LA CAPRA ESPIATORIA - DOPO LA DISFATTA, IL PDL MILANESE S’È DATO ALLA MACCHIA LASCIANDO LA MORATTI SOLA SULL’ALTARE SACRIFICALE - NEANCHE UN BIG HA COMMENTATO LA DISFATTA (IN SILENZIO FORMIGONI, LUPI, LA GELMINI, CASERO, MARIO MANTOVANI, L’EX SINDACO ALBERTINI) - GLI UNICI A PARLARE SONO I LEGHISTI: “PER STRADA E NEI MERCATI C’ERAVAMO SOLO NOI” - L’INIZIO DELLA FINE PER LADY MESTIZIA SI CHIAMA EXPO: Da quel giorno inizia un fuoco amico che è stato fatale...

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1 - CAPRO ESPIATORIO MORATTI: LA SIGNORA SE NE VA DA SOLA...
Thomas Mackinson per \"il Fatto quotidiano\"

LETIZIALETIZIA MORATTI

Pisapia le ha rubato anche l\'ultima scena. Mentre Letizia Moratti pronunciava il suo addio alla città le telecamere si sono girate improvvisamente su di lui. Negli stessi minuti, ai microfoni di Sky, Giuliano Pisapia faceva la prima esternazione da sindaco. Sono le 17.30 quando un obiettivo impietoso sancisce l\'ideale passaggio di consegne tra vincitore e sconfitto, divisi da ben 67mila voti. La partita si chiude con un 55,1% e un 44,89%. Una batosta per Letizia Moratti.

Una bocciatura senza appello per il Pdl. Una \"sberla\", come l\'ha definita il ministro degli Interni Roberto Maroni. Un colpo così violento che ci vorrà un\'ora e mezza prima che Letizia si materializzi in via Montebello, sede del suo comitato elettorale, per le dichiarazioni di rito. Scende dall\'auto sfoggiando un sorriso tiratissimo. Le si fa incontro una militante che l\'ha attesa, paziente, per ore. Un abbraccio, la voce tremula che ringrazia. Centinaia di flash. Gli ultimi per Letizia Moratti.

MorattiMoratti e Formigoni

Lei prende posto e inizia a recitare una breve dichiarazione scritta su un foglio. \"Ho telefonato a Pisapia per congratularmi e garantire la mia disponibilità per un rapido passaggio di consegne e per una collaborazione futura\", scandisce. Su sei righe protocollari di dichiarazione una rivela subito il tentativo di mettere le mani avanti e difendersi dal processo dei suoi stessi alleati: \"Metterò il mio capitale di fiducia a disposizione delle forze moderate di questo Paese e di questa città per rafforzare la coalizione intorno a temi fondanti come la famiglia, la libertà, la tolleranza e la legalità\". Come dire: vi siete divisi, mi avete lasciata sola.

Vero. Sui toni esasperati della campagna elettorale e sul valore nazionale del risultato no comment: \"Lascio queste valutazioni agli opinionisti politici\", dice. Seguono i ringraziamenti e nessuna risposta ai cronisti che la incalzano.

PAOLOPAOLO GLISENTI

Non una parola sul suo futuro e sui tanti temi sospesi tra la sua mano che lascia e quella di Pisapia che prende. A chi le chiede se resterà commissario Expo, ad esempio, risponde: \"Le valutazioni le farò nei prossimi giorni con la coalizione e nelle sedi opportune. Ci sono profili diversi che appartengono anche ad ambiti di responsabilità diverse\". Cosa significhi, nessuno lo sa.

Certo Expo resta uno dei temi caldi del passaggio di consegne, con il ministro Giulio Tremonti che ha fatto chiaramente intendere che potrebbe congelare i fondi statali (\"Con Pisapia l\'Expo se ne va via\"). Da sciogliere il tema dell\'acquisto dei terreni e del loro utilizzo dopo il 2015. Per aria il destino di Ecopass. In bilico il nuovo piano regolatore approvato a soli tre mesi dal voto. Incerta la quotazione di Sea programmata in autunno. Su questi temi si misurerà la tenuta della coalizione di Pisapia. Domani.

MAURIZIOMAURIZIO LUPI

Perché ieri è stato il giorno del commiato della Moratti. Un addio quasi in punta di piedi il suo, dopo una campagna elettorale dai toni a dir poco aggressivi. Lo stesso comitato elettorale ieri si è trasformato nella plastica metafora della sua solitudine. Da queste parti non si è visto nessuno del Pdl.

Non uno che commentasse la disfatta. Tacciono i big locali Maurizio Lupi, Luigi Casero, Mariastella Gelmini, Roberto Formigoni e Mario Mantovani. Sembra lontana anni luce la foto di gruppo scattata alla vigilia del voto dalla terrazza di Letizia per dare un segnale di coesione. Un espediente inutile.

LETIZIALETIZIA MORATTI E BERLUSCONI

Chiuse le urne si sono subito rotte le righe. Perfino l\'ex sindaco Gabriele Albertini, chiamato all\'ultimo in città in un disperato tentativo di salvataggio, è già tornato al Parlamento europeo. Gli unici a parlare forte e chiaro sono i leghisti. Proprio non riescono a contenere la rabbia per aver perso Milano. Il processo alla Moratti in camicia verde è immediato e cruento.

Affonda il coltello Matteo Salvini, spogliato all\'ultimo dal ruolo di vicesindaco in pectore: \"I milanesi - dice - si sono infastiditi nell\'ascoltare temi che non interessano la città come le Br, i giudici, i ladri d\'auto\". Ogni riferimento non è affatto casuale. Lo scontro sale di livello in poche ore. Ignazio La Russa accusa la Lega di aver fatto mancare i voti. A stretto giro incassa una dura replica di Umberto Bossi: \"Per strada e nei mercati c\'eravamo solo noi\". Lo scricchiolio tra alleati a Milano è già diventato boato a Roma.

2 - UNA SCONFITTA NATA DALLA CONQUISTA DELL\'EXPO...
Chiara Beria d\'Argentine per \"La Stampa\"

MARIASTELLAMARIASTELLA GELMINI

Più che una semplice fotografia è l\'immagine della Moratti commissariata e, dunque, destinata alla sconfitta. Scattata alla vigilia del ballottaggio che l\'ha vista sonoramente battuta da Giuliano Pisapia, quella foto mostra Lady Letizia seduta su un divano della terrazza di casa, circondata dai «bravi» del Cavaliere: il governatore della Lombardia Formigoni, fin troppo sorridente; la bresciana Gelmini, fin troppo diligente; il ministro La Russa, alquanto accaldato, e quel Mario Mantovani, coordinatore del Pdl lombardo che, in verità, la maggioranza dei milanesi ha scoperto giusto nei giorni delle sciagurate manifestazioni con la Santanchè fuori da palazzo di Giustizia.

Parabola della prima donna sindaco nella storia di Milano; ovvero come il potere - se non si è delle vecchie volpi alla Andreotti - può logorare chi ce l\'ha. Nominata nella prima era Berlusconi dai milanesi Carlo Scognamiglio e Irene Pivetti presidente della Rai, l\'imprenditrice Moratti (ramo assicurazioni) aveva saputo chiudere con onore il suo mandato in viale Mazzini garantendo, da brava moderata, spazi anche alle voci meno filogovernative. Dopo l\'assai amata Rai, Silvio Berlusconi le affida un altro compito non facile, il ministero della Pubblica Istruzione.

mariomario mantovani

Oneri e onori per la signora dell\'alta borghesia milanese, dalle ottime relazioni, grandi mezzi e perfetto inglese. Il Cavaliere forse la subisce più che amarla: a Milano i Moratti erano già ricchi&potenti quando lui ancora cantava sulle navi da crociera e Lady Letizia, la moglie del presidente della Saras che passa i week-end a San Patrignano, non è certo il genere di donna che china il capo.

C\'è chi ricorda ancora quella scena a Palazzo Chigi: tutti in attesa d\'iniziare il Consiglio dei ministri mentre il premier cerca d\'arginare l\'ira di donna Letizia per i tagli decisi da Tremonti. Forte del sostegno a 360 gradi del marito Gian Marco e di una campagna elettorale abilmente orchestrata dal suo spin doctor Paolo Glisenti, Letizia Moratti si insedia a Palazzo Marino al posto di un altro imprenditore sceso in politica, Gabriele Albertini.

MatteoMatteo Salvini

Sindaco del centrodestra ma senza tessera, persona assai perbene, grande lavoratrice, con legami e una formazione tutt\'altro che provinciale, il sindaco Moratti ha tutto per piacere a una città che vuol riconquistare il primato di capitale morale. Dal suo più bel successo inizia la parabola discendente.

Sostenuta dal governo Prodi (è lei a informare Chiamparino che il governo di centrosinistra appoggerà Milano e non Torino) Moratti, dopo aver girato il mondo a caccia di voti delegando nei fatti la gestione della città a una squadra ben poco abile, conquista l\'Expo 2015. Da quel giorno inizia un fuoco amico dal quale non solo non saprà mai veramente sottrarsi ma che, a poco a poco, l\'ha isolata dai suoi concittadini sempre più sensibili a problemi come l\'inquinamento in città o le buche nelle strade e sempre più delusi dalle indecorose baruffe nel centrodestra per le poltrone dell\'Expo.

ProgettoProgetto dell Expo di Milano

Agli scontri nel Pdl Moratti reagisce offrendo continue prove di fedeltà al Cavaliere e company. Sacrifica Glisenti, prende la tessera del Pdl (funesto presagio, è la sera in cui Berlusconi viene ferito con la statuetta della Madonnina) e si schiera con il premier contro Fini. E\' solo il preludio di una campagna elettorale gestita da troppi cortigiani e volgari pasdaran.

expoexpo 2015

Un\'incredibile sequenza d\'inspiegabili errori in cui Letizia Moratti, il candidato commissariato, è apparsa irriconoscibile, frastornata e soprattutto sempre più lontana dai bisogni e desideri dei milanesi. Lei, almeno, ci ha messo fino in fondo la sua faccia: troppo facile dire che Letizia Moratti era un candidato sbagliato.

 

 

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