CHI È L’UNICO ITALIANO CHE RIESCE AD OTTENERE SUBITO I BAGAGLI DA ALI-TARDA? - MASSÌ, SU-DARIO! BASTA UN “LEI NON SA CHI SONO IO” (ALLA FACCIA DELLA PLEBE IN ATTESA) - VOLO-CHIC IN BUSINESS CLASS, DUE SQUILLI-CHOC E SUL NASTRO ECCO SOLO TRE BAGAGLI! - FRANCESCHINI LI HA PRESI E SENZA UN PENSIERINO AI COMPAGNI DI SVENTURA è CORSO A CASA

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Franco Bechis per Libero

Dario Franceschini è uno dei rari italiani- forse l'unico- ad avere ottenuto i bagagli in tempo ragionevole al ritorno dalle vacanze appena atterrato all'aeroporto di Fiumicino.

A lui, in uno dei giorni più neri del caos-bagagli, sono bastate un paio di telefonate ai vertici di Adr e Alitalia tuonando il più classico del "lei non sa chi sono io" per ottenere quel che è stato negato perfino a tutti i suoi compagni di volo.

DARIO FRANCESCHINI - copyright PizziDARIO FRANCESCHINI - copyright Pizzi

Con stupore infatti di tutti i passeggeri del Nizza Roma delle 19.20 atterrato la sera del 23 agosto a Fiumicino poco dopo le 20 e 30, dopo le irritate proteste telefoniche del segretario del Pd, il nastro trasporta bagagli ha iniziato improvvisamente a girare.

FRANCESCHINI DA CHIFRANCESCHINI DA CHI

Ma sopra c'erano solo tre bagagli: quello di Franceschini, quello della moglie Silvia Bombardi e quello delle figlie Caterina e Maria Elena, insieme in vacanza e tutti scesi dallo stesso volo Az355 dove occupavano quasi in solitaria i pochi posti previsti in business class.

Quel giorno a Fiumicino era scattato l'allarme rosso per il primo rientro dalle vacanze, e la nuova Alitalia-Cai di Roberto Colaninno, prevedendo qualche difficoltà nella consegna dei bagagli, aveva precettato perfino i suoi manager per dare una mano e contribuire a difendere l'immagine della compagnia. Ma non è bastato.

E già nel pomeriggio per la consegna bagagli in molti voli si registrava un'attesa di quasi un'ora. Nonostante la puntualità del volo, la stessa sorte è toccata ai passeggeri del Nizza-Roma. Arrivati al nastro dopo circa 20 minuti di attesa non è arrivata nemmeno un'informazione sull'ampiezza del ritardo. Franceschini, maglia blu cobalto e già visibilmente irritato (non è un entusiasta degli aeroporti, avendo una antica paura per il volo poi vinta per necessità), si è separato dal gruppo e ha iniziato a fare telefonate alzando il tono della voce.

FRANCESCHINI FERROVIEREFRANCESCHINI FERROVIERE

Gli altri passeggeri - sentendolo - erano convinti di avere trovato il loro don Chisciotte, pronto a vendicarli guidando la battaglia contro Aeroporti di Roma. Grande quindi la delusione quando sul nastro che improvvisamente era iniziato a girare hanno visto solo quei tre bagagli.

I Franceschini tirando un sospiro di sollievo li hanno presi e senza nemmeno un pensiero ai compagni di sventura sono corsi a casa. Per tutti gli altri è continuata un'attesa per fortuna non lunghissima: dopo circa 30 minuti è venuto il turno dei loro bagagli.

franceschini tafazzifranceschini tafazzi

Non è la prima disavventura del povero segretario del Pd con voli e aeroporti. Capitò - ma senza famiglia - qualcosa del genere a Malpensa ai primi del mese di maggio scorso, durante la campagna elettorale per le europee. Allora a irritare Franceschini fu un ritardo del volo di due ore e 40.

Franceschini l'autoreggente da Il RiformistaFranceschini l'autoreggente da Il Riformista

Appena sceso si limitò però a convocare la stampa e tuonare contro la nuova Alitalia (quasi un diritto visto l'accaduto), ma anche contro Malpensa (che nulla c'entrava) che aveva "tradito i milanesi" e contro l'Expo di Lucio Stanca, che proprio nulla aveva a che vedere con l'accaduto. Un po' vendicativo.

Ma le disavventure aeree devono essere una caratteristica del dna del Pd. Anche l'ex segretario nonché fondatore del partito, Walter Veltroni, ne ebbe più di una. Assistetti a una delle prime (ero sul suo volo) nel 1997, mese di maggio, la domenica dell'ultima partita di campionato, Juve Parma.

catto FRANCESCHINIcatto FRANCESCHINI

Veltroni con una figlia e con Lamberto Sposini prese un volo di linea Alitalia per fare quella che lui definì "una zingarata": andare a vedere la sua Juve (non era ancora romanista per ragioni di ufficio) vincere il campionato. Allora come molte altre volte il volo Alitalia ebbe un ritardo clamoroso.

Partì dopo l'una e mezza con il rischio di bucare l'inizio della partita. Veltroni fece fermare il volo a Torino in mezzo alla pista appena atterrato. Un corteo di auto blu e scorta (era vicepremier nel primo governo di Romano Prodi) lo raccolse dalla scaletta insieme a figlia e Sposini e riuscì a portarlo trionfale allo stadio. Tutti gli altri passeggeri, me compreso, rimasero a bordo bloccati. Sbarcammo 30 minuti dopo. E tutti perdemmo l'appuntamento che avevamo...

 

 

 

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