IL CAMPO LARGO E’ DIVENTATO UN CAMPO SANTO: ORA LETTA PUNTA A UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE CHE LO AIUTI A SGANCIARSI DALL’ABBRACCIO MORTALE CON CONTE - LA SUA SPINA NEL FIANCO È FRANCESCO BOCCIA CHE SPINGE PER RINSALDARE L’ALLEANZA DEL PD CON IL M5S. L’EX MINISTRO HA ABBANDONATO LA CORRENTE LETTIANA PER TROVARE OSPITALITÀ NELLA CORRENTINA DE’ SINISTRA DI PEPPE CALOGERO PROVENZANO…

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Dagonews

 

ENRICO LETTA

Dopo il risultato delle amministrative che ha trasformato il campo largo in un campo santo, Enrico Letta ha compreso che il “valore aggiunto” dell’alleanza strutturale con i 5 Stelle è per il Pd quasi nulla.

 

Enrichetto è sempre più convinto di andare su una legge elettorale proporzionale che lo aiuti a sganciarsi dall’abbraccio mortale con Conte.

 

A fargli da spina nel fianco c’ è Francesco Boccia che, da filo-contiano della prima ora, spinge per rinsaldare l’alleanza con il M5S. L’ex ministro ha abbandonato la corrente lettiana per trovare ospitalità nella correntina de’ sinistra di Peppe Calogero Provenzano.

 

 

 

PD, I DUBBI AL NAZARENO

Andrea Bulleri per “il Messaggero”

francesco boccia – ritiro del pd all'abbazia di contigliano 21

 

Le dichiarazioni del day after rivendicano tutte il «successo elettorale». Ma c'è un aspetto su cui, man mano che lunedì scorrevano in tv le proiezioni di voto nelle città, sui volti di parecchi esponenti del Pd si alzavano le sopracciglia. È l'abbraccio con Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle, benedetto da Enrico Letta in 18 dei 26 capoluoghi chiamati a scegliere un nuovo sindaco. Abbraccio che, nessuno lo nega al Nazareno, non ha dato i risultati sperati: a Palermo e Genova, le percentuali a cifra singola portate in dote dai grillini non bastano per far agguantare il ballottaggio ai candidati di campo largo Franco Miceli e Ariel Dello Strologo.

 

A Verona e Parma, dove il centrosinistra si piazza primo, il M5s non era in partita. «Per i nostri è andata meglio dove i grillini non li appoggiavano», la riassume un esponente dem, che confida come a largo del Nazareno in parecchi abbiano preso a guardare in tralice il responsabile Enti locali Francesco Boccia, regista delle alleanze. «Le ha toppate tutte - attacca la fonte -. Hai voglia a dire che vinciamo dove siamo uniti. Uniti sì, ma non coi Cinquestelle».

 

ENRICO LETTA 1

LE POSIZIONI La linea tracciata dal segretario Enrico Letta, in ogni caso, non è questa. «Allargare al centro ma avanti con il dialogo con Conte», perché «il centrodestra si batte soltanto tutti insieme, senza veti», ripetono gli uomini vicini al segretario.

 

A cominciare dal suo vice Giuseppe Provenzano: «Il Pd esce dalle amministrative come il primo partito italiano, abbiamo il compito di far sedere tutti intorno a un tavolo e discutere di proposte: salari, questioni sociali, ambiente».

 

Anche Calenda, che però di parlare col M5s non vuol saperne? «Servono meno veti e più voti da parte di tutti, se non vogliamo far vincere la Meloni. E spero - punzecchia Provenzano - che questo non sia l'obiettivo di Calenda».

 

francesco boccia luigi di maio roberto speranza

Ma non tutti a largo del Nazareno sono così convinti sull'insistere col campo largo Pd-Movimento. «È un matrimonio che non funziona. E ormai la crisi è evidente a entrambi i coniugi - osserva un deputato di Base riformista, la nutrita corrente dem guidata dagli ex renziani Lorenzo Guerini e Luca Lotti - Resta solo da vedere chi sarà il primo dei due a mandare la lettera per il divorzio...». Già, perché anche nei Cinquestelle il dibattito è aperto: ha senso proseguire con un'alleanza che alle amministrative ha relegato i pentastellati sotto al 10 per cento?

 

 «A giudicare dai conciliaboli di questo pomeriggio a Montecitorio - continua l'onorevole dem - il problema se lo stanno ponendo anche loro». Meno tranchant sul chiamarsi fuori dall'asse coi Cinquestelle, o piuttosto con i meno contiani di loro, Andrea Marcucci, già capogruppo del Pd al Senato. «Io non porrei veti a nessuno - ribadisce il senatore al Messaggero - credo che si debba lavorare ad un progetto per l'Italia.

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

 

Un cantiere con elementi unificanti quali innovazione, riforme ed europeismo. Il M5S vuole starci? Io vedo molte compatibilità con il ministro Luigi Di Maio, ad esempio». E Renzi e Calenda? «Sono interlocutori naturali, ex dirigenti del Pd. Con loro il dialogo deve partire subito: se deve essere campo largo, renderlo davvero tale dev' essere una priorità».

 

Aprire ai centristi, dunque. E farlo «il prima possibile», osserva un altro senatore dem, Dario Stefano. Ma come mettere d'accordo chi propone ricette opposte, dal reddito di cittadinanza al termovalorizzatore di Roma? «Se l'ambizione è quella di vincere le elezioni politiche bisogna provarci: con questa legge elettorale non c'è alternativa», taglia corto Stefano.

 

enrico letta al voto per i referendum sulla giustizia

«Altrimenti, rischiamo di consegnare il Paese nelle mani di chi distruggerebbe tutto il lavoro portato avanti con Draghi».

 

LA TENTAZIONE Ed eccola, tra le righe, la tentazione di chi spera che alla fine sia il Pd a mollare Conte: cambiare la legge elettorale, trovare l'accordo con la Lega sul proporzionale, svincolarsi da alleanze scomode e giocare per il Draghi dopo Draghi. Uno scenario che Letta, raccontano dal Nazareno, non vuol neanche sentire, convinto del «mai più al governo con la destra».

 

Ma molto, forse, dipenderà anche da come andranno le regionali in Sicilia il prossimo novembre. Pd e M5s avevano annunciato primarie di coalizione, che di fatto rischiano di essere del Pd. Saranno allargate al centro? «Perché no», risponde la deputata dem Alessia Morani. «È l'arte della politica».

peppe provenzano giuseppe conte compleanno bettini
giuseppe conte roberto gualtieri peppe provenzano
provenzano

ENRICO LETTA AL DEM FESTIVAL DI EMPOLI