacurati era l’unico davvero innamorato di quell’opera. Ne era entusiasta. La sua missione di vita. Avrebbe fatto di tutto per realizzarla. E in effetti».
 

mazzacurati giovanni mazzacurati giovanni

Quindi fingevate di essere nemici?
«Mazzacurati sapeva come la pensavo. Credo che anche lui provasse stima nei miei confronti, proprio perché sapeva che ero distante da lui e in-cor-rut-ti-bi-le».
 

Chiedere un favore non significa creare un precedente?
«Un intervento, non un favore! C’è differenza. Comunque questo è giustizialismo di bassa lega. Non avevano alcun interesse a blandirmi. Era noto che non avrei mai cambiato idea».

Cacciari e l'acqua di rubinetto Cacciari e l'acqua di rubinetto


Avversario e richiedente?
«Ci può stare. Senza alcun imbarazzo. Ho sempre detto peste e corna del Mose, e in quei paraggi non ero certo gradito. Avevo la coscienza così libera e tranquilla che mi potevo permettere di chiedere cose utili alla città senza neppure essere sfiorato dall’ombra del do ut des».
 

Quante volte figliolo?
«Con il Consorzio, con Eni, con Fincantieri. Sempre per salvare aziende e posti di lavoro. Mai per me. In quindici anni da sindaco di Venezia l’avrò fatto almeno un migliaio di volte. Abbondiamo, che non vorrei mai dimenticarmene qualcuna...».

 

ANGELO SCOLA ANGELO SCOLA ENRICO LETTA IMPEGNO FOTO LAPRESSE ENRICO LETTA IMPEGNO FOTO LAPRESSE

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…